I poveri del Libano

Newsletter Settembre 2018 n 9

Notiziario di un gruppo di volontari di “Oui pour la vie”, un’associazione di volontariato con sede a Damour in Libano, legalmente riconosciuta impegnata in favore dei più poveri http://www.ouipourlavielb.com/it/ Facebook: Damiano Puccini / newsletter@ouipourlavielb.com

p. Damiano Puccini

Centinaia di profughi siriani in Libano si apprestano a tornare nelle prossime ore in Siria in trasferimenti organizzati dai servizi di sicurezza libanesi in cooperazione col governo di Damasco.

Fra i nodi centrali da sciogliere per il prossimo futuro, c’è anche quello del ritorno dei profughi nelle loro comunità d’origine, a cominciare dai cristiani. In questa fase il problema coinvolge prevalentemente l’Iraq e la piana di Ninive (dove appunto la maggior parte di coloro che fanno ritorno sono famiglie cristiane), mentre è più limitato in Siria.

L’Agenzia Onu per i rifugiati Unhcr in Libano ha espresso preoccupazione per “l’incombente grave carenza di finanziamenti” per il suo lavoro e quello dei suoi partner a sostegno dei milioni di rifugiati e sfollati siriani.

I volontari della nostra associazione “Oui pour la Vie” continuano il loro impegno nell’animazione della nostra cucina di Damour che offre pasti a un numero crescente di rifugiati.

Una triste notizia

Nelle scorse ore purtroppo è deceduta Maria Cham, la bambina siriana malata di leucemia, in favore della quale abbiamo rivolto a tutti un appello per coprire le spese per le sue costosissime terapie. Non abbiamo fatto in tempo ad iniziare i trattamenti e le somme ricevute, le metteremo in un fondo per urgenze sanitarie simili.

Nawal, una madre irachena, divorziata di 36 anni e con un figlio di 7 anni, era impegnata come volontaria in “Oui pour la Vie”,. Dopo diversi accertamenti sanitari ha scoperto di avere un cancro ad uno stadio già avanzato, e i medici le hanno consigliato di non prendere nulla perché lei non aveva nessuna speranza di sopravvivere.

Lei ha accettato il suo destino con un sorriso incredibile dopo aver ascoltato il sacerdote che nella messa ha detto “chi serve fino al punto di perdere sé stesso, guadagna la sua vita”.

Nawal voleva a tutti i costi “guadagnare la sua anima”. Ma come? Si è recata a confessarsi e il sacerdote le ha detto due parole: “ama e perdona”.

Fino alla sua morte lei ha “lavorato” per guadagnare la sua anima, e in questi ultimi sei mesi ha preso come esempio San Francesco che amava tutti, la sorella morte, il sole, la luna e il prossimo davvero. Inoltre lei ha voluto perdonare tutti, anche coloro che hanno ucciso la sua famiglia in Iraq, compresi i politici che hanno scatenato questa inutile strage.

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