Solidarnosc. Diario di un anno (1981)

Cseo documentazione
(mensile del Centro Studi Europa Orientale)

n. 164-165, settembre-ottobre 1981

(gennaio – agosto 1981)

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Gennaio 1981

■ II Primate di Polonia Wyszynski incontra i rappresentanti del sindacato «Solidarnosc» della Mazovia.

■ II ministro degli Esteri Józef Czyrek, al suo rientro da Mosca, si incontra con Lech Walesa.

■ II primo segretario del CC del POUF, Stanisiaw Kania si reca in visita nelle Tre Città e depone, tra l’altro, una corona di fiori sui monumenti che ricordano le vittime dei fatti del Litorale Baltico a Danzica e Gdynia

■ Una delegazione dei sindacati francesi su invito di «Solidarnosc» compie una visita di due giorni in Polonia.

■ La redazione del settimanale francese «Le Point» proclama Lech Walesa uomo dell’anno.

■ La Corte Suprema aggiorna la decisione in merito alla questione di «Solidarnosc Rurale»■ Con l’inizio dell’anno vengono introdotti alcuni cambiamenti nel sistema di gestione delle imprese. Viene ridotto, circa della metà, il numero delle prescrizioni e  delle limitazioni imposte  alle fabbriche. Comunque le decisioni sulle questioni fondamentali inerenti lo sviluppo delle imprese vengono prese sempre a livello centrale e non viene annunciata neppure la cosiddetta «mini-riforma»

■ II governo polacco sostiene che solo il secondo sabato di ogni mese è libero, mentre «Solidarnosc» e parte dei sindacati di settore si appellano alle disposizioni prese in precedenza in base alle quali tutti i sabati erano considerati liberi

■ Continua in tutto il paese la campagna elettorale nei centri di «Solidarnosc».

■ Redattore capo dell’organo ufficiale di stampa del sindacato che si chiamerà «Solidarnosc» e uscirà settimanalmente con una tiratura di mezzo milione di copie viene  nominato  Tadeusz Mazowiecki, redattore capo del mensile di Varsavia «Wiez». Suoi vice vengono nominati Bohdan Cywinski e Kazimierz Dziewanowski

■ Compare nei luoghi della normale distribuzione della stampa il settimanale «Jednosc» (Unione), organo del sindacato «Solidarnosc» della Pomerania occidentale.

■ A Nowy Sacz la polizia fa sgomberare l’edificio del comune occupato da un gruppo di membri di «Solidarnosc» che intendevano protestare contro la situazione locale nell’apparato delle autorità. A Ustrzyki Dolne i membri di «Solidarnosc Rurale» occupano per alcuni giorni i locali del municipio. L’occupazione dura 12 giorni.

■ II primo segretario del CC del POUF, Kania, da parere contrario per la costituzione di «Solidarnosc Rurale»

■ Una delegazione di «Solidarnosc» guidata da Lech Walesa si reca in visita in Italia. Il soggiorno registra un cordiale incontro con il Santo Padre, la visita a Montecassino e alle zone colpite dal terremoto, l’incontro con i dirigenti sindacali italiani, con i polacchi residenti a Roma e si conclude con un’affollata conferenza stampa. Enorme è la risonanza che la visita ha nei mezzi d’informazione di tutto il mondo. Subito dopo il ritorno in Polonia, Lech Walesa insieme al direttivo di «Solidarnosc» viene ricevuto dal Primate Wyszynski e dal premier Pinkowski.

■ In molte regioni del paese vengono organizzate azioni di protesta e brevi scioperi di avvertimento. Così nella Malopolska si svolge uno sciopero di un’ora in segno di appoggio nei confronti dei sindacalisti di Nowy Sacz dove l’azione di protesta dura otto giorni, prima di concludersi con le trattative con le autorità centrali. A Rzeszów viene organizzata un’azione di solidarietà con i partecipanti all’azione di protesta di Ustrzyki Dolne. A Varsavia dura quattro ore lo sciopero di avvertimento dei lavoratori dei trasporti cittadini che protestano contro la minaccia di rappresaglie a danno di chi non ha lavorato il sabato. Scioperi analoghi hanno luogo a Legnica, nella Wielkopolska e in Pomerania. A Radom continua la controversia con le autorità locale

■ A Cracovia viene organizzato da «Solidarnosc» il primo foro nazionale degli operatori dell’amministrazione giudiziaria. Si discute e si postula un cambiamento nel campo dell’autonomia della giustizia e del controllo che essa deve esercitare sull’apparato della repressione. Viene costituito un gruppo che elabori un progetto comune di emendamento del codice di diritto penale

■ A proposito della questione dei sabati liberi scrive Stefan Bratkowski su «Zycie Warszawy» il più diffuso quotidiano della capitale polacca: La richiesta dei sabati liberi è la risposta della fatica umana alla durezza della vita quotidiana, alla pesantezza delle condizioni di lavoro, ai rapporti che regnano nelle fabbriche, al ruolo dominante che la materia ha nel sistema economico. Da tutto questo l’uomo vuole fuggire «nel suo» per due giorni alla settimana e riposarsi. Questo non significa che i polacchi non vogliono lavorare; significa che non vogliono lavorare così, in queste condizioni… Il conflitto poteva essere evitato  con tranquillità, in modo umano: infatti i polacchi sarebbero disposti a lavorare anche due anni per 60 ore  alla  settimana se sapessero che quello che fanno ha un senso e da un risultato

■ Nel corso di un incontro con il primo ministro Pinkowski, gli esponenti della commissione nazionale d’intesa espongono il proprio progetto di riduzione del tempo lavorativo: settimana di 41,5 ore, tre sabati liberi al mese. Davanti alla mancata applicazione degli accordi, «Solidarnosc» proclama che tutti i sabati vanno considerati liberi. In tutto il paese e specialmente nei grandi stabilimenti industriali, gli operai si astengono dal lavoro il sabato. La percentuale delle assenze viene valutata diversamente dal governo e dalla commissione d’intesa.

■ In molte regioni del paese e in particolare a Varsavia e Danzica si svolgono scioperi di avvertimento. In conseguenza dello sciopero dei tipografi un giorno non escono «Zycie Warszawy» e due quotidiani di Stettino

Febbraio

■ Dopo trattative fra il governo e la commissione nazionale d’intesa di «Solidarnosc» si arriva ad un compromesso sulle principali controversie. Si stabilisce che per il 1981 la settimana lavorativa sarà di 42 ore, viene data l’autorizzazione alla pubblicazione del settimanale «Solidarnosc» con diffusione nazionale, viene concesso un più ampio accesso del sindacato alla radio e alla televisione e si decide di delegare una commissione governativa per trattare con il comitato di sciopero di Rzeszów.

■ Nuovi scioperi e azioni di protesta in alcune regioni del paese. La commissione nazionale d’intesa dopo una serie di sedute a Danzica, Rzeszów e Varsavia, ratifica l’accordo raggiunto con il governo, invita a sospendere le azioni di sciopero e revoca lo sciopero annunciato per il 3 febbraio. Lo sciopero generale continua nella regione dei Beschidi. Proprio in relazione ad esso si reca a Bielsk la commissione d’intesa guidata dal vicepresidente Andrzej Gwiazda.

■ L’agenzia TASS e la stampa sovietica in generale criticano duramente gli scioperi in corso in Polonia e accusano alcuni settori di «Solidarnosc» di cercare il confronto politico.

■ I comitati interaziendali di Jastrzebie e di Katowice concordano di creare un direttivo regionale comune di «Solidarnosc» che comprenda la Slesia e il Bacino. Del nuovo direttivo, che riceve l’approvazione dei precedenti comitati, entrano a far parte 7 rappresentanti da Jastrzebie e Katowice.

■ Dopo undici giorni si conclude lo sciopero generale nel voivodato di Bielsk. Ai negoziati sono intervenuti anche Lech Walesa e Jan Szezepanski. Sono giunti a Bielsk anche il segretario della Conferenza Episcopale polacca Dabrowski e i vescovi Domin e Zimniak. Al termine delle trattative viene siglato un accordo che prevede alcuni cambiamenti nei quadri dell’amministrazione locale. Il primo ministro accetta le dimissioni del voivoda di Bielsk e dei due vice-voivoda e propone un suo candidato, ma i consiglieri dei consigli del popolo del voivodato chiedono che prima di una decisione definitiva sia con­cessa loro una verifica consultiva della persona del candidato attraverso elezioni.

■ Tensione a Jelenia Gora. Dopo la rottura delle trattative fra «Solidarnosc» e le autorità, in tutta la regione viene proclamato lo sciopero generale. Oggetto di aspre critiche sono qui i principali esponenti delle autorità cittadine e anche l’ex primo segretario del CC del POUF di Jelenia Gora e attuale ministro delle questioni sindacali Stanislaw Ciosek. Altro oggetto di conflitto la richiesta di adibire  ad  ospedale  le case  di riposo del CC del POUF e del ministero dell’Istruzione superiore a Szklarska Poreba.

■ A Lódz continua lo sciopero degli studenti. A condurre la trattativa da parte del governo c’è il ministro dell’Istruzione Superiore. Gli studenti, appoggiati dal Senato accademico, chiedono tra l’altro l’autonomia di insegnamento, la libera scelta del piano di studi, la limitazione dei compiti obbligatori politico-filosofia, la limitazione delle esercitazioni militari e della pratica operaia, la libera scelta dei lettorati di lingue straniere.

■ Viene pubblicato un comunicato sull’inizio di un’inchiesta a carico del Comitato di Autodifesa Sociale KOR. Al tempo stesso è in atto dal settembre 1980 un’inchiesta a carico di persone appartenenti alla Confederazione della Polonia Indipendente.

■ II nuovo presidente del consiglio  dei Ministri generale Wojciech Jaruzelski rivolge, dalla tribuna del parlamento, un appello ai sindacati e a tutti i lavoratori perché sospendano tutte le azioni di sciopero. «Chiedo una tregua di 90 giorni. Cercheremo di utilizzare questo tempo per riordinare le questioni più elementari della nostra economia. Desideriamo anche farlo diventare un momento di più vasto dialogo sociale».

■ Si conclude finalmente lo sciopero a Jelenia Gora. Sospesa l’azione di protesta preannunciata nelle industrie minerarie. Sospese anche le disposizioni di sciopero a Wroclaw e nella campagna di Wroclaw. Su decisione della commissione nazionale d’intesa di «Solidarnosc», viene revocata l’azione dei poligrafici sotto lo slogan «un giorno senza stampa» il cui scopo era di appoggiare le richieste di limitazione della censura e di accesso del sindacato ai mezzi di comunicazione di massa.

■ Dura ormai da un mese lo sciopero degli studenti a Lódz. Da due settimane sono in corso trattative con il ministro dell’Istruzione Superiore, della Scienza e della Tecnica.  Un accordo viene raggiunto sulle richieste relative al corso di studi e alla partecipazione dei giovani alla vita dell’istituto. Il ministro respinge invece le richieste di carattere socio-politico. La controversia è ora incentrata sulla registrazione del sindacato autonomo degli studenti e sulle richieste di mutamenti allo statuto  avanzate  dal  ministro. Scioperi di solidarietà con gli studenti di Lódz si svolgono all’Accademia di Medicina di Varsavia, all’università di Danzica, all’università Jaghellonica e all’Accademia delle miniere e della Metallurgia.

■ La Corte Suprema respinge l’appello interposto dal comitato costituente del sindacato autonomo indipendente «Solidarnosc Rurale» contro la decisione del tribunale del voivodato che aveva rifiutato la registrazione di questo sindacato. La Corte Suprema esprime il parere che «Solidarnosc Rurale» non sia un sindacato (infatti la relativa convenzione dell’Organizzazione Mondiale del Lavoro non è stata ratificata dalla Polonia) e che una sua eventuale registrazione come associazione deve essere compiuta dall’ufficio comunale di Varsavia. Il ministero della Giustizia dal canto suo ritiene opportuno comunicare che «tutte le azioni riguardanti la creazione del sindacato degli agricoltori sono da considerarsi illegali». Un gruppo di contadini continua lo sciopero e l’occupazione a Rzeszów per la questione di «Solidarnosc Rurale». La commissione governativa riprende i colloqui con loro.

■ I comitati interaziendali di «Solidarnosc» di Jastrzebie, Katowice, Bytom e dell’acciaieria «Katowice» decidono di costituire un unico comitato interaziendale comune dell’Alta Slesia e del Bacino.

■ Al XXVI congresso del PCUS, Leonid Breznev dichiara a proposito della Polonia: «I comunisti polacchi, la classe operaia polacca, i lavoratori di questo paese possono contare incondizionatamente sui loro amici e alleati: noi non abbandoneremo in mezzo alle difficoltà la Polonia socialista e non permetteremo che le venga fatto del male».

■ Si conclude a Lódz lo sciopero di occupazione degli studenti e con esso anche l’ondata di scioperi di solidarietà che aveva coinvolto gli istituti superiori di Varsavia, Poznari, Cracovia e altre città. L’accordo concluso tra la commissione interuniversitaria d’intesa e la commissione interministeriale prevede: la registrazione del sindacato indipendente degli studenti; autonomia e autogestione degli istituti, soprattutto per quanto riguarda l’impostazione del piano di studi, inclusi i compiti obbligatori politico-ideologici, la scelta dei lettorati di lingue straniere; riduzione delle ore obbligatorie di lavoro e riforma delle esercitazioni pre-militari per gli studenti; riconoscimento agli studenti del diritto di sciopero (ne viene anche, regolamentato lo svolgimento); piena libertà nella partecipazione alle celebrazioni degli anniversari; elaborazione di nuovi manuali di storia; cambiamenti nel regolamento di rilascio dei passaporti agli studenti

■ A Rzeszów, dopo sette settimane di azione di protesta, la commissione governativa firma l’accordo con un gruppo di agricoltori guidato da Jan Kulaj e Katarzyna Bielanska. All’ultima fase dei negoziati ha partecipato anche Lech Walesa. L’accordo contempla una serie di importanti garanzie per gli agricoltori privati e non trascura anche richieste come l’onestà nell’insegnamento della storia e la riduzione del numero di spacci di wodka nelle campagne. All’accordo di Rzeszów fa seguito l’accordo regionale con gli scioperanti di Ustrzyki Dolne.

■ In una delibera del comitato di Varsavia del POUF si legge: «II compito più urgente oggi per i membri del partito è la lotta contro le idee antisocialiste e le iniziative che tendono a logorare il tessuto del regime socialista. Un compito peculiare è anche quello di rafforzare il ruolo guida del nostro partito in ogni campo della vita sociale».

■ Sulla storia della Polonia Popolare Jerzy Putrament scrive: «Fino ad ora noi abbiamo avuto tre gestioni: Bierut era un uomo mediocre, anche se onesto, ma disponeva di uno staff perfetto di consiglieri. Gomulka era una personalità notevole, ma aveva dei consiglieri fatali. Gierek aveva la mentalità di Bierut e i consiglieri di Gomulka. Ma questo si può vedere solo da una prospettiva…».

Marzo

■ Una delegazione di «Solidarnosc» guidata da Bogdan Lis si reca a Londra su invito del Congresso dei sindacati britannici.

■ Lech Walesa si incontra con il vice-premier Rakowski in vista dei colloqui con il primo ministro Jaruzelski.

■ In seguito al licenziamento di cinque operatori dell’ospedale di Lódz fra cui quattro membri di «Solidarnosc», la commissione d’intesa della regione di Lódz minaccia una serie di scioperi.

■ II Parlamento nomina la commissione di controllo della realizzazione degli accordi conclusi a Danzica, Stettino e Jastrzebie.

■ La televisione polacca manda in onda «L’uomo di marmo» di Andrzej Wajda.

■ Dal «Dziennik Polski»: «II progetto governativo sull’autonomia agricola presentato al Parlamento non è un vertice di abilità giuridica, ma lo si può piuttosto definire la legge riveduta e corretta sui circoli agricoli, non una legge che voglia realizzare nelle nostre campagne una situazione di indipendenza dalle pressioni amministrative»

■ II premier Jaruzelski si incontra con Lech Walesa. Il colloquio dura tre ore e mezzo. Si stabilisce che è opportuno discutere «solo quando emerge qualche problema onde evitare che possa degenerare in un nuovo focolaio di tensione».

■ A Lódz, dopo uno sciopero di avvertimento di un’ora, si concludono definitivamente le trattative tra «Solidarnosc» di Lódz e il locale comando della Polizia. La direzione dell’ospedale accetta di far ritornare al lavoro i cinque licenziati. In conseguenza di ciò, la commissione interaziendale d’intesa revoca gli scioperi in programma.

■ Tensione a Radom. «Solidarnosc»  della regione di Radom chiede che vengano riconosciute le responsabilità dei dirigenti che nel 1976 ordinarono le repressioni durante le proteste operaie. Si chiede anche un mutamento nei quadri dell’amministrazione del voivodato e la destinazione ad ospedale di due edifici di recente costruzione riservati alla Polizia. Allo scopo di calmare gli animi rassegnano le dimissioni il primo segretario del comitato provinciale del POUF e il voivoda (entrambi erano già in carica nel 1976). Viene revocato lo sciopero di protesta già programmato e la commissione governativa inizia le trattative con i rappresentanti di «Solidarnosc».

■ Ritorna dopo lungo tempo a Nowy Sacz la commissione governativa. Esordisce subito dichiarando che tutti coloro che hanno partecipato alle azioni di protesta nel mese di gennaio non saranno perseguiti. L’assenza di garanzie in questo senso era stata infatti alla base della rottura delle trattative. Viene sottoscritto un accordo che contempla 42 questioni con l’indicazione dei termini entro i quali andranno risolte.

■ A Lódz viene revocato lo sciopero (la questione dell’utilizzazione come ospedale dell’edificio destinato alla polizia). Sospeso anche lo sciopero a Stettino.

■ II metropolita di Cracovia Macharski riceve una delegazione di «Solidarnosc» della Malopolska.

■ Gli avvenimenti di Bydgoszcz determinano una nuova crisi che viene considerata la più grave dopo l’agosto 1980. Nella prima fase del conflitto, un gruppo di contadini occupa la sede del Partito Contadino Unificato di Bydgoszcz. Gli scioperanti mettono in discussione la validità del congresso dell’unione dei gruppi agricoli. Ha luogo quindi un congresso alternativo che elegge il consiglio del voivodato dei gruppi agricoli. Gli scioperanti chiedono anche che venga annullato il primo congresso.

Le questioni dell’agricoltura devono tra l’altro essere discusse alla seduta del Consiglio Nazionale del voivodato a cui vengono invitati sei esponenti di «Solidarnosc». Ne arrivano una trentina. La seduta viene sospesa. Protestano i rappresentanti di «Solidarnosc» che non hanno avuto la possibilità di parlare e un gruppo di una quarantina di consiglieri che si sono sentiti presi in giro. Il gruppo rimane nella sala e non la abbandona nonostante le reiterate richieste del vice-voivoda.

La tensione cresce. Gli occupanti redigono un loro comunicato in cui chiedono che venga riaperta la seduta. Nel frattempo il voivoda Bak chiede l’intervento della polizia che riesce con la forza a sgombrare l’aula. Fuori dell’edificio si arriva ad atti di violenza in conseguenza dei quali tre persone  (il presidente della commissione interaziendale d’intesa di Bydgoszcz, Jan Rulewski, l’attivista di «Solidarnosc» Marian Labentowicz e il contadino Mieli al Bartoszcze) vengono ricoverate in ospedale.

Particolarmente gravi le condizioni di Bartoszcze, che viene trasportato a Varsavia. I fatti di  Bydgoszcz provocano indignazione in tutto il paese. La commissione nazionale d’intesa di «Solidarnosc» proclama lo stato di agitazione e interrompe in tutto il paese le trattative in corso con il governo. Il vice-premier Rakowski invia a Bydgoszcz una commissione di esperti guidata dal viceprocuratore generale Zyta. La mancanza di risultati concreti e chiari determina l’invio a Bydgoszcz di una commissione governativa presieduta dal ministro della Giustizia, Jerzy Bafia.

Contemporaneamente Rakowski intraprende trattative con una delegazione di «Solidarnosc» guidata da Walesa. Crescono nel paese le proteste e da ogni parte si chiede che vengano puniti i responsabili delle violenze a Bydgoszcz. L’ufficio politico del CC del POUF, convocato in seduta straordinaria, dichiara che i membri delle forze dell’ordine hanno agito a Bydgoszcz nel rispetto della legge, ma non esclude l’esistenza di provocazioni; invita a mantenere la calma e a non intraprendere azioni di sciopero prima che si concluda l’operato della commissione del ministro Bafia. Contemporaneamente si tiene a Bydgoszcz la seduta della commissione nazionale d’intesa di «Solidarnosc» per decidere tempi e forme dello sciopero generale.

■ Sono in atto da più di due settimane sul territorio polacco le manovre congiunte delle forze del Patto di Varsavia.

■ Davanti alla gravità della situazione nel paese, il cardinal Macharski revoca la sua visita a Roma e Lech  Walesa il viaggio preannunciato in Francia.

■ Dopo una mobilitazione generale di dieci giorni, dopo uno sciopero di avvertimento di quattro ore e al termine di una lunga serie di negoziati fra la delegazione di «Solidarnosc» guidata da Walesa e la commissione governativa presieduta da Rakowski, il direttivo di «Solidarnosc» sospende proprio all’ultimo momento lo sciopero generale proclamato per il 31 marzo.

In base agli accordi, la decisione di revocare uno sciopero generale deve essere presa dalla commissione nazionale d’intesa (attualmente di sciopero) al completo. Alla decisione si arriva nel momento in cui da parte governativa si accetta di diramare una dichiarazione congiunta sulle cause che hanno portato all’ultima crisi, la più grave dall’agosto 1980.

La dichiarazione considera illegali le procedure seguite a Bydgoszcz, chiede la punizione dei responsabili, la ripresa delle trattative con gli agricoltori che occupano i locali del Partito Contadino Unificato, la regolamentazione da parte di una commissione parlamentare della questione relativa all’associazione degli agricoltori privati; chiede anche che vengano accelerati i lavori sulla legge per i sindacati e mette a punto la questione delle retribuzioni in caso di sciopero di avvertimento. Firmando la dichiarazione Walesa afferma: «II governo deve imparare ad essere più sollecito nel sedere al tavolo delle trattative e a risolvere i conflitti in atto».

■ Uno sciopero di avvertimento di quattro ore proclamato da «Solidarnosc» investe tutto il paese: ne restano esclusi solo i servizi essenziali (reparti a turno continuo, energia, commercio, industria alimentare). Questo sciopero, che non ha precedenti in Polonia, si svolge con estremo ordine.

■ Viene pubblicato sui mezzi di informazione il rapporto della commissione  governativa diretta dal ministro della Giustizia sui fatti di Bydgoszcz. Contemporaneamente vengono pubblicate anche le osservazioni di «Solidarnosc» che mettono in discussione il rapporto in più punti.

■ II Primate di Polonia Stefan Wyszyriski si incontra con il premier Jaruzelski. I colloqui vertono sui problemi chiave del paese. «Entrambe le parti — dice il comunicato — si sono dichiarate convinte che i conflitti e le tensioni esistenti nel paese devono essere risolti per via pacifica».

■ L’agenzia sovietica TASS riferisce che in Polonia regna «una situazione estremamente tesa».

■ Si svolge non senza toni drammatici il IX Plenum del CC del POUF considerato «l’ultima speranza per la Polonia». Dopo il rapporto dell’ufficio politico letto da Kazimierz Barcikowski si apre una discussione della durata di 18 ore nella quale emerge una netta divergenza di posizioni. La stragrande maggioranza dei 44 interventi e anche le numerose lettere e risoluzioni inviate criticano il comportamento della dirigenza del POUF e chiedono che venga fatta piena luce sulla vicenda di Bydgoszcz, che si ponga termine alla manipolazione delle informazioni sulla stampa e alla televisione, che si ponga mano a cambiamenti nei quadri del partito, che si acceleri il processo di rinnovamento in campo politico ed economico, che si introducano nella vita del partito gli elementi della democratizzazione, specialmente per quanto concerne l’elezione delle autorità del partito.

Ci si oppone ad un’ulteriore anticipazione della data del congresso straordinario del partito già fissata per il 20 luglio. Inizia la campagna per l’elezione dei rappresentanti al congresso in tutte le sezioni del partito. Vengono respinte le dimissioni di tre membri della direzione (Olszowski, Grabski e Ney) e tutta la dirigenza del partito viene impegnata a risolvere l’attuale crisi e a percorrere la via degli accordi con «Solidarnosc».

Aprile

■ La commissione nazionale d’intesa di «Solidarnosc» revoca lo sciopero generale. Questo non significa — come viene sottolineato — che si rinunci alle richieste degli scioperanti. Il portavoce della commissione, Karol Modzelewski, rassegna le dimissioni.

■ II vice-ministro dell’Agricoltura Andrzej Kacala inizia le trattative con i contadini che occupano la sede del Partito Contadino Unificato a Bydgoszcz. Al centro dei colloqui la questione della registrazione del sindacato autonomo degli agricoltori privati.

■ Lasciano il proprio incarico i vice-voivoda di Bydgoszcz che erano i diretti responsabili dell’irruzione della polizia nella sala del Consiglio. In precedenza aveva lasciato il suo posto il presidente del Consiglio Nazionale del voivodato, che aveva interrotto la seduta prima che venisse esaurito l’ordine del giorno. Il nuovo voivoda si incontra a Bydgoszcz con il comitato costituente di «Solidarnosc».

■ A Cracovia si tiene il primo congresso nazionale dell’Associazione indipendente degli studenti (che raccoglie circa 80 mila membri). Messaggi di augurio vengono inviati ai partecipanti dall’arcive scovo di Cracovia e da Lech Walesa. Il congresso elegge una commissione nazionale di coordinamento.

■ Esce il primo numero di «Tygodnik Solidarnosc»: redattore capo Tadeusz Mazowiecki, tiratura 500 mila copie, formato di 16 pagine. Lo edita la commissione nazionale d’intesa di «Solidarnosc».

■ Al Parlamento il premier Jaruzelski dichiara: «II governo chiede che il Parlamento approvi la sospensione di tutte le azioni di sciopero per il periodo di due mesi. Possibilità questa che è prevista nella nuova legge sui sindacati». Immediata la reazione della commissione d’intesa di «Solidarnosc» che afferma che la possibilità reale di annullare gli scioperi è quella di eliminare le cause percorrendo la strada del rispetto dei diritti e dell’applicazione degli accordi.

Una sospensione temporanea del diritto di sciopero può invece venir interpretata dalla gente come preludio a passi successivi tendenti a eliminare gli scioperi stessi e può quindi far crescere la tensione nella società. In questa situazione il Parlamento approva a maggioranza una risoluzione, o per meglio dire un appello, in cui la sospensione per due mesi di tutti gli scioperi e delle minacce di sciopero «è riconosciuta indispensabile».

■ Come risulta dall’intervento al Parlamento del premier Jaruzelski, il governo rivolge ai sindacati la proposta di sospendere per l’anno in corso le altre regolamentazioni e gli aumenti di stipendio.

■ I Consiglio Nazionale  del voivodato di Bydgoszcz respinge le dimissioni presentate dai due vice-voivoda (quelli che avevano richiesto l’intervento della polizia nell’edificio del Consiglio Nazionale). Il procuratore del voivodato di Bydgoszcz dichiara che finora sono state interrogate 241 persone e che non è stato possibile definire in modo univoco le circostanze del pestaggio di Bydgoszcz.

■ Al Politecnico  di Varsavia viene eletto a scrutinio segreto il nuovo  rettore. È il prof. Wladyslaw Findeisen, 55 anni, fuori del partito.

■ Qualcosa si muove alla televisione: la relazione dell’assemblea dell’organizzazione del partito ai cantieri di Danzica, l’intervista a Walesa, l’intervista agli agricoltori in sciopero a Bydgoszcz… Sta di fatto che al dibattito al Parlamento (trasmesso dalla televisione) non è stata detta neppure una buona parola sul tema della funzione informativa della TV. Anzi.

■ Con enorme ritardo, dopo un’occupazione di un mese a Bydgoszcz, il giorno dopo la proclamazione di uno sciopero della fame da parte di venti contadini a Inowroclaw, dopo le reiterate richieste da parte di «Solidarnosc» e dell’Episcopato, si arriva finalmente all’accordo sulla registrazione (che dovrà avvenire entro il 10 maggio) del sindacato autonomo indipendente degli agricoltori privati.

Fino al momento della registrazione «II sindacato svolgerà la propria azione sindacale senza ostacoli». Il governo presenterà al Parlamento la richiesta di inserire nella legge in corso di preparazione sui sindacati anche gli articoli che garantiscono agli agricoltori privati il diritto di creare sindacati. Gli accordi di Rzeszów e di Ustrzyki Dolne devono essere realizzati in tutti i loro punti. Per quanto concerne i partecipanti alle azioni di protesta a Bydgoszcz e Inowroclaw e le persone che le hanno in qualche modo sostenute, non saranno presi provvedimenti di natura penale, amministrativa o altro, né saranno stabilite sanzioni di alcun genere.

Un accordo in questo senso viene concluso a Bydgoszcz dalla commissione governativa insieme al comitato nazionale di sciopero di «Solidarnosc Rurale», al comitato nazionale costituente di «Solidarnosc Rurale», con la partecipazione dei membri della commissione nazionale d’intesa. L’accordo viene siglato il Venerdì Santo. Nello stesso giorno cessano le azioni di protesta degli agricoltori, le occupazioni e gli scioperi della fame.

■ All’università di Torun si tiene per la prima volta un incontro delle «strutture orizzontali» del partito, nate spontaneamente negli ultimi mesi con lo scopo di livellare le strutture verticali esistenti nel partito.

■ La commissione del POUF per il congresso propone cambiamenti nello statuto del partito. Si prevedono tra l’altro elezioni a scrutinio segreto e mancanza di limitazioni nelle proposte delle candidature. Un certo numero di proposte di emendamenti allo statuto viene respinto dalla commissione in quanto, come si afferma, questo significherebbe una deviazione dal marxismo-leninismo, dal centralismo democratico o dal ruolo guida del partito.

■ L’organizzazione di Cracovia del POUF chiede l’immediato allargamento dell’ufficio politico del CC del POUF a 10 operai in rappresentanza delle più grandi industrie del

■ II comitato di Tarnów del Partito Contadino Unificato vota la propria sfiducia alle autorità del partito. Nella dichiarazione si legge che «Le migliaia di contadini della regione di Tarnów legano le proprie speranze per la difesa dei loro diritti e interessi, a “Solidarnosc Rurale” e ai gruppi contadini».

■ La commissione nazionale d’intesa di «Solidarnosc» constata che il governo non ha ancora presentato il rapporto sullo stato dell’economia né il piano per la sua stabilizzazione. Gli ultimi mesi, anziché essere utilizzati per elaborare un programma concreto di aiuto ad uscire dalla crisi, hanno invece visto una serie di decisioni infauste prese senza consultare «Solidarnosc».

La  commissione esprime la propria inquietudine per la situazione nell’edilizia civile e per i progetti di una sua ulteriore riduzione. Si denuncia anche la mancata riforma del servizio sanitario e la difficile situazione nel rifornimento di mezzi di produzione e pezzi di ricambio all’agricoltura. Non si sono inoltre prese iniziative concrete per accrescere la giustizia sociale. «Solidarnosc» illustrerà al più presto la sua posizione sulla riforma dell’economia, la nomina degli organismi dell’autogestione operaia, le condizioni per lo sviluppo dell’edilizia civile, le iniziative per migliorare l’estrazione del carbone. La commissione esprime anche la propria inquietudine sui progetti di riduzione dei posti di

■ Un gruppo di lavoro della commissione d’intesa di «Solidarnosc» guidato da Zbigniew Bujak si  incontra con la commissione governativa ed esprime le proprie valutazioni sullo stato della legalità in Polonia. Si insiste in particolare sulle seguenti richieste: una magistratura indipendente che meriti la fiducia dell’opinione pubblica, autonomia dei magistrati, istituzione di una Corte costituzionale, competenza ai giudici in materia di arresti, cambiamenti sostanziali nel funzionamento della Procura.

■ Un gruppo di lavoro di «Solidarnosc» guidato da Bogdan Lis conduce al ministero degli Esteri trattative sull’attività del sindacato in campo internazionale.

■ Nel corso di colloqui con la commissione governativa, «Solidarnosc» di Radom chiede che venga fatta piena luce sulle vicende del giugno 1976, che vengano puniti coloro che violarono la giustizia e che siano riabilitati coloro che furono ingiustamente perseguiti. Si chiede inoltre che venga utilizzato per il servizio sanitario l’edificio del Comando provinciale della Polizia.

■ A Suwalki, dopo una serie di trattative, si arriva ad un accordo con la commissione governativa in seguito al quale l’edificio adibito a sede del Comando municipale di polizia viene trasferito al servizio sanitario, mentre il nuovo edificio destinato al Comitato del voivodato del POUF sarà utilizzato da varie organizzazioni sociali, politiche e dalle autorità dell’istruzione.

■ II ministro dell’Agricoltura Jerzy Wojtecki incontra Jan Kulaj, presidente del comitato nazionale costituente del sindacato degli agricoltori privati.

■ Effetto delle richieste e dei negoziati condotti dalla commissione nazionale di «Solidarnosc» per l’istruzione e l’educazione dovranno essere, a partire dal nuovo anno scolastico, i cambiamenti sostanziali nell’insegnamento della storia (e non soltanto della storia più recente).

■ Torna in Polonia dopo otto anni Edmund Baluka, presidente del comitato di sciopero ai cantieri di Stettino negli anni 1970-71. Il suo desiderio è quello di tornare a lavorare ai cantieri e «Solidarnosc» si impegna a farne legalizzare la posizione.

■ Esistono in Polonia detenuti politici? È la domanda che viene posta in una mini-inchiesta dell’agenzia PAP. Le risposte sono: alcune decine, alcune centinaia, alcune migliaia. La Procura Generale assicura che sono solo sei.

Maggio

■ Atmosfera nuova e forme diverse di celebrazione del primo maggio. Nessuna marcia davanti a nessuno, non folle oceaniche raccolte ad arte, nessuna costosa decorazione.

■ Per la prima volta dopo molti anni viene celebrato solennemente a livello ufficiale l’anniversario della Costituzione del 3 maggio (emanata nel 1791 dalla Dieta dei Quattro anni e ispirata alle idee della Rivoluzione francese, garantiva alcuni diritti fondamentali — ndt).

■ Nel corso di colloqui con una delegazione di «Solidarnosc», gli esponenti del ministero degli Esteri chiedono che venga sospesa l’attività sindacale dei membri di «Solidarnosc» impiegati all’estero. Dal canto suo «Solidarnosc» chiede invece che vengano favoriti i contatti con le cellule sindacali sorte fra le maestranze polacche temporaneamente occupate all’estero. «Solidarnosc» ribadisce ancora una volta di non mirare ad entrare in nessuna centrale sindacale internazionale. La parte governativa esprime parere contrario all’invio di una delegazione di «Solidarnosc» al congresso dei metallurgici negli USA.

■ II vice-premier Rakowski, a proposito dei canali di informazione del governo, dichiara: «Proprio dopo Bydgoszcz, ammaestrati da quell’amara esperienza, abbiamo messo in moto una gran quantità di questi canali. Ne abbiamo già cinque. Attraverso essi scorrono notizie diverse, spesso contraddittorie, ma proprio per questo permettono di chiarire meglio la situazione… Abbiamo attivato ad esempio un canale di informazione che viene direttamente dai voivoda. Ogni giorno riceviamo da tutto il paese una serie di informazioni che vengono esaminate dallo stato maggiore operativo del governo che ha a capo uno dei generali…».

■ II capo della polizia di Cracovia dichiara in un’intervista: «Le date del 1956, 1968, 1970, 1976 non sono per noi un qualunque episodio nella nostra attività di servizio. Esse hanno rappresentato per la polizia e per la polizia politica un dramma che ha aperto una profonda frattura fra noi e la società da cui veniamo e della cui difesa siamo al servizio».

■ Una delegazione di «Solidarnosc» si reca in Giappone su invito del consiglio generale dei sindacati nipponici. La delegazione visita Tokio, Osaka e Nagasaki.

■ Un alterco fra due ubriachi e un poliziotto a un chiosco di sigarette nella stazione di Otwock degenera in gravi disordini. Il modo, a detta di «Solidarnosc» brutale, con cui i due sono stati trattati genera la reazione della folla che assiste alla scena. Il posto di polizia ferroviaria viene dato alle fiamme e i passeggeri di un vagone si rifiutano di scendere. L’intervento di «Solidarnosc» della Mazovia (tra cui Michnik e Kuron) e del parroco del luogo riescono a calmare gli animi; il servizio di sorveglianza di «Solidarnosc» garantisce il ristabilimento dell’ordine nella stazione.

L’incidente non aveva alcun intento politico, ma è un segno sintomatico dei rapporti esistenti a Otwock fra polizia e popolazione. Stupisce invece che per più giorni la televisione abbia cercato di inculcare l’idea che Otwock è una località estremamente pericolosa.

■ La televisione ungherese manda in onda un’intervista con Lech Walesa.

■ A Stettino ha luogo il III (dei primi due i mezzi di comunicazione di massa non hanno fatto menzione) congresso del comitato nazionale costituente del sindacato indipendente degli agricoltori privati. Si calcola che attualmente il sindacato conti 2,5 milioni di iscritti e operi nel 75% dei

■ Le autorità della procura asseriscono che i dati finora raccolti nell’inchiesta sui fatti del 19 marzo a Bydgoszcz non hanno ancora permesso di far piena luce sulla vicenda. «Vorremmo sottolineare — dichiarano i procuratori — che un’inchiesta del genere non era mai stata fatta nel paese».

■ II prof. Robert Glebocki, presidente della commissione scuola di «Solidarnosc» viene eletto con una schiacciante maggioranza rettore dell’università di Danzica.

■ Conformemente alle previsioni il tribunale del voivodato di Varsavia registra finalmente il sindacato autonomo degli agricoltori privati.

■ II pestaggio di Kuznice (Bialystok) da parte di alcuni poliziotti di un pensionato membro di «Solidarnosc» provoca uno sciopero nella regione di Bialystok. Questa volta la crisi viene risolta rapidamente: i tre poliziotti vengono sospesi dal servizio attivo, viene aperta un’inchiesta e lo sciopero rientra.

■ Un gruppo di eminenti giuristi polacchi guidato dal prof. Wladyslaw Wolter elabora, su iniziativa di «Solidarnosc», un progetto di emendamento del codice penale. Il progetto prevede, tra l’altro, l’abolizione della pena di morte.

■ L’associazione indipendente degli studenti organizza un’azione di protesta e in alcune città marce di protesta contro la detenzione per motivi politici. In precedenza ai giovani delle varie parti era stato rivolto un appello ad astenersi da manifestazioni per le strade. Non si registrano incidenti.

■ Operatori dei gruppi cooperativi agricoli iniziano un’azione di protesta occupando gli edifici dell’amministrazione agricola. Dal canto suo, «Solidarnosc» invita a sospendere questo tipo di pressioni.

■ I pompieri riuniti in «Solidarnosc» prendono le distanze dall’azione di protesta proclamata autonomamente dai sindacati degli operatori della difesa dagli incendi. «Solidarnosc» è del parere che non sia opportuno intraprendere azioni di protesta finché non siano state concluse le trattative con la commissione governativa. Tutti sono comunque concordi nel riconoscere che la situazione dei pompieri ha bisogno di radicali cambiamenti.

■ II gruppo di lavoro dell’Accademia polacca delle Scienze prende in esame il «Rapporto sullo stato dell’economia» e il «Programma governativo di stabilizzazione dell’economia nazionale». Gli esperti dichiarano che sia il rapporto sia il programma sono espressione degli interessi di quegli stessi «gruppi di pressione» su cui pesa la responsabilità di aver portato il paese nell’attuale crisi. Fulcro di questi gruppi sono l’industria pesante e anche le acciaierie. Per eliminare le deformazioni nell’economia è necessario eliminare le strutture stagnanti.

■ La televisione mette in onda un film girato in occasione dei drammatici fatti di Bydgoszcz da operatori del ministero degli Interni.

■ Nelle trattative in corso fra i rappresentanti di «Solidarnosc» e il governo sul tema dell’accesso del sindacato ai mezzi di comunicazione di massa, la principale divergenza di vedute riguarda la richiesta di «Solidarnosc» di creare nella struttura televisiva una redazione autonoma per i temi sindacali. «Solidarnosc» vorrebbe anche il pieno controllo per quanto concerne i temi e la realizzazione delle trasmissioni sindacali alla radio e alla televisione.

Giugno

■ Visto che le trattative fra un gruppo di lavoro della commissione nazionale d’intesa di «Solidarnosc» e il vice-premier Rakowski non portano ad alcun risultato, gli esponenti di «Solidarnosc» fanno appello alla commissione straordinaria di intervento del parlamento, pur ribadendo la propria intenzione di sospendere lo sciopero proclamato per il 3 luglio. «Solidarnosc» fa riferimento anche all’appello alla moderazione e al rispetto degli impegni assunti rivolto dal consiglio centrale della Conferenza Episcopale.

■ Alla conferenza del partito a Bydgoszcz, il vice-premier Rakowski dichiara: «Da parte nostra il limite del buon senso dei compromessi è ormai agli sgoccioli. Ed è ormai al limite anche la pazienza degli alleati. La Polonia può diventare entro breve tempo un focolaio di tensioni la cui importanza ne travalica i confini».

■ Dopo trent’anni di assenza ritorna in Polonia per una visita di alcuni giorni il poeta Czeslaw Milosz.

■ In un’intervista il portavoce della commissione d’intesa di «Solidarnosc» dichiara che il sindacato segue con inquietudine il processo di anarchia in atto nell’economia. L’operato delle autorità non fa altro che aggravarlo. Un esempio è dato dalla firma dell’accordo salariale con le unioni dei lavoratori di settore nello stesso momento in cui a «Solidarnosc» veniva chiesto di contenere tutte le rivendicazioni salariali.

■ II CC del PCUS invia una lettera al CC del POUF. Tutti i mezzi di comunicazione in Polonia danno risonanza alla cosa.

■ Convocazione straordinaria del plenum del CC del POUF. Nel corso di una drammatica discussione viene ribadita la linea di Kania e Jaruzelski, cioè la linea della soluzione della crisi attraverso le trattative. Viene anche confermata la data del congresso straordinario del partito.

■ A Lublino sconosciuti imbrattano nottetempo il monumento al Soldato Sovietico. A Lublino si trova Lech Walesa che rilascia la seguente dichiarazione: «Si è voluta fare una provocazione in occasione della mia visita a Lublino. Qualcuno vuole dare ad intendere che noi imbrattiamo i monumenti, che noi vogliamo annullare il ricordo dell’Armata Rossa, che siamo contro l’Unione Sovietica. “Solidarnosc” non fa questo genere di cose: questo è un classico esempio di provocazione. Voglio dire che i colleghi di “Solidarnosc” della zona hanno deciso di provvedere loro alla ripulitura del monumento».

■ Braccio di ferro alla «Lot», le linee aeree polacche. Già da tempo la conferenza dell’organismo di autogestione dei lavoratori della linea aerea ha eletto un nuovo direttore. Il ministero delle Comunicazioni rifiuta però questa candidatura, ma al tempo stesso non propone niente di costruttivo.

■ Nel XXV anniversario dei tragici fatti del giugno 1956 viene inaugurato a Poznan un monumento a ricordo delle vittime

■ Anche a Radom viene inaugurato un monumento a ricordo delle vittime della protesta del giugno 1976.

Luglio

■ Breve visita del ministro degli Esteri sovietico Gromyko.

■ II vice-premier Rakowski incontra il presidium della commissione nazionale d’intesa di «Solidarnosc». La delegazione sindacale esprime le proprie valutazioni sui progetti di legge sul controllo di stampa, pubblicazioni, edizioni, sui sindacati, sulle imprese statali e sull’autogestione delle maestranze delle imprese di stato

■ Grave penuria di benzina nel paese. File gigantesche di auto davanti ai distributori.

■ Si apre il nono congresso straordinario del POUF. 1964 delegati devono discutere sui cambiamenti nello statuto del partito, eleggere i nuovi membri della direzione, affrontare i modi per uscire dalla catastrofica situazione economica.

■ Continua il braccio di ferro alla «Lot». Davanti alla ferma decisione del governo di non affidare le funzioni di direttore al candidato eletto dai lavoratori, viene proclamato uno sciopero di avvertimento di quattro ore che paralizza tutto il traffico aereo. Immediata reazione del ministero che nello stesso giorno dello sciopero provvede alla nomina, senza consultazione degli organismi dell’autogestione, del nuovo direttore. I lavoratori minacciano uno sciopero a partire dal 24 luglio.

■ Sciopero di avvertimento di un’ora nei porti polacchi. Alla base l’impasse nelle trattative tra «Solidarnosc» dei portuali e il ministero della Marina mercantile.

■ Lech Walesa viene eletto presidente della direzione regionale di «Solidarnosc» a Danzica. L’altro candidato era Andrzej Gwiazda.

■ Una nuova serie di trattative tra la commissione governativa e la commissione nazionale di coordinamento di «Solidarnosc» dei lavoratori portuali si conclude con un nulla di fatto. Le trattative vengono interrotte e si delinea la minaccia di uno sciopero dei portuali.

■ Lech Walesa rivolge un appello a tutti i centri regionali di «Solidarnosc» affinchè sospendano ogni iniziativa di protesta.

■ «Preoccupata per i destini della patria e consapevole della grave situazione economica del paese, la commissione nazionale di coordinamento dei lavoratori del settore portuale revoca lo sciopero nei porti…». Lo sciopero è stato sospeso proprio all’ultimo momento in seguito a un compromesso su cui entrambe le parti, dopo lunghe ed estenuanti trattative, hanno trovato un accordo. In conseguenza di ciò il capo-gabinetto della Marina mercantile,ministro Bajger, sigla la «Carta dei portuali» che acquista valore retroattivo a partire dal 1 marzo.

■ Viene sospeso lo sciopero minacciato alla «Lot» per il 24 luglio, grazie all’intervento del premier Jaruzelski che spezza la linea dura finora seguita dal ministero delle Comunicazioni. Alla «Lot» che chiede autonomia e produttività economico-finanziaria per l’impresa, il premier propone uno statuto differenziato che tiene conto della posizione dei lavoratori della compagnia aerea. Circa la questione del direttore, il candidato eletto dai lavoratori viene nominato vice-direttore per gli affari commerciali.

■ La commissione  nazionale d’intesa di «Solidarnosc» dichiara che qualunque aumento di prezzi è assurdo. L’aumento dei prezzi deve essere al centro e non prima della riforma dell’economia. Solo a condizione della riforma può essere accettato un aumento dei prezzi.

■ II nuovo Primate di Polonia, arcivescovo Józef Glemp, riceve Lech Walesa.

■ In seno alla presidenza della commissione nazionale d’intesa di «Solidarnosc» viene eletto un gruppo di lavoro responsabile delle decisioni; ne fanno parte Walesa, Onyszkiewicz, Celirìski, Gwiazda, Lis e Kalinowski.

■ La mancanza di generi alimentari provoca un’ondata di manifestazioni di protesta per le strade. A Lódz, nella via principale della città, si svolge una «marcia della fame» a cui partecipano migliaia di donne. Alla manifestazione partecipa anche il vescovo ordinario di Lódz; non si fanno vive, invece, le autorità cittadine. Analoghe manifestazioni si svolgono in altre città, sempre con il massimo ordine e disciplina. A una situazione di conflitto si arriva solo a Varsavia dove una colonna di autobus del servizio municipale diretta verso l’edificio del Comitato Centrale viene bloccata dalla polizia. Per lungo tempo tutto il centro cittadino  rimane bloccato. La situazione è grave. «Zycie Warszawy» scrive: «II limite di resistenza è ormai vicino».

Agosto

■ La commissione nazionale d’intesa di «Solidarnosc» diffonde un comunicato in cui tra l’altro si denuncia la mancanza di un programma comune per uscire dalla crisi; il cattivo funzionamento del sistema di regolamentazione degli alimenti; la mancanza di un’azione decisa a favore della riforma dell’economia, mentre la dura campagna contro il movimento autonomistico dei lavoratori e la forzatura di progetti governativi di legge dimostrano che le autorità intendono difendere il sistema vigente che ha provocato la crisi.

■ La sezione nazionale comunicazioni urbane di «Solidarnosc» lancia un grido d’allarme: nel mese di luglio in tutto il paese 2.500 autobus e 700 tram sono rimasti fermi per mancanza di pneumatici, accumulatori, pezzi di ricambio. Un ulteriore aggravamento della crisi nel settore delle comunicazioni può portare alla sua agonia nell’anno in corso.

■ Lunghe trattative che si concludono senza alcun risultato fra il vice-premier Rakowski (che guida la delegazione del governo) e la presidenza della commissione nazionale d’intesa. La presidenza della commissione non accetta la bozza di comunicato finale. Il vice-premier sospende le trattative e da parte governativa si susseguono le dichiarazioni che attaccano duramente la posizione di «Solidarnosc».

Secondo «Solidarnosc» la mancanza di accordo sul comunicato congiunto non era un motivo per sospendere le trattative. A Danzica viene convocata la seduta plenaria della commissione nazionale d’intesa; (interviene anche il ministro Ciosek con un gruppo di esperti). Alla seduta vengono illustrati i principi programmatici di «Solidarnosc» e viene valutato l’andamento dei colloqui con il vice-premier Rakowski.

■ Si conclude dopo 50 ore il blocco del centro di Varsavia. La fine di questa azione di protesta coincide con la fine di uno sciopero di avvertimento di due ore proclamato in tutta la regione della Mazovia.

■ «Solidarnosc» dell’Alta Slesia e del Bacino annuncia uno sciopero di avvertimento di quattro ore da cui vengono esclusi il settore alimentare, il commercio, i servizi comunali, le industrie farmaceutiche. Scioperi analoghi per protestare contro la mancanza di generi di prima necessità si svolgono anche in altre regioni del paese. Dove non avvengono scioperi si svolgono marce di protesta per le strade (ad esempio a Cracovia).

■ Nell’aula del Politecnico di Varsavia si tiene il II incontro nazionale dei rappresentanti degli organismi di autogestione dei lavoratori. Si discute e corregge il progetto  di  legge  sulle  imprese cooperative elaborato dalla rete delle organizzazioni aziendali di «Solidarnosc».

■ «Solidarnosc» degli agricoltori privati decide che le tessere per la carne dei contadini vengano trasferite a vantaggio degli operai e in particolare dei minatori.

■ A Danzica dura tre giorni la seduta della commissione nazionale d’intesa di «Solidarnosc». Ai lavori del primo giorno partecipa anche la commissione governativa con il ministro Ciosek. La commissione approva l’operato della sua presidenza nelle trattative con la commissione governativa guidata dal vice-premier Rakowski e definisce infondati gli attacchi lanciati contro «Solidarnosc» che sono solo un tentativo di far ricadere sul sindacato la responsabilità della grave situazione socio-economica in cui versa il paese.

La commissione respinge anche le insinuazioni circa le mire di governo che «Solidarnosc» nutrirebbe e ribadisce che il sindacato non intende svolgere alcun ruolo politico. La commissione rivolge anche un appello ai membri del sindacato e della società che contiene l’invito a sospendere tutte le azioni di protesta e a riprendere il lavoro negli otto sabati liberi. Si fa appello anche agli organizzatori della marcia a favore dei detenuti politici perché la sospendano. Viene annunciato infine uno sciopero di due giorni (18 e 19) della stampa in quanto il sindacato non è riuscito ad ottenere ancora l’accesso ai mezzi di comunicazione.

■ Si riunisce per la seconda volta dopo il congresso il plenum del CC del POUF. Viene ascoltata la relazione di Barcikowski che accusa «Solidarnosc» di avventurismo e di volontà di indebolire le autorità statali; segue il rapporto del vice-premier Obodowski sullo stato dell’economia. Al termine della discussione viene approvata una risoluzione che esprime la volontà di continuare sulla via del rinnovamento e dell’intesa sociale ribadita anche dal congresso straordinario. Si afferma anche che il direttivo di «Solidarnosc» si è andato distanziando dalla cooperazione e dalla corresponsabilità nella soluzione dei problemi socio-economici.

■ «Tygodnik Solidarnosc» pubblica una dichiarazione dell’associazione dei giornalisti polacchi che stigmatizza la violenta campagna di disinformazione in atto nel paese e che rischia di pregiudicare la linea di costruttiva collaborazione indispensabile agli interessi della nazione.

■ Nell’ambito dell’inchiesta sulla pubblicazione, nel bollettino «Solidarnosc» dell’acciaieria di Katowice, di alcuni testi definiti antistatali e antisovietici, la procura di Katowice decide la chiusura della tipografia dell’acciaieria

■ «Di fronte alla campagna di propaganda in atto da alcuni giorni contro il sindacato a cui va unito il rigoroso divieto di qualunque replica da parte di ‘Solidarnosc’» la commissione nazionale d’intesa preannuncia un’azione di protesta su scala nazionale della durata di due giorni che consiste nella sospensione in tutto il paese della stampa e del recapito dei giornali quotidiani.

■ A Katowice si allarga il conflitto tra «Solidarnosc» e il direttore dell’acciaieria. Si comincia con la chiusura della tipografia dell’acciaieria dove viene stampato il bollettino «Wolny Zwiqzkowiec». Alla domanda da che parte stia il direttore: se con le maestranze o con il governo, egli risponde — con il governo. «Solidarnosc» propone fra le maestranze un referendum sulla fiducia al direttore.

■ Sempre bloccata la questione dell’accesso di «Solidarnosc» alla televisione.

■ L’associazione indipendente degli studenti protesta contro i cambiamenti nel progetto di legge sull’istruzione superiore introdotti dai ministeri competenti senza interpellare le parti interessate.

■ A causa del mancato rispetto da parte governativa degli accordi relativi al risarcimento morale e materiale delle persone coinvolte nella protesta del giugno 1976, viene proclamato a Radom uno sciopero di avvertimento di un’ora dei mezzi di trasporto comunale; viene anche annunciato uno sciopero generale di tutta la regione di Radom. Gli scioperi vengono poi sospesi in seguito all’inizio di trattative con una commissione governativa.

■ Si compie un anno dalla firma degli accordi tra commissioni governative e comitati interaziendali di sciopero che posero fine agli scioperi dell’agosto ’80. L’anniversario cade in un momento di particolare tensione in cui le forze sindacali  contestano  la mancata realizzazione degli impegni sottoscritti. L’attenzione dell’opinione pubblica è puntata sul primo congresso nazionale di «Solidarnosc» che inizia a Danzica sabato 5 settembre.

In un suo editoriale la redazione del settimanale «Solidarnosc» scrive: «Occorre pensare con coraggio e agire con saggezza. Distinguere ciò che è importante da ciò che è secondario; quello che è possibile da ciò che è irreale. La misura degli effetti sarà data dalla fiducia della società nel nostro sindacato… Che il congresso di ‘Solidarnosc’ sia un congresso per la Polonia».