L’amore familiare vince il razzismo e l’ipocrisia

blind_sideL’Ottimista Martedì 3 Agosto 2010

The Blind Side, il film da Oscar che in Italia non è stato distribuito nelle sale

di Antonio Gaspari

Lunedì 26 luglio al Fiuggi Family Festival è stato proiettato uno splendido film: The Blind Side, diretto da John Lee Hancock e interpretato, tra gli altri, da Sandra Bullock. Una di quelle pellicole che fanno ridere e che commuovono. Una storia vera che suscita speranza e ottimismo.

Una bellissima vicenda che vede come protagonista una famiglia bianca, ricca e cristiana, la quale senza ipocrisia e con tantissimo amore adotta un giovane adolescente di colore.Una storia che inizia con un passaggio in auto e l’invito a passare la notte ed il pranzo del giorno del ringraziamento insieme, e che finisce con una rivoluzione sociale all’interno e fuori della famiglia.

Si tratta della storia vera di Michael Oher, un ragazzo di colore nato in condizioni difficilissime e che, grazie a questa adozione, scopre di essere amato e di avere una famiglia, diventa bravo a scuola ed eccellente nel gioco del football, fino a diventare un vero e proprio campione.

Eppure Oher, all’inizio della vicenda sembra senza speranza, è un ragazzo solo, obeso, triste e silenzioso. La sua vita è stata un inferno. Non ha mai conosciuto il padre, la mamma si trascina tra droga e amanti occasionali. Michael ha almeno dieci fratelli di padri diversi.

All’età di sette anni il piccolo Oher è stato strappato alla mamma e dato in adozione a diverse famiglie da cui è puntualmente fuggito. Così è cresciuto un ragazzo dal fisico gigantesco e potente, ma con il cuore a pezzi. Senza un letto, senza una casa, senza abiti, senza padre, senza nessuno che si curi di lui, in un ambito sociale degradato e disperato, con i suoi coetanei che sopravvivono a malapena tra spaccio di droga, consumo di alcool, prostituzione, uso della violenza e delle armi. La maggior parte di loro muore in giovane età.

Alla vigilia del giorno del Ringraziamento, Michael, che tutti chiamano Big Mike, gira solo e infreddolito per le strade di Memphis. Finché una famiglia bianca, ricca e cristiana, lo incontra e gli offre di andare a dormire da loro. Quest’incontro cambia la vita a Michael, ma anche e soprattutto a tutta la famiglia che lo ha accolto. Esattamente come accade in ogni azione di amore gratuito, la carità cambia la vita e il cuore a tutti quelli che ci capitano dentro.

Michael è docile, buono e molto protettivo. La famiglia lo adotta, lo aiuta negli studi, cerca di ricostruire un rapporto con la madre naturale, lo invita a crescere e a non isolarsi, per questo provano a farlo giocare a football. E così Michael cresce proporzionalmente all’amore che riceve e che ricambia. Un miracolo di umanità che libera le potenzialità del ragazzo. Michael Hoer è diventato uno dei campioni più forti di football americano.

Il film in questione è straordinario e unico del suo genere perché rivoluziona completamente i luoghi comuni e i pregiudizi ideologici che hanno caratterizzato la concezione della famiglia, soprattutto quella bianca e cristiana del sud degli Stati Uniti. Nell’immaginario collettivo, questa tipologia di famiglia è razzista e ipocrita, non a caso Memphis, la città dove è ambientato il film, è stata oggetto di inchieste sulle attività del gruppo razzista Ku Klux Khan, mentre in questo film si scopre la determinazione con cui la famiglia protagonista ama profondamente il ragazzo adottato fino al punto da rompere le relazioni con chi nutre ancora pregiudizi.

Nessun buonismo mieloso, nessuna manifestazione ideologica e ipocrita, ma tanto amore vero verso colui la cui infanzia è stata più difficile. Cominciando dalla mamma adottiva impersonata da Sandra Bullock, al bambino più piccolo che insegna a Mike a giocare a football e gli fa da manager, alla sorella più grande che lo accoglie e lo protegge, causando un certo disagio nelle sue amiche, fino al padre saggio e sincero, tutta la famiglia adottiva cambia la sua vita in funzione del nuovo arrivato.

In una scena del film, vista la felicità che illumina il volto della Bullock, una sua amica le dice: “Stai cambiando la vita a questo ragazzo”; la Bullock gli risponde: “no, è lui che sta cambiando la vita a me ed alla mia famiglia”. Ed il film racconta in maniera brillante come attraverso atti di amore, nessun obiettivo è precluso agli umani.

È altresì evidente come la famiglia è l’ambiente preposto a generare ed educare all’amore. Imperdibile la scena in cui la Bullock strapazza le montagne di muscoli dei ragazzi della squadra di football, e li sprona spiegando che sono una famiglia e che come una famiglia si devono difendere.

Per la sua intensità e bellezza, nel 2009, il film The Blind Side ha vinto: i premi Academy Award come miglior attrice per Sandra Bullock; l’Academy Award nomination come miglior film; Sandra Bullcok per questo film ha anche vinto i premi Golden Globe come miglior attrice protagonista, il Critics Choiche Award come miglior attrice e lo Screen Actors Guild Award come miglior performance femminile.

Resta inspiegabile, come ha sottolineato nell’introduzione alla visione del film, Alessandro Zaccuri, direttore artistico del Fiuggi Family Festival, il perché questo film, che pure negli Stati Uniti ha raccolto incassi notevolissimi, non sia stato distribuito nelle sale italiane…

Paradossale anche la vicenda della Bullock, che per questo film ha vinto l’Oscar, ma a marzo aveva ricevuto anche il ‘Golden Raspberry Awards’ meglio conosciuto come “Razzie Awards” cioè il “premio pernacchia d’oro” per il peggior film dell’anno che è stato All About Steve. Ebbene, il film peggiore, All About Steve è stato distribuito nelle sale in Italia, mentre lo splendido The Blind Side non ha avuto la stessa sorte. Di fronte a tale ingiustizia, il quotidiano Avvenire ha invitato lettori e simpatizzati a mobilitarsi affinché il film The Blind Side venga fatto conoscere anche nel nostro paese.

il trailer del film