Alcune note su Concilio e postconcilio tra storia, ermeneutica e Massoneria* (Note)

Fides Cattolica anno IV n.2-2009

di padre Paolo M. Siano, FI

NOTE

(*) In questa sede, tra la variegata letteratura massonica citerò quasi esclusivamente quella che interpreta il Concilio Vaticano II (per lo più secondo l’ermeneutica della discontinuità, dunque come i progressisti) e teorizza (salvo rare eccezioni) la compatibilita tra Chiesa e Massoneria. Ribadisco invece l’esistenza di motivi oggettivi di incompatibilità tra l’essere cattolico e l’essere massone. Per questo mi limito a rimandare ai miei studi già pubblicati, tra cui: P. Siano, Uno studio sull’incompatibilità tra Massoneria e Chiesa Cattolica, in Fides Catholica, N°1/2006, pp. 21-78.
2) Cf. S. Bisi, Mitra e Compasso. Storia dei rapporti tra Massoneria e Chiesa da Clemente XII a Benedetto XVI, Protagon Editori, Siena 2006, pp. 61-84. Bisi dedica tre capitoli alla stagione conciliare: Il Concilio Vaticano II (pp. 61-63), Le speranze con Giovanni XXIII (pp. 65-69), Il Concilio visto dai massoni (pp. 71-76). Stefano Bisi è massone del Grande Oriente d’Italia, Presidente del Collegio dei Maestri Venerabili della Toscana (COI).
3) Ivi, p. 81. L’incauto ottimismo catto-massonico, pre e postconciliare, è ben documentato e rappresentato da don Rosario Francesco Esposito, Chiesa e Massoneria. Un DNA in comune, Nardini Editore, Firenze 1999, pp. 127-131, 222-223.
4) Cf. J.A. Ferrer Benimeli – G. Caprile, Massoneria e Chiesa Cattolica ieri, oggi e domani, Edizioni Paoline, Roma 1979, pp. 87-88. I tre interventi conciliari di mons. Mendez Arceo: 6 dicembre 1962 (35a Congregazione Generale del Concilio), 20 novembre 1963 (71a Congr. Gen.), 29 settembre 1964 (90a Congr. Gen.).
5) Ivi, p. 89, nota n. 65. Alla Massoneria si oppose apertamente il cardinale Ernesto Ruffini (noto “conservatore”), nella 89a Congr. Gen. del 28 settembre 1964 (cf. ivi, p. 88).
6) E. Laudicina, Il cappuccio e la tiara. Impossibile il dialogo tra Chiesa e Massoneria?, Bastogi Editrice Italiana, Foggia 2000, pp. 185-186. Ernesto Laudicina è massone della Gran Loggia d’Italia – Palazzo Vitelleschi (GLDI) ed è 33o grado RSAA della suddetta Massoneria di Palazzo Vitelleschi (cf. ivi, 4a pag. di copertina).
7) Nella sua Lettera aperta al Presidente della Repubblica italiana, datata 15 febbraio 1996, l’allora Gran Maestro della Massoneria del Grande Oriente d’Italia, l’Avv. Virgilio Gaito, ha presentato un elenco di massoni importanti nella storia. Tra i «religiosi» massoni, Gaito ha inserito anche «il Cardinale Kònig di Vienna» (V. Gaito, Editoriale – Lettera aperta al Presidente della Repubblica, in Massoneria Oggi, Rivista del Grande Oriente d’Italia, Anno III, N.2 Marzo-Aprile 1996, Società Erasmo, Roma, p. 7 (5-11). Gaito scrive in quella lettera che la Massoneria «ha ispirato la nascita di benemeriti Clubs Service come il Rotary (ad opera del massone Paul Harris) ed i Lyons (ad opera del massone Melvin Jones) di cui molti massoni, come me, fanno parte cooperando nelle loro innumerevoli iniziative filantropiche» (ivi, p. 8).
8) II 2 dicembre 2006, don Rosario F. Esposito (1921-2007) è stato nominato «Maestro Libero Muratore Onorario» dal Sovrano Gran Commendatore Gran Maestro Luigi Danesin 33o della Gran Loggia d’Italia – Palazzo Vitelleschi (GLDI), alla presenza di circa 400 massoni (cf. A. Custodero Il sacerdote che si è fatto massone, in Il Venerdì di Repubblica, N. 987, 16 febbraio 2007, Supplemento de la Repubblica, Roma, pp. 36-37). La Dr.ssa Barbara de Munari di Cento (Responsabile Ufficio Stampa della GLDI e Portavoce del SGCGM Danesin 33o) dichiarava che il conferimento del 3 grado onorario a don Esposito non era un’iniziazione massonica (sarà proprio vero?) ma solo un riconoscimento fraterno dell’impegno accademico e pastorale massonologico (e filo-massonico!) del sacerdote paolino (cf. Dagli Atti della Grande Assemblea della GLDI del 2 dicembre 2006, in gran loggia d’Italia – piazza del Gesù – palazzo Vitelleschi, in http://www.granloggia.it/documenti/padre_esposito_vaticano_8_3_07.pdf , pp. 9, website visitato il 13-8-2007. Comunque nel comunicato della Munari, don Esposito è riconosciuto dalla GLDI «come Fratello, e dunque, come “iniziato”» (ivi, p. 3). Don Rosario F. Esposito è morto il 23 novembre 2007.

9) S. Magister, Massone, non c’è comunione, in L’Espresso, 19 agosto 1999, p. 71 (68-71).

10) Ibidem.
11) Cf. E. Laudicina, Il cappuccio e la tiara, pp. 183-186.
12) Cf.ivi, pp. 187-190.

13) V. Gaito, Editoriale – Lettera aperta al Presidente della Repubblica, in Massoneria Oggi, Rivista del Grande Oriente d’Italia, Anno III, N.2 Marzo-Aprile 1996, Società Erasmo, Roma, p. 7 (5-11).

14) Cf. M. Adler, Die Freimaurer und die Vatikan, Verlag Anton A. Schmid, Pro Fide Cattolica, Durach 1992 (Germany), pp. 79, 90-92, 141-145, 165-168, 179-184.

15) Cf. Le Figaro, 9 décembre 1999, in R. de Cacqueray, L’Eglise et la Franc-MagonnerieEditorial, in Fideliter, n. 156, Novembre-Décembre 2003, in Fraternité sacerdotale saint pie X, La porte latine – site official du District de France, in http://www.laportelatine.Org/accueil/editos/2003/11/1 l.php . Dopo la morte di p. Desbrosse, mons. Le Bourgeois ne ha confermato l’appartenenza alla Massoneria (cf. http://www.cailletm.com/index.php/2006/05 , sito del dr. Maurice Caillet, ex massone 18 grado del GOdF, da alcuni anni rientrato nella Chiesa Cattolica).

16) Cf. Arkhghan, Avec Jean-Pierre Bayard: aux origines de la Franc-Maconnerìe…, in Les Baladins de la Tradition, in http://www.bldt.net/Om/spip. php?article477&var recherche=Arkghan, dimanche 25 février 2007, website visitato il 29 maggio 2007, p. 5 di 10.

17) Cf. Arkhghan, Jean-Pierre Bayard parle de la Franc-Magonnerie et de l’Eglise, in Les Baladins de la Tradition, in http://www.bldt.net/Om/spip.php7article479, lundi 26 février 2007 (Rencontre du 4 mai 2006), website visitato il 29 maggio 2007, pp. 2-3 di 5. Bayard afferma che c’è stata apertura della Chiesa verso la Massoneria al tempo di Giovanni XXIII e di Paolo VI. Poi Giovanni Paolo II è stato meno conciliante e Benedetto XVI sembra esser ancor più avverso alla Massoneria (cf. ivi, p. 3 di 5).

18) Cf. F. Venzi, Un nuovo inizio, (allocuzione del 25 giugno 2005) in GLRI Newsletter, Anno I, N. 1, Luglio 2005, Gran Loggia Regolare d’Italia, Roma, p. 7. Ovviamente in quel testo non è rivelata l’identità di quel sacerdote.

19) II GM Venzi definisce il MV don Naiaretti: «Spirito libero ed anticonformista» (GM F. Venzi, Con somma tristezza, in http://lnx.grandlodqe-italy.org/phpnews/ show news.php?uid=109 (website visitato nei primi giorni di novembre 2006 e poi il 15 dicembre 2006); vedi il necrologio di don Naiaretti anche al nuovo indirizzo URL della GLRI: http://www.granloggiaregolareitalia.org/phpnews/show news. php?uid=109.

20) Un necrologio con tanto di foto di don Sandro Naiaretti, è stato pubblicato anche dal website Pietre-Stones, curato dal massone Bruno Virgilio Gazzo, alto dignitario della GLRI: B. Gazzo, The Grand Chaplain of the GLRI has passed to the GLA, 07.11.2006, in www.freemasons-freemasonry.com/phpnews/shownews. php? uid=50 (3 dicembre 2006). GLA, nel gergo massonico inglese vuoi dire Grand Lodge Above (Gran Loggia Superiore), ossia, l’al di là… In quei giorni ho fatto una ricerca su internet ed ho trovato che don Sandro Curioso Naiaretti (1950-2006) era parroco in Val Pesarina, diocesi di Udine. Dai giornali locali non risulta la sua appartenenza alla Massoneria (http://scannerblu.splinder.com/tag/don%20sandro%20naiaretti (3 dicembre 2006)), rivendicata solo dalla GLRI. È interessante notare che proprio ad Udine (come risulta in quel periodo sul website della GLRI, www.qrandlodqe-italy.org, alla rubrica Logge – Triveneto) vi è una loggia della GLRI intitolata Marsilio Ficino… Costui era il dotto prete umanista (XV sec.), membro dell’Accademia Neoplatonica fiorentina, patito per l’Ermetismo egiziano, gli Inni Orfici, gli amuleti magici…

21) Cf. [Anonimo], Chiesa apre a massoni? Gris, manipolazioni giornalistiche (AGI, 8 marzo 2007), in Rassegna Stampa di Erasmo Notizie, Bollettino d’informazione del Grande Oriente d’Italia, Anno VIII, N° 5-6, 15-31 marzo 2007, p. 30.

22) Cf. G. Biffi, Memorie e digressioni di un italiano cardinale, Edizioni Cantagalli, Siena 2007, p. 157.

23) Cf. ivi, p. 183.

24) ivi, pp. 183-184.

25) ivi, p. 184. Cf. anche R. Amerio, Iota unum. Studio delle variazioni della Chiesa cattolica nel secolo XX, Ricciardo Ricciardi Editore, Milano-Napoli 19862, pp. 70-72.

26) Lo storico Hubert Jedin scrive: «la costituzione pastorale “Gaudium et spes”, il testo più ampio di tutto il concilio, fu posta come il “cuore del concilio” accanto alle altre tre costituzioni. Essa vuole essere “una definizione completamente nuova del rapporto tra la chiesa e il mondo” e vuole quindi che la chiesa si rivolga al mondo e cioè allo spirito dell’età moderna, dopo che un secolo prima se ne era distanziata con il Sillabo. Questa costituzione fu salutata con entusiasmo, ma la sua storia posteriore ha già dimostrato che allora il suo significato e la sua importanza erano stati largamente sopravvalutati e che non si era capito quanto profondamente quel “mondo” che si voleva guadagnare a Cristo penetrasse nella chiesa» (H. jedin, Il Concilio Vaticano II, in Aa. Vv., Storia della chiesa, vol. X/1, diretta da Hubert Jedin, Jaca Book Edizioni, Milano 1980, p. 151). Jedin afferma che la Gaudium et spes è «troppo fiduciosa nel progresso» (ibidem).

27) Cf. R. de Mattei, Il crociato del XX secolo, p. 297.

28) Cf. ivi, pp. 298-300.

29) Cf. B. Gherardini, Concilio Ecumenico Vaticano II. Un discorso da fare, Lettera di Mons. M. Oliveri (Vescovo di Albenga-lmperia), Premessa di Mons. A.M. Ranjith (Arcivescovo Segretario della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti), Casa Mariana Editrice, Frigento (AV) 2009, 260 pp.

30) Cf H. Jedin, Il Concilio Vaticano II, in Aa Vv., Storia della chiesa, vol. X/1, p.153

31) Ivi, p. 153, corsivo mio.

32) Un necrologio sul p. Antoine Wenger, Assunzionista: cf. P. Levillain, Il patrologo che scriveva la storia del tempo presente. Ricordo di padre Antoine Wenger, in L’Osservatore Romano, mercoledì 27 maggio 2009, p. 5. Dal 1957 al 1973 dirige il giornale La Croix, continuando ad insegnare teologia cattolica a Strasburgo. Fu grande amico del Card. Villot intrattenendosi con lui tutte le domeniche alle quattro del pomeriggio, dal 1973 fino alla morte di quest’ultimo (gennaio 1979). Wenger pubblicò i suoi colloqui nel 1989 suscitando «qualche alzata di sopracciglio da parte di Roma, sebbene non vi fosse alcuna indiscrezione flagrante» (ibidem).

33) Cf. A. Wenger, Paul VI et La Croix, in Paul VI et la modernité dans l’Eglise, Actes du colloque organisé par l’Ecole Francaise de Rome (Rome 2-4 juin 1983), Ecole Francaise de Rome (Palais Farnese) – Istituto Paolo VI (Brescia) 1984, p. 757 (747-764). Il Card. Giuseppe Siri, nel suo Diario, al 19.XI.64 scriveva: «Se la Chiesa non fosse divina questo Concilio l’avrebbe seppellita. Noi abbiamo una prova in più. Infatti tutte le condizioni per far andar male le cose ci sono state in notevole misura e non ci sono riuscite. Deo gratias!» (Diario Siri, in B. Lai, Il Papa non eletto. Giuseppe Siri cardinale di Santa Romana Chiesa, Gius. Laterza & Figli, Roma-Bari 19931, p. 402). E al 20.XI.64, scriveva: «II card. Ruffini ha poi seguito il Papa al quale ha raccomandato di tener saldo il suo potere senza lasciarsi prendere da spinte demolitrici democratiche. Infatti il Papa accennava a lui di volersi mettere una volta attorno a un tavolo coi cardinali. Ruffini ha detto bene. Tira un’aria che è mossa e bisogna andar cauti, riconoscendo che la Chiesa sta passando forse uno dei suoi momenti peggiori» (ivi, p. 403, corsivo mio).

34) Cf. M. Oliveri, La riscoperta di Romano Amerio, in Studi Cattolici, giugno 2009, n.580, Giugno 2009, Edizioni Ares, Milano, pp. 425-426 (424-426). Mons. Oliveri accenna a «quella mentalità che esisteva chiaramente all’interno del Concilio e che il cardinal Joseph Ratzinger, descrive nel suo libro-autobiografia (La mia vita) in questi termini: “Sempre più cresceva l’impressione che nella Chiesa non ci fosse nulla di stabile, che tutto può essere oggetto di revisione. Sempre più il Concilio pareva assomigliare a un grosso parlamento ecclesiale che poteva cambiare tutto e rivoluzionare ogni cosa a modo proprio… Le discussioni conciliari venivano sempre più presentate secondo lo schema partitico tipico del parlamentarismo moderno” (pp. 97-98). “Alla fine «credere» significava come «ritenere», avere un’opinione soggetta a continue revisioni” (p. 90)» (M. Oliveri, La riscoperta di Romano Amerio, p. 426).
35) Cf. R. Amerio, Iota unum. Studio delle variazioni della Chiesa cattolica nel secolo XX, Ricciardo Ricciardi Editore, Milano-Napoli 19862, pp. 42-43. Il Card. Giuseppe Siri rivela al giornalista Benny Lai che fu il Card. Ruffini (noto “conservatore”) a suggerire un Concilio sia a Pio XII che a Giovanni XXIII (cf. B. Lai, Il Papa non eletto. Giuseppe Siri cardinale di Santa Romana Chiesa, Gius. Laterza & Figli, Roma-Bari 19931, pp. 179-180).
36) R. Amerio, Iota unum, p. 44. Amerio parla anche de «la rottura della legalità conciliare e la rimozione del Concilio preparato» (ivi, p. 44, nota n. 5). Amerio ha collaborato col Vescovo di Lugano, Mons. Angelo Jelmini, che fu membro della Commissione Preparatoria Centrale. Amerio potè dunque conoscere e studiare tutti i documenti (cf. ivi, p. 44, nota n. 8).
37) Ivi, p. 48.
38) Cf. ivi, pp. 48-49.
39) Cf. ivi, pp. 49-50.
40) Cf. ivi, p. 53.
41) Cf. ivi, pp. 58-60.
42) Cf. ivi, pp. 61-62. Amerio cita il brano di un discorso di Mons. G.B. Montini, arcivescovo di Milano, che ebbe a dire: «II Concilio deve indicare la linea del relativismo cristiano, fin dove la religione cattolica deve essere ferrea custode di valori assoluti e fin dove può e deve piegarsi all’accostamento, alla connaturalità della vita umana quale storicamente si presenta» (L’Osservatore Romano, 8-9 ottobre 1962, cit. da R. Amerio, Iota unum, p. 61).
43) Cf. ivi, p. 65.
44) Ivi, pp. 65-66. Nella citazione del giornale Le Lorrain, Amerio non menziona il numero di pagina.
45) Ivi, p. 66.
46) Cf. ivi, p. 66.
47) Cf. ibidem.
48) Ivi, pp. 66-67, corsivo mio. Sul caso dell’accordo di Metz (sfociato poi nella Ostpolitik vaticana postconciliare) qui descritto da Amerio, cf. anche J. Madiran, L’accord de Metz ou pourquoi notre Mère fut muette, Via Romana, Versailles (France) 2006, pp. 19-21, 23-25, 28-31, 47-49. Nel 2006 il cardinale Glemp rivelò che Papa Giovanni Paolo II era spiato da agenti comunisti polacchi penetrati sin dentro al Vaticano e al clero cattolico polacco. Secondo un rapporto della Chiesa di Polonia – rivela Glemp – circa il 15% del clero polacco collaborava col regime comunista. Nel 1963 il card. Wyszinski informò i Vescovi francesi (in un rapporto di 10 pagine) che in Francia, attraverso il progressismo, si era infiltrata una rete comunista che mirava ad asservire la Chiesa. Madiran spiega che dopo la metà degli anni ’30 la rete comunista reclutava tra la gioventù comunista alcuni soggetti dotati e capaci di entrare in seminario e divenir preti. Inoltre diventavano agenti comunisti anche uomini già preti, magari per perversione ideologica oppure perché ricattabili, ad esempio in caso di omosessualità (cf. ivi, pp. 62-65).
49) R. Amerio, Iota unum, p. 67.
50) Cf. ivi, pp. 74-75.
51) Cf. ivi, p. 75. Amerio sottolinea la illegalità del gesto del Card. Liènart (cif. Ivi, p.75, nota n. 12).
52) Ivi, p. 76.
53) Ivi, pp. 76-77. Circa quel 13 ottobre 1962 (la pioggia fu molto forte quella mattina), nel suo Diario, il Card. Siri annota che all’intervento del Liénart si associò anche il card. Frings a nome dei cardinali Dòpfner e Kònig, mentre il Card. Tisserant (Decano del Collegio Cardinalizio) si mostrava «chiaramente compiaciuto» (cf. Diario Siri, in B. Lai, Il Papa non eletto, p. 360).
54) Cf. R. Amerio, Iota unum, p. 78.
55) Cf. ivi, pp. 79-80.
56) Ivi, p. 80.
57) Cf. ivi, p. 80.
58) Cf. ivi, p. 100.
59) Cf. ivi, pp.104-105
60) Cf. ivi, p. 106.
61) Cf. ivi, p. 107
62) Cf. ivi, pp.108-109.
63) ivi, p. 119
64) Cf. ivi, pp. 124-132.
65) Cf. ivi, pp. 464-470.
66) Cit. da Amerio, p. 607.
67) Cf. ivi, pp. 614-616.
68) Cf. ivi, pp. 616-618.
69) Cf. ivi, pp. 620-624.
70) Cf. L. Villa, Paolo VI beato?, Editrice Civiltà, Brescia 1998. Di Paolo VI, don Villa contesta tra l’altro: «La Sua “apertura al Mondo”» (59-94), «La Sua apertura al Modernismo”» (95-116), «La Sua “tolleranza e complicità”» (179-202), «La Sua “apertura al Comunismo”» (203-238), «La Sua “Messa ecumenica”» (239-278). Cf. anche F. Spadafora, Il Postconcilio. Crisi: diagnosi e terapia, Edizioni Settimo Sigillo, Roma 1991, pp. 15-25, 83-86. A mio parere, sono testi da leggere con grande cautela e da sconsigliare a persone non molto istruite nella Fede cattolica e nella conoscenza della storia ecclesiastica.
71) Cf. J. Prévotat, Les sources frangaises dans la formation intellectuelle de G.B. Montini (1919-1963), in Paul VI et la modernità dans l’Eglise, pp. 106, 112-113, 118-119, 124 (101-127); cf. G. De Rosa, La formazione di G.B. Montini, in Paul VI et la modernità dans l’Eglise, p. 4 (3-13).
72) Cf. E. Fouilloux, Giovanni Battista Montini face aux débats ecclésiaux de son temps (1944-1954), in Paul VI et la modernité dans l’Eglise, pp. 87, 98 (85-99). Riporto questo giudizio “forte” di mons. Francesco Spadafora: «II futuro Paolo VI frequentò da esterno il Seminario di Brescia; più che di teologia si dilettava di letteratura. E, quel che è peggio, si manteneva in contatto con personaggi ed ambienti modernisti. Tra l’altro, fu frequentatore assiduo, anche da Sacerdote, del salotto del conte Gallarati Scotti, ritrovo dei più noti esponenti del modernismo italiano e straniero» (F. spadafora, Il Postconcilio, p. 83).
73) Cf. C. Cremona, Paolo VI, Presentazione di mons. Pasquale Macchi, Arcivescovo di Loreto, già segretario particolare di Paolo VI, Rusconi libri, Milano 1994, p. 123. Per tutta la vicenda, le pp. 119-128.
74) Cf. C. Bouchaud, Evolution de la figure classique du sacerdoce sous le pontificat de Paul VI, in Paul VI et la modernité dans l’Eglise, pp. 278-279. Montini scriveva queste cose nel 1954 quando era prò-segretario di Stato (cf. M, p. 276).
75) Cf. L. Algisi, Giovanni XXIII, Marietti, Torino 1961, pp. 241-248; cf. http://it. wikipedia.org/wiki/Preti_pperai .
76) L’Osservatore Romano, 8-9 ottobre 1962, cit. da R. Amerio, Iota unum, p. 61.
77) Cf. P. Foschini, Martini e il relativismo. Manifesto perii dialogo, in Corriere della Sera, 9 maggio 2005, p. 15.
78) Cf. Acta et Documenta Concilio Oecumenico Vaticano II apparando, Series II (Praeparatoria), Volumen II: Acta pontìficiae Commissionis Centralis praeparatoriae Concilii Oecumenici Vaticani, Pars IV: Sessio septima: 12-19 lunii 1962, Città del Vaticano 1968, p. 777, cit da A. Escudero Gabello, La cuestión de la mediación maria-na en la preparación del Vaticano II, Libreria Ateneo Salesiano, Roma 1997, p. 251.
79) Cf. H. Vorgrimler, Karl Rahner. His Life, Thought and Works, Deus Books -Paulist Press, Glen Rock, N.J. (USA) 1965, p. 51.
80) II suo segretario particolare don Macchi riferisce che il 14 dicembre 1975, nel decimo anniversario della “riconciliazione” tra Roma e Costantinopoli, Paolo VI si inginocchiò e baciò i piedi al metropolita Melitene… (cf. C. Cremona, Paolo VI, p. 234).
81) Cf. Y. Congar, L’oecuménisme de Paul VI, in Paul VI et la modernité dans l’Eglise.p. 818 (807-820).
82) Perplessità e dissenso nei confronti della Ostpolitik sono stati espressi anche da: p. Alessio U. Floridi S.J., dissidenti sovietici, cattolici (chierici e laici) dei Paesi dell’Est Europa sottoposti alla tirannia comunista, e poi gli studiosi Eugenio Corti, Dietrich Von Hildebrand, p. Cornelio Fabro, il Cardinale Wojtyla che (riferisce il Cardinal Biffi) nel 1985, da Papa, ha ribadito il suo disappunto verso la precedente Ostpolitik vaticana (A.U. Floridi, Mosca e Il Vaticano. I dissidenti sovietici di fronte al “dialogo”, Cooperativa Editoriale “La Casa di Matriona”, Milano 1976, pp. 43-84, 198-209, 284-315, 331-333; cf. D. Von Hildebrand, Satana all’opera. Nell’esegesi biblica, nella catechesi e nell’educazione religiosa, nel culto dissacrato, nella ostpolitik – 5, in Chiesa viva, n 51, Marzo 1976, pp. 17-22; cf. C. Fabro, La trappola del compromesso storico. Da Togliatti a Berlinguer, Edizioni Logos, Roma 1979, pp. 52-53, 160-161; cf. E. Corti, Il fumo nel Tempio, Edizioni Ares, Milano 20013, pp. 61-67; cf. G. Biffi, Memorie e digressioni di un italiano cardinale, pp. 184-185).
83) J. Guitton, Dialoghi con Paolo VI, Arnoldo Mondadori Editore, Milano 19683 F19671], p. 271.
84) Paul Verlaine (1844-1896) è noto per essere poeta omosessuale e di vita sregolata. Nel 1872, lasciò moglie e figlio, e visse per circa due anni col giovanissimo Arthur Rimbaud (1854-1891)… Verso il 1883, un’altra relazione omosessuale; il suo amante muore di tifo. Nel 1885 Verlaine divorzia dalla moglie ed è schiavo dell’alcol. Nel 1887 è nella miseria più nera. Per sopravvivere scrive poesie erotiche omosessuali (Hombres, 1891) ed eterosessuali (Femmes). Verso il 1894-5 riceve una pensione. Il 7 gennaio 1896 si confessa e muore il giorno dopo (http://it.wikipedia.org/wiki/Paul%20Verlaine).
85) Sul “trionfalismo” liturgistico ed arrogante di mons. Bugnini, sul suo disprezzo verso la Tradizione e verso i devoti della Liturgia Tradizionale, sul mistero della sua appartenenza alla Massoneria, rimando al mio Editoriale, in Annales Franciscani, N.3/2008, pp. 11-22, in cui cito anche il prezioso studio (“misteriosamente” esaurito) del p. Nicola Giampietro sul Cardinale Ferdinando Antonelli il quale non aveva una gran stima per mons. Bugnini.
86) Cf. C. Cremona, Paolo VI, pp. 232-233.
87) Mons. Gherardini fa i nomi di importanti «novatori» (conciliari e postconciliari) che, «con fendenti diretti gli uni, indiretti gli altri», hanno cercato di «tagliare i ponti col passato», ossia con la Tradizione e con la Chiesa pre-conciliare. Eccoli: «Schillebeckx, Kung, Rahner, Schoonenberg, Boff, Segundo, e perfino i celebrati pezzi da novanta come Von Balthasar, De Lubac, Daniélou, Chenu, Congar, e vari altri ancora» (B. Gherardini, Concilio Ecumenico Vaticano II. Un discorso da fare, p. 90).
88) B. Lai, Il Papa non eletto, p. 261, testo e nota n. 261. Così racconta Siri al giornalista Benny Lai in un colloquio del 17/5/88, a proposito di Paolo VI: «”Negli ultimi anni, quando gli ero molto vicino, cercava di tirare il freno. Lui stesso s’era reso conto di essere andato troppo in là. Aveva buone idee ma gli mancavano le forze. Una volta mi disse: “II Sant’Offizio lo voglio fare come prima o peggio di prima”. Ma non gli fu possibile, forse per via della salute o forse perché gli ostacoli erano troppo forti. Non so dire in quale anno me lo disse. Non ho mai preso appunti delle conversazioni con il Papa”» (cit. in B. Lai, IlPapa non eletto, p. 261, nota n. 40).
89) Cf. Fraternità sacerdotale san Pio X, Si può rifiutare la Nuova Messa? Editrice Ichthys, Albano Laziale (Roma) 1998, pp. 47-51. Questo opuscolo è ancora distribuito dalla FSSPX, da come risulta nella paginetta di catalogo che è nel libro di Mons. M. Lefebvre, Vaticano II: la dubbia autorità di un concilio, Editrice Ichthys, Albano Laziale 2009, p. 80.
90) Cf. B. Lai, II Papa non eletto, pp. 284-285.
91) Cf. ivi, pp. 285-286, p. 286 nota n. 9. Molto istruttiva e ben fatta è la sintesi sul caso Lefebvre (1970-1988) e sulla FSSPX post-Lefebvre, del giornalista Christophe Geffroy (fondatore e direttore del mensile cattolico francese La Nef), Benoit XVI et “la paix liturgique”, Les Editions du Cerf, Paris 2008, pp. 138-194. Geffroy mostra la durezza di Lefebvre verso la Santa Sede, la sua incontentabilità, mancanza di umiltà e di sottomissione… A proposito dello “stato di necessità” invoca to da Lefebvre e discepoli, la FSSPX mette avanti una tesi (non di dottorato, bensì «mémoire de licence») di diritto canonico del 1995 di un padre americano (Gerald Murray) presso la Pontificia Università Gregoriana in cui si afferma la non esistenza della scomunica per Lefebvre e per i 4 Vescovi consacrati. Tuttavia la FSSPX fa meno pubblicità alla ritrattazione pubblicata da quel prete l’anno seguente sulla rivista The Latin Mass (cf. B. Geffroy, Benoit XVI et “la paix liturgique“, p. 179, testo e nota n. 2). Prima della consumazione dello scisma lefebvriano, la Santa Sede concedeva l’ordinazione di un solo Vescovo della FSSPX, ma Lefebvre, contrariamente agli accordi stipulati con la Santa Sede (protocollo del 5 maggio 1988) volle 3 o 4 Vescovi da ordinare. Egli voleva anche il 30 giugno come data di ordinazione, nonché la maggioranza nella Commissione romana. La Santa Sede aveva fissato il 15 agosto ’88 come data di ordinazione (cf. ivi, pp. 157-161).
92) A. Gnocchi – M, Palmaro, Tradizione il vero volto. Chi sono e cosa pensano gli eredi di Lefebvre. Intervista a monsignor Bernard Fellay, SugarCo Edizioni, Milan 2009, 165pp.
93) Cf. Apcom intervista Mons. Fellay: “Pressioni contro di noi su S. Sede”, 31 luglio 2009, in http://blog.messainlatino.it/2009/07/intervista-mons-fellav-i-colloqui-in.ritmi.
94) Cf. L. Bedeschi, Presentazione, in P. Sabatier, Vita di san Francesco d’Assisi, Oscar Mondadori, Milano 19781, pp. 16-20, 24-25, 28.
95) Cf. L. Bedeschi, Le false “messe nere”, in Rivista Massonica, organo del Grande Oriente d’Italia – Palazzo Giustiniani, vol. LXI – V della nuova serie, N. 2, Febbraio 1970, Soc. Erasmo, Roma, pp. 87-89. Il nome di don Lorenzo Bedeschi risulta in una lista di presunti ecclesiastici e laici cattolici iscritti alla Massoneria, lista pubblicata nel 1976 su un bollettino francese (Bulletin de l’Occident Chrétien, N.12 -juillet 1976), poi sul periodico Panorama (1976) e su Osservatore Politico (1978) del massone “piduista” Mino Pecorelli. L’elenco “massonico” del Bulletin è riportato sul website- http://freemasonrywatch.org/stpeters squared.html (22-02-2006). In realtà esiste uno stretto e intrinseco legame tra Massoneria-Massoni-satanismo/luciferismo: cf. il mio Uno studio sull’incompatibilità tra Massoneria e Chiesa Cattolica, in Fides Catholica, rivista di apologetica teologica, Anno I, N.1/2006, Seminario Teologico Immacolata Mediatrice», Firenze, pp. 45-67 (21-78).
96) Cf. R. de Mattei, Massonerìa cattolica, ovvero il Modernismo riciclato, in Radici Cristiane, n. 33, Aprile 2008, in http://www.radicicristiane.it/stampa.php/id/69/ref/6/Fede,-Morale-e%20Teoloqia/*Massoneria%20cattolica*,%20owero%20il%20Modemìsmo%20riciclato
97) cf. M. Novarino [GOI], Massoneria e protestantesimo, in G. M. Cazzaniga (a cura di), Storia d’Italia. Annali 21. La Massoneria, Giulio Einaudi Editore, Torino 2006, pp. 282, 285.
98) Cf. H. Vorgrimler, Karl Rahner, pp. 20-34.
99) Per una sintesi storica sul modernismo e neo-modernismo, o progressismo, pre- e post-conciliare cf. R. De Mattei, Introduzione a S.S. san Pio X, Pascendi Dominici gregis – sugli errori del modernismo, Premessa di mons. Luigi Negri, I Classici Cristiani, Edizioni Cantagalli, Siena 2007, pp. 9-44.
100) Cf. H. Fesquet, The Drama of Vatican II. The Ecumenical Council. June, 1962 – December, 1965, Translated by Bernard Murchland, American Introduction by Michael Novak, Random House, New York (U.S.A.) – Toronto (Canada) 1967, [originally published in French as Le Journal du Concile“, 1966, Robert Morel Editeur], p. 815.
101) Cf. M. Novak, An Introduction (1966), in H. Fesquet, The Drama of Vatican II, p.XVII(XV-XVIII).
102) Cf. R. Wiltgen, The Rhine flows into the Tiber. A History of Vatican II, Tan Books and Publishers, Rockford – Illinois (USA) 1985, pp. 15-29, 35-43, 46-50, 53-54, 82-85, 107-109, 212-222.
103) Mons. Gherardini nota che «alcuni dei Padri conciliari – e dei non meno significativi – non nascondevan aperte simpatie per antichi e nuovi modernisti, manifestavano spesso comprensione ed entusiasmo per le idee d’avanguardia e non esitavan a rimuovere perfino il ricordo dell’ormai lontano antimodernismo, del “Sodalitium pianum”, dello stesso Pio X. A me, che in uno scritto avevo favorevolmente ricordato questo santo Pontefice, un eminentissimo personaggio della Curia postconciliare sentenziò: “Questo nome, d’ora in poi, dovrà esser bandito”» [B. Gherardini, Concilio Ecumenico Vaticano II. Un discorso da fare, p. 78).
104) Sui gravi errori filosofici e teologici di Rahner (immanentismo della svolta antropologico-trascendentale, grazia quale esistenziale naturale di ogni uomo, cristologia antropocentrica ed anticalcedonese, salvezza di tutti, cristianesimo anonimo, ateismo quale cristianesimo implicito, ecclesiologia anti-magisteriale, riduzione del potere e del magistero papale, approvazione della secolarizzazione ecclesiale, secolarismo, morale soggettivista con conseguente approvazione esplicita dell’aborto eugenetico e legittimazione implicita di rapporti pre-matrimoniali, contraccezione e alcune forme di omosessualità…): cf. S.M. Lanzetta (a cura di), FI, Karl Rahner – Un’analisi critica. La figura, l’opera e la recezione teologica di Karl Rahner (1900-1984), Edizioni Cantagalli, Siena 20091, 320 pp. Rinvio al mio contributo pubblicato in quel volume (Un nuovo approccio storico-ermeneutico: il pensiero di Karl Rahner e la cultura massonica a confronto, pp. 289-318) nel quale offro una panoramica del pensiero rahneriano (filosofia, dogmatica, antropologia soprannaturale, cristologia, ecclesiologia, etica) ad eccezione dell’aspetto liturgico che per quell’occasione non ho potuto approfondire.
105) Cf. R. Wiltgen, The Rhine flows into the Tiber, p. 80.
106) Cf. ivi, p. 82.
107) Interventi circa: Tradizione e Scrittura, Inerranza biblica, storicità dei Vangeli (cf. ivi, pp. 182-184), missioni (cf. ivi, p. 257), collegialità episcopale, titolo mariano Mater Ecclesias (cf. ivi, pp. 234-235), celibato sacerdotale (cf. ivi, p. 265), matrimonio e regolamentazione delle nascite (cf. ivi, pp. 269-272), insegnamento della Chiesa sul comunismo (cf. ivi, p. 277).
108) M. Introvigne, Come I progressisti non vinsero al Concilio. Una recensione di Roma, due del mattino di monsignor Helder Càmara, in Cesnur (centro studi sulle nuove religioni), in http://www.cesnur.org/2008/mi camara.htm , (8 pp., formato A4), website visitato il 21 gennaio 2009. Introvigne riferisce che al Concilio, Mons. Càmara agì dietro le quinte e Suenens fu suo portavoce. Càmara aveva grande parte in una organizzazione “segreta” che agì al Concilio: Opus Angeli. Introvigne scrive di «riunioni cospiratorie, contatti privilegiati con i media, nomi in codice perché non si può mai sapere chi legge o chi ascolta al telefono (così il cardinale Suenens, il principale portavoce delle idee di Càmara nei dibattiti conciliari, è quasi sempre indicato come “Padre Miguel”) e perfino segnali convenuti per indicare ai padri conciliari “amici” come dovessero votare in aula». Introvigne rileva che tra i membri dell’Opus Angeli c’erano Hans Kùng, Bernard Hàring, don Giuseppe Dossetti. Già nel 1965, Càmara preparava il futuro dissenso contro la Humanae Vitae di Paolo VI.
109) Cf. H. Càmara, Terzo Mondo defraudato, Edizioni P.I.M.E., Milano 1970, pp. 56-57, 60-64, 102, 108-109.
110) Cf. L.J. (card.) Suenens, Ricordi e speranze, Edizioni Paoline, Cinisello Balsamo (Milano) 1993, p. 220.
111) Cf. L. Declerck, La réaction du cardinal Suenens et de l’épiscopat belge a l’encyclique Humanag vitas. Chronique d’une Déclaration (juillet-décembre 1968), in Ephemerides Theologìcae Lovanienses 84/1 (2008), p. 56 (1-68).
112) R. Wiltgen, The Rhine flows into the Tiber, p. 268.
113) Cf. ivi, pp. 217-218.
114) Cf. S. Congregatio pro Doctrina Fidei, Cum Oecumenicum Concilium, Epistula ad venerabiles presules conferentiarum episcopalium de nonnullis sententiis et erroribus ex falsa interpretatione decretorum concilii Vaticani II insurgentibus, 24 iulii 1966, AAS 58 (1966), pp. 659-661.
115) Insegnamenti di Paolo VI, vol. X, 1972, Tipografia Poliglotta Vaticana 1973, p. 56
116) Cf. L’azione giudaico massonica nel Concilio. 2 parte, in Chiesa viva, mensile di formazione, informazione e cultura, Anno XVI, N° 179, Novembre 1987, Editrice Civiltà, Brescia, pp. 16-19; cf. E. Ratier, Misteri e segreti del B’nai B’rìth. La più importante organizzazione ebraica internazionale, Centro Librario Sodalitium, Verrua Savoia 1995, pp. 101-112.
117) Cf. Altri ecclesiastici massoni, in Sì sì no no, Anno II, N° 6, Giugno 1976, p. 1.
118) Circa i nomi di presunti ecclesiastici massoni indicati in questo mio lavoro ed altri ancora, rimando allo studio dettagliato di C.A. Agnoli, La Massoneria alla conquista della Chiesa, Edizioni Internazionali di Letteratura e Scienze, Roma 1996, 196 pp. Molto interessanti i capitoli: III (Le liste di “Panorama” e di “OP” loro valore probatorio, pp. 14-21), IV (Altre prove di veridicità, pp. 22-29), V (Che conclusioni trarre se la lista è vera?, pp. 30-37).
119) A proposito dei futuri conclavi, p. Spiazzi riferisce questa confidenza del Card. Siri: «[Siri, nota mia] Sui conclavi del futuro, diceva che bisognava pregare per ottenere la grazia che coloro che vi avrebbero partecipato fossero veramente liberi da qualsiasi condizionamento e influsso da parte, non solo di ordine politico ed etnico, ma anche sociale. “E che non vi arrivi in nessun modo la mano di qualche sètta”, concludeva. [Siri, nota mia] Si riferiva alla massoneria, della quale diceva di avere conoscenza per confidenze dirette ricevute da affiliati, e di sapere con quali trame cercava di attanagliare uomini e organi del Vaticano (non esitava a fare alcuni nomi), col pericolo che arrivassero anche al conclave» (R. Spiazzi, Il Cardinale Giuseppe Siri, Arcivescovo di Genova dal 1946 al 1987, Edizioni Studio Domenicano, Bologna 1991, p. 101). Genova, febbraio 1988: due redattori de Il Sabato incontrano il Card. Siri. Alla domanda circa le presunte infiltrazioni massoniche nella Chiesa, il Card. Siri risponde con un volteggio di mano, come a voler dire “Eccome!” e poi si limita a dire: «La materia è grave ed io ho fonti di prima mano. Ho scritto un memoriale, su questo e altri fatti della vita della Chiesa, tra cinquant’anni potrà essere pubblicato… Di più per ora non voglio dire» (cit. da L. Brunelli – A. Tornielli, L’Ombra della loggia, in Il Sabato, Anno XIV, n. 32-33, 10 Agosto 1991, Roma, p. 25).
120) Cf. L. Brunelli -A. Tornielli, L’Ombra della loggia, in Il Sabato, 10 Agosto 1991, pp. 21-25. I giornalisti Lucio Brunelli e Andrea Tornielli ritengono poco probabile l’autenticità di quelle liste, però affermano che anche «navigati monsignori di Curia, vescovi e perfino alcuni cardinali di Santa Romana Chiesa» hanno preso sul serio quei documenti su prelati massoni (cf. ivi, p. 22). Il Gen. Mino svolse due indagini su presunti ecclesiastici massoni. Nella prima (1975), condotta su incarico di Mons. Giovanni Benelli (Sostituto alla Segreteria di Stato) e di 4 Cardinali (Staffa, Palazzini, Siri, Seper), Mino confermò in particolare la militanza massonica di Mons. Bugnini (nello stesso anno promosso pro-Nunzio in Iran). Mino si era rivolto anche ai Servizi americani poiché non si fidava di quelli italiani (in effetti, nel 1981 i nomi di dirigenti di SISMI e SISDE risulteranno essere membri della Loggia P2, come anche lo stesso Mino…). Della seconda indagine (metà 1977) affidatagli dal Card. Siri, Mino non ebbe tempo di riferire i risultati poiché morì (31.10.77) in un misterioso incidente d’elicottero in Aspromonte (cf. A. Tornielli, Battaglie fraterne. Inchiesta Chiesa e logge, in 30Giomi, n. 11 – Novembre 1992, pp. 30-33).
121) La Gran Loggia Vaticana, in Osservatore Politico, 12 settembre 1978 [pp. 20-22?]; Lista dei presunti preti massoni, in C.A. Agnoli, Una visione dello stato della Gerarchia ecclesiastica durante e dopo Giovanni XXIII e Paolo VI, in Chiesa viva, Anno XXII, N. 231, Luglio-Agosto 1992, pp. 4-5 (1-5). Tra i nomi di quella lista: i Cardinali Saggio, Casaroli, Pappalardo, Pellegrino, Potetti, Suenens, Villot; i Vescovi Ablondi di Livorno, Baldassarre di Ravenna, Bonicelli di Albano, Gottardi di Trento, Marcinkus (IOR), Bettazzi di Ivrea…; i preti: p. Giovanni Caprile, don Lorenzo Bedeschi, don Pio Pinto, David Turoldo…; i monsignori Piero Rossano, Annibale Bugnini, Franco Biffi… Ed altri ancora per un totale di 121 nomi.
122) Cf. Msgr. V. Foy, Cardinal Edourd Gagnon, P.S.S. (1918-2007), novembre 2007, in http://catholicinsight.com/online/features/article 764.shtml. All’epoca di quell’articolo, mons. Vincent Foy è il più anziano prete diocesano dell’Arcidiocesi di Toronto, canonista. Mons. Foy riferisce in quell’articolo che verso la fine degli anni 70, Paolo VI incaricò mons. Gagnon anche di un’inchiesta sulla Pontificia Università Lateranense, dove – secondo varie accuse – alcuni docenti erano modernisti ed insegnavano le teorie di Hans Kùng e di altri. Mons. Foy afferma che quelle accuse corrispondevano alla realtà. Mons. Gagnon compilò un rapporto per Paolo VI con alcuni suggerimenti. Mons. Foy non sa cosa avvenne di quel rapporto. Circa l’inchiesta di Gagnon sulla Curia Romana: cf. anche R. Moynihan, A Dying Cardinal, in http://www.insidethevatican.com/newsflash/2009/newsflash-iul-15-09.htm. Invece I Millenari (pseudonimo di un gruppo di ecclesiastici anonimi) raccontano che l’inchiesta di Gagnon sulla Curia Romana avvenne nel 1974. Lui visitò quasi tutti i vari Dicasteri (non sempre ben accolto) invitando i vari dipendenti a manifestare liberamente il loro punto di vista sui superiori e sull’andamento dell’ufficio. Così potè raccogliere confidenze e informazioni. Tre mesi di lavoro per mettere insieme il dossier che per ordine della Segreteria di Stato venne depositato presso l’ufficio di mons. Istvan Mester, presso la Congregazione per il Clero. Tra sabato 31 maggio e domenica 1 giugno fu compiuto il furto. Mons. Mester scoprì il suo ufficio a soqquadro la mattina di lunedì 2 giugno 1974. Mons. Gagnon desidera un incontro personale col Papa per consegnargli un’altra copia del dossier o per lo meno vorrebbe che la Segreteria di Stato gliela passi. Niente da fare. I Millenari non sono teneri verso la Segreteria di Stato di quell’epoca (quel dossier non doveva esser recapitato al Papa!) e sostengono che «la loggia massonica» conoscevano ladri e mandanti… (cf. I Millenari, Via col vento in Vaticano, Kaos Edizioni, Milano 1999, pp. 57-59).
123) L’avrebbe rivelato lo stesso Gagnon all’amico giornalista Robert Moynihan. Gagnon avrebbe detto che però un monsignore, suo collaboratore nella stesura di quel dossier, conosceva il contenuto (cf. l’art. di Moynihan nella nota precedente). Moynihan dice di aver intervistato (in lingua italiana) quel monsignore amico del Card. Gagnon e questi gli avrebbe confermato l’affiliazione massonica di Bugnini, il quale recatesi in Segreteria di Stato (Vaticano) per una riunione, dimenticò una sua valigetta; un monsignore l’aprì per sapere chi fosse il proprietario e vi trovò lettere del Gran Maestro della Massoneria italiana indirizzate al “Fratello” Bugnini (Buan). Quel materiale fu portato a Paolo VI che convintosi dell’affiliazione massonica di mons. Bugnini, ne dispose la repentina promozione a Pro-Nunzio Apostolico in Iran. Fu insomma una punizione (R. Moynihan, The Briefcase Left Behind, in http://www.insidethevatican.com/newsflash/2009/ news flash-iul-19-09.html
124) Tra il 1974 e il 1975, il quindicinnale cattolico antimodernista SI sì no no (con sede a Grottaferrata – Roma) denunzia l’esistenza di un progetto massonico che mira all’infiltrazione della Chiesa per distruggere dal suo interno la fede, la morale, la liturgia e il primato petrino (cf. Marius, Il disegno della Massoneria per fagocitare la Chiesa, in Sì sì no no, N. 5, Maggio 1975, p. 1.). Sì sì no no fu fondato da don Francesco Putti. Secondo il giornalista Roberto Fabiani, dietro don Putti «stavano nascosti gli inamovibili pilastri della conservazione vaticana», ossia: i Cardinali Francesco Roberti, Antonio Bacci, Alfredo Ottaviani e alcuni docenti u-niversitari: il calabrese mons. Francesco Spadafora (prof. alla Pontificia Università Lateranense – PUL), il veronese p. Cornelio Fabro degli Stimmatini, mons. Brunero Gherardini (PUL) e i frati minori Umberto Betti ed Ermenegildo Lio (Pontificio Ateneo Antonianum, oggi Pontificia Università), p. Antonio Coccia, dei Minori Conventuali (cf. R. Fabiani, I Massoni in Italia, Editoriale L’Espresso, Roma 1978, p. 88). Fabiani, giornalista de L’Espresso scrive che nella primavera del 1978, L’Espresso pubblicò la lista dei Maestri Venerabili delle logge del Grande Oriente d’Italia. Tra quei nomi figurava anche quello di Claudio Schwarzenberg, «stimato professore di diritto ecclesiastico all’università lateranense» (R. Fabiani, I Massoni in Italia, p. 90). Ovviamente i dirigenti della Pontificia Università Lateranense si diedero da fare per levare la cattedra al prof. massone (cf. ivi, pp. 90-91).
125) Cf. Le sel de la terre, n. 13, été 1995, pp. 34-35; cf. C. Nitoglia, L’esoterismo. L’auto-divinizzazione dell’uomo e l’unità trascendente delle religioni alla luce della metafisica tradizionale, Centro Librario Sodalitium, Verruca Savoia (Torino) 2002, p. 183; cf. A. Demotreff, Rene Guénon jugé par la Tradition, (“Etudes”), Editions du Sei, Couvent de la Haye-aux-Bonshommes, Avrillé (France), mars 2008, pp. 10-12, 100-110. Le Sel de la terre è la rivista dei Domenicani lefebvriani di Avrillé (Francia).
126) Cf. le Directeur de collection [J.-L. Maxence], Ouverture, in O. Pichon – G. Celier, Benoit XVI et les Traditionalistes, Entrelacs, Paris 2007, pp. 9-10.
127) J.-L. Maxence, La Loge et le divan, Editions Dervy, Paris 2008, pp. 15-16, 55, 113-117. Jean-Lue Maxence racconta di aver consigliato ad un suo giovane paziente cattolico di entrar in Massoneria per risolvere la sua patologia depressiva. Quel giovane, iniziato massone nella Grande Loge de France, si è poi sposato con una massona della Grande Loge Féminine de France (cf. ivi, pp. 113-117).
128) Cf. E. Ratier, Faits et Documents n. 269, du 1er au 15 février 2009, p. 5; cf. Le Chardonnet, St. Nicholas du Chardonnet (FSSPX), n. 249, juin 2009, p. 8.
129) Cf. G. Celier, L’ecole des Cahiers Barruel. L’avenir d’une illusion, Editions Gricha (La nuit, tous les chats sont gris) 1993, in http://catholicapedia.net/ Documents/cahier-saint-charlemagne/documents/C255 Celier cahiers-Barruel 24p.pdf. Nel libro La Charìté profanée (1979) Jean Borella teorizza l’esoterismo cristiano ed elogia il pensiero di Rene Guénon… Celier prende le difese dell’esoterismo cristiano e di Borella. Celier asserisce che l’infiltrazione esoterica negli ambienti tradizionalisti sarebbe solo un mito… Celier vuoi far credere che l’esoterismo intellettuale e la Massoneria non hanno rilevanza attuale… Yves Chiron scrive che nel 1979 Borella era prof. di filosofia all’Università di Nancy, si dichiarava cattolico di Tradizione e il suo La Charité profanée (1979) era frutto di 12 anni di lavoro, in cui egli cercava di riabilitare la nozione di gnosi secondo san Paolo e secondo alcuni Padri della Chiesa… Nel 1979, i filosofi Louis Salleron e Marcel De Corte elogiano il libro di Borella (cf. Itineraires, n. 234, juin 1979, pp. 209-218). Nel 1981, nella rivista Vu d’Haut dell’lnstitut Universitaire Saint-Pie X (ed. Fideliter), Borella pubblica Gnose chrétienne et gnose anti-chrétienne (pp. 9-21) dove difende la possibilità di una gnosi cristiana e il cristianesimo quale realizzazione della vera gnosi… Finalmente, nel 1996 la FSSPX pubblica uno studio critico a La Charité profanée, intitolato Les hérésies de la Gnose du professeur Jean Borella, scritto dall’abbé Francois Meramo con la prefazione di Mons. Bernard Tissier de Mallerais (cf. Y. Chiron, La gnose en question, in Aletheia – Lettres d’informations réligieuses, 29 septembre 2001, Niherne, in http://www.alet.heia.free.fr/-/2001/aletheia18.pdf
130) Cf. Dominicus, (Récension) G. Celier, Le dieu mortel, “invitation a la philoso-phie”, Fideliter 1994, in Le Sel de la terre, N. 12, Printemps 1995, 170-180.
131) Cf. Paul Semine répond a ses lecteurs, Editions Zebù 2004, in http://paille.sycomore.free.fr/sernine/04.htm
132) Tra coloro che criticano Semine, segnalo le riviste tradizionaliste Le sel de la terre n. 48, p. 215 (dei Domenicani lefebvriani di Avrillé) e Lecture et Tradition, n. 324, février2004, p. 1. Cf. anche: Qui est l’abbé Celier?, in http://www.resistancecatholique.org/documents/2008/RC2008-02-17Dossier-AbbeG-Celier-(1-3).pdf
133) L’abbé Henri Stéphane (Andre Henri Stéphane Gircours, 1906-1984), prete cattolico, appassionato di esoterismo e di “filosofia” guénoniana, è autore dell’Introduction a l’ésotérisme chrétien (2 voll., Dervy, 1979-1983), la cui prefazione e postfazione è stata scritta dal prof. Jean Borel
134) J. Vaquié, L’école moderne de l’ésotérisme chrétien, mai 1992, in Cahiers Bar-ruel, n. 22-23/1992, http://www.virqo-maria.org/D-Gnose-et-Contre-Eglise/Cahiers Barruel/ Cahiers/Societe Augustin Barruel 22-23.pdf. Prima di esaminarne le dottrine esoteriche, Vaquié rileva le idee catto-tradizionali dell’abbé Stéphane, sparse nei due volumi: critica dell’esegesi biblica modernista, della Chiesa conciliare e della nuova liturgia; esistenza del demonio, critica a Jung e Freud. Si comprende il pericolo subdolo del pensiero dell’abbé Stéphane che segue la linea cattolico-tradizionale o tradizionalista ma vi inserisce l’esoterismo.

135) Guy Nania, Présentation, in J. Mitterand, La politique des Francs-Magons, Editions Roblot, Paris 1973, p. 14 (11-28). Mitterand è anche «Officier de l’Ordre de l’Empire britannique» (ibidem).

136) Cf. ivi, p. 18.

137) Cf. ivi, p. 19

138) Cf. J. Mitterand, La politique des Francs-Macons, p. 48.

139) Cf. ivi, pp. 159-180
140) Cf. ivi, p. 162. Ecco quanto scrive Mitterand: «Si mettre l’homme sur l’autel plutòt que d’y mettre Dieu est péché de Lucifer, tous les humanistes, depuis la Renaissance, commettent ce péché: ce fui (‘un des griefs invoqués contre le Francs-Magons quand ils furent pour la premier fois excommuniés par le pape ClémentXII, en 1738» (ivi, p. 162). Mitterand aggiunge che i massoni non si curano molto di tale scomunica (cf. ibidem).
141) Cf. ivi, pp. 163-164.
142) Cf. ivi, pp.175-176
143) Cf. ivi, p.176
144) Cf. ivi, pp.176-180
145) Cf. ivi, pp.180-181
146) Cf. ivi, p184
147) Cf. ivi, pp.185-186
148) «Le concile, réuni sous le signe de l’aggiornamento [sic], a fait quelques con-cessions aux exigences du monde moderne, mais n’a pas, pour autant, pris la voie de l’humanisme» (ivi, p. 187).
149) Cf. ivi, p. 187.
150) Cf. ivi, p. 188.
151) Cf. ivi, p. 189. Mitterand scrive poco oltre: «Pour le franc-macon, l’homme, quel qu’il soit, qui aime et qui respect les autres hommes, l’homme qui discute le dogme, l’homme qui brise les chames de la servitude politique, intellectuelle ou sociale, cet homme-là est déjà un franc-macon sans tablier» (ivi, p. 189).
152) Cf. ivi, p. 195.
153) Ivi, p. 201.
154) «Dans le monde d’hier comme dans celui d’aujourd’hui, quand un prétre quitte son èglise, quand un croyant abandonne son dogme, tout honnéte homme s’incline devant un tei acte. Il faut, en effet, un grand courage moral pour rompre avec la soumission traditionnelle de la pensée et pour dénoncer ceux qui conti-nuent de la subir. Tout au contraire, quand un magon abandonne l’ordre, c’est un aveu d’impuissance, c’est un renoncement a la vie» (ivi, p. 201).
155) Ivi, p. 201.
156) Cf. ivi, p. 204.
157) A parte il caso notorio di Marsaudon e di altri, la realtà di alcune infiltrazioni massoniche tra i Cavalieri di Malta non deve indurci a far di tutt’un’erba un fascio. Il Sovrano Militare Ordine di Matta (SMOM) resta un ordine cavalieresco cattolico e benemerito, come tale approvato dalla Chiesa, al quale va la nostra stima e il nostro augurio di crescere e prosperare nel bene, nell’apostolato, nella santificazione.
158) Cf. C. Riandey, Préface, in Y. Marsaudon, L’OEcuménisme vu par un Franc-Magon de Tradition, Editions Vitiano, Paris 1964, pp. 13-18.
159) «L’initiation pratiquée en Franc-Maconnerie, de degré en degré, vise a une ascension vers la Connaissance, c’est-à-dire vers l’identification de Tètre avec la Puissance universelle. Elle peut mener loin puisqu’il est apparu, comme tous les grands initiés l’ont compris, que la Puissance universelle est elle-méme en oeuvre dans l’évolution du Cosmos, de la Terre et de l’Humanité qui la peuple» (ivi, p. 17). Prosegue subito Riandey: «”L’homme est fait pour devenir” dit Julian Huxley» (ivi, p. 18).
160) Cf. Note de l’Editeur, in Y. Marsaudon, L’OEcuménisme vu par un Franc-Macon de Tradition, p. 19 (19-21).
161) Cf. ivi, p. 20.
162) Cf. ivi, pp. 20-21.
163) Cf. ivi, p. 21.
164) Cf. Ivi, p. 21.
165) Cf. Y. Marsaudon, L’OEcuménisme vu par un Franc-Macon de Tradition, p. 23.
166) Cf. ivi, p. 24.
167) Cf. ivi, p. 25.
168) Cf. ivi, p. 25.
169) Ivi, p. 26.
170) Cf. ivi, p. 58.
171) Ivi, p. 60.
172) Cf. ivi, p. 61.
173) Cf. ivi, p. 63.
174) Cf. Ivi, p. 64.
175) Cf. ibidem.
176) Cf. ivi, p. 65.
177) André Gide (1869-1951) non è un’autorità da citare. Fu omosessuale e pedofilo notorio (cf. http://it.wikipedia.org/wiki/Andr%C3%A9_Gide).
178) Cf. Y. Marsaudon, L’OEcuménisme vu par un Franc-Macon de Tradition, p. 65.
179) Cf. ivi, p. 66.
180) Cf. ivi, p. 82.
181) Cf. ivi, p. 86.
182) Cf. ivi, pp. 85-86.
183) Cf. ivi, p. 86.
184) Cf. ivi, p. 107.
185) «II serait enfin injuste de ne pas reconnattre que le Mouvement, sinon les idées OEecuméniques, sont venues du monde protestant et, en particulier, de ses théologiens les plus éminents. Rome a suivi, puis sous la vigoureuse impulsion de jean XXIII, a fait un formidabile bond en avant. La première phase de Vatican II a mentre quelle évolution avait suivi l’Episcopat. La curie sur le déclin, la montée des nouvelles couches catholiques, et puis, il serait vain de le nier, certaines poussées latérales politiques ou scientifiques – car “Elle tourne” – nous ont permis d’admirer une nouvelle physionomie de l’Eglise a la fois rapprochée de ses sources et désireuse de se pencher sur les déshérités de tous les tiers-mondes» (ivi, p. 108).
186) Cf. ivi, p. 113.
187) Cf. Ivi, p. 114. Mi limito a citare un brano: «La simplification de la célébration de la messe, le sermon obligatoire, l’Evangile récité dans les idiomes nationaux nous ramènent vers les sources» (ivi, p. 114).
188) Cf. Ivi, pp. 118-119.
189) Cf. ivi, p. 118.
190) Cf. ivi, pp. 118-119.
191) Cf. ivi, p. 119.
192) Cf. ivi, p. 119, testo e nota (non numerata) a pie pagina.
193) Cf. Ivi, p. 119
194) Ivi, p. 120, maiuscolo e maiuscoletto del testo. Subito dopo Marsaudon cita Gv 12,24 in cui Gesù parla del chicco di grano che caduto in terra muore e porta frutto. Davvero commovente! Marsaudon 33o manipola Papa, Concilio e Vangelo per sostenere l’ “ecumenismo” massonico che è intrinsecamente ostile ai dogmi e alla Tradizione della Chiesa. Bravo “33”!
195) «Nous souhaitons que nos amis catholiques se détournent a tout jamais des lambris dorés de Rome, des préoccupations politico-financières de la Curie, enfin, pour parler comme l’auteur de “la Révolution de Jean XXIII”, des “bureaux” du Vatican, pour se souvenir que le lac de Tibériade existe toujours, que le Sermon sur la Montaigne, malgré une longue parenthèse, peut ancore sauver le Monde, et que, au fond, une seule chose compte, dont nous avons déjà parie: un certain petit livre…» (ivi, p. 120). Circa il “piccolo libro”, Marsaudon si appella al Vangelo. Capziosamente, come i riformatori ereticali di tutti i tempi, Marsaudon si appella al Vangelo contro il Papato “dogmatico”.
196) Cf. ivi, p. 121. «L’effort chrétien ne doit pas atre a sens unique, mais bien se manifester comme un mouvement vraiment universel. Le sens planétaire, suivant l’expression du Grand Commandeur Charles riandey, peut certainement aider les Chrétiens a se défaire d’un complexe minoritarie qui les empécherait d’aller, cette fois suivant des normes pacifiques et évangéliques, a une reconquète du monde, lls ne devront pas oublier pour autant que tout chemin méne a Dieu (il est plusieurs demeures dans la Maison de mon Pére…) et se maintenir dans cette courageuse notion de liberté de pensée, qui, on peut vraiment parler là de révolu-tion, partie de nos loges magonniques, s’est étendue magnifiquement au-dessus du Dòme de Saint-Pierre. Il semole d’ailleurs que les récents événements (et quels événements!) de par leur ampleur et leur retentissement, ne puissent qu’encourager les vrais chrétiens dans leurs efforts vers plus de simplicité et de pureté évangéliques» (ivi, p. 121).
197) Cf. ivi, p. 121. Poi al Concilio (e ancor più nel postconcilio, con le reazioni di Vescovi ed Episcopati alla Humanae Vitae) si vedrà più chiaramente che molti Vescovi intendevano la collegialità in modo diverso da come la intendeva il buon Paolo VI.
198) Cf. ivi, pp. 122-124.
199) Ivi, p. 125, maiuscolo e maiuscoletto del testo.
200) Ibidem.
201) Cf. ivi, pp. 125-126.
202) «De nos jours, notre Frère Frankli’n Roosvelt a réclamé pour tous les hommes la possibilité “d’adorer Dieu suivant leurs principes et leurs convinctions“. Cela, cest de la TOLERANCE et c’est aussi de OECUMENISME. Nous, Franc-Macon de tradition, nous nous permettrons de paraphraser et de transposer ce mot d’un homme d’Etat célèbre en l’adaptant aux circonstances: CATHOLIQUES, ORTHODOXES, PROTESTANTS, ISRAÉLITES, MUSULMANS, HINDOUISTES, BOUDDHISTES, PENSEURS-LIBRES, LIBRES-CROYANTS, ne sont chez nous que des prénoms; C’EST FRANCS-MACONS LE NOM DE FAMILLE» (ivi, p. 126, maiuscoletto del testo).
203) «Au moment où le Christianisme revient a ses origines, où le Pape paul VI marche sur les traces de JÈsus, où les Prétres ouvriers ceuvrent dans l’humilité et parfois ancore – pas pour longtemps, soyez-en persuadés – dans une semi-clandestinité, le Franc-Macon doit regarder en face cette gigantesque Institution qu’est la FRANC-MACONNERIE. Le Christianisme est autre chose que l’appartenance a une Eglise déterminée. La qualité de Franc-Macon et celle de croyant ne sont d’ailleurs pas incompatibles» (ivi, p. 129, maiuscolo e maiuscoletto del testo).
204) Cf. ivi, p. 130.
205) Cf. Y. Marsaudon, Souvenirs et Réflexions. Un Haut Dignitarie de la Franc-Magonnerìe révèle des secrets, Editions Vitiano, Paris 1976, pp. 361-362.
206) Cf. ivi, p. 362.
207) «Je me suis proclama chrétien et j’appartiens a une Eglise qui peut, sans conteste, se dire la plus proche des Evangiles et de la doctrine des premiers conciles. Mais pourquoi les Obédiences seraient-elles éternellement demanderesses en ce qui concerne une attitude qui semble figée? L’Eglise, en tous les cas, se voit progressivement coupée d’avec sa base et est également oublieuse des promesses d’ordre oecuménique de Jean XXIII. La Franc-Magonnerie est une trop grande dame pour s’incliner devant Rome qu’elle respecte, mais avec qui les rapports sont fonction de velléités extérieures et de problèmes intérieurs a l’Eglise. Dans ce domaine du rapprochement, il est donc urgent, a mon avis, d’attendre un geste de la part du Vatican» (ivi, p. 363).
208) Cf. ivi, p. 364
209) Cf. ivi, pp. 93-94.
210) «Je tiens a donner une piace primordiale a mon entrée dans la Franc-Maconnerie et a ce que je pourrais appeler ma formation initiatique. […] L’Institution m’a profondement impregné» (ivi, p. 373).
211) Cf. ivi, pp. 380-381.
212) Cf. ivi, p. 381.
213) «Ni les gouvernements, ni les églises ne semblent ètre préoccupés par le problème de la survie universelle. Seul, après le Christ (…voyez les oiseaux du Ciel…) Saint FRANCOIS D’ASSISE honore l’histoire dans ce domaine. Il nous a trace la voie, nous devons la suivre. C’est le seul moyen de reconquérir le Paradis terrestre. Des maintenant, où nos enfants peuvent-ils trouver autant d’amour que dans le regard de leur chien ou de leur chat? Certains parents comprennent l’importance de ce problème. J’eus la chance d’étre élevé, ainsi que ma soeur, entouré d’animaux. ARLETTE partage d’une manière absolue ma facon de voir a ce sujet» (ivi, p. 382, maiuscoletto del testo). Arlette è la moglie del barone Marsaudon 33°.
214) «La brutalité et la cruauté des hommes vis-a-vis des animaux, est en fait, fonction de leur propre infériorité, car il pourrait bien s’agir pour nous de «Supérieurs inconnus». A nous de les mieux connaltre, afin de les comprendre et de les aimer» (ivi, p. 382).
215) Cf. ivi, p. 383.
216) Pierre Faillant de Villemarest (già agente dei Servizi segreti francesi) e l’ex giudice Carlo Palermo (già in servizio a Trento e poi a Trapani, scampato a ben 3 attentati fatti con ordigni esplosivi: Trapani-Pizzolungo 1985, Roma 1986 e 1993) rivelano alcuni casi di infiltrazioni massoniche (anni ’40-’80 del sec. XX) nel benemerito Ordine dei Cavalieri di Malta (cf. D. et P. De Villemarest, Le KGB au coeur du Vatican, Editions de Paris 2006, pp. 67-77; cf. C. Palermo, Il quarto livello, Editori Riuniti, Roma 2002, pp. 110, 121, 128,p. 249, p. 284, note n. 20-21, p. 293 nota n. 8).
217) F. Ribadeau Dumas, Les magiciens de Dieu, Robert Laffont, Paris 1970. FRD scrive: «Le Diable magicien de Dieu» (ivi, p. 245). Francois Ribadeau Dumas (FRD) fa capire che anche il Diavolo è uno dei magiciens de Dieu che tanto entusiasmano lo stesso FRD. Questi mostra di condividere una qual certa simpatia per il Diavolo o Lucifero, auspicandone la redenzione. Attraverso domande retoriche, FRD fa capire che il satanismo può essere inteso come via alla reintegrazione edenica; il serpente della genesi ha promesso e dato la conoscenza… FRD spiega che ci sono quelli che vogliono condividere la sorte dell’angelo perduto, mostrando così una sorta di generosità redentiva, dunque perdersi per riscattare… FRD cita anche il mago Elifas Levi (ex diacono cattolico), secondo il quale Il Diavolo sarebbe Dio che fa il male: «Le Diable, c’est dieu faisant le mal…»! (cf. ivi, pp. 248-252).
218) Cf. ivi, pp. 294-295. FRD scrive: «Le progressisme réformateur du Vatican, renversant de fond en comble la liturgie usuelle, romaine, dénote une transformation radicale du respect inaliénable et intouchable, dans lequel on la tenait depuis des millénaires. Le synode episcopal bouleverse le rituel» (ivi, p. 294). Più avanti FRD scrive: «L’Eglise Romaine abandonne le latin des offices, simplifie le cérémonial en le réduisant au minimum, et, de réforme en riforme, modifie le bréviaire sacralisé, le formulaire ésotérique, celui du divin colloque» (ivi, p. 295).
219) Cf. ivi, pp. 296-297. Si comprende il termine massonico usato da FRD: Catena di unione…
220) «La perennità des rites demeurera en des cercles restreints. Il ne semble pas possible d’enfreindre la loi de la tradition. Elle seule détient la voie de lumière et de sublimation. Que pourrait contre elle, la mutation?» (ivi, p. 297).
221) Cf. J. Tourniac, Simbolismo massonico e tradizione cristiana. Un itinerario spirituale da Israele a Cristo, Premio dell’Académie Francaise (Fondation Constant Dauguet, 1971), Edizione italiana a cura di Mariano L. Bianca, Atanòr Editrice, Roma 2004, pp. 35-46, 52.
222) Cf. ivi, pp. 75-88, 105-112, 134-136, 190, 213-290.
223) Cf. ivi, pp. 44, 52, 138-139, 190, 291. Per altri aspetti più luciferini del pensiero di Tourniac, cf. P. Siano, Uno studio sull’incompatibilità tra Massoneria e Chiesa Cattolica, in Fides Catholica, N.1/2006, pp. 63-64, 73.
224) Cf. P. Armano – F. Hilaire – L. Lamothe – A. Dominique, Il Grande Oriente di Haiti alla Commissione Preparatoria Centrale del Concilio, 26 maggio 1962, in J.A. Ferrer Benimeli – G. Caprile, Massoneria e Chiesa Cattolica ieri, oggi e domani, Edizioni Paoline, Roma 1979, pp. 181-185.
225) Cit. in M. Riquet- J. Baylot, Les Franc-Macons, Beauchesne, Paris 1968, p. 83.
226) Cit. in J.A. Ferrer Benimeli – G. Caprile, Massoneria e Chiesa Cattolica ieri, oggi e domani, Edizioni Paoline, Roma 1979, pp. 93-94.
227) Cit. in J.A. Ferrer Benimeli – G. Caprile, Massoneria e Chiesa Cattolica ieri, oggi e domani, Edizioni Paoline, Roma 1979, p. 94.
228) Cf. T. Nagy, Lettera aperta a Sua Santità Paolo VI, In J.A. Ferrer Benimeli -G. Caprile, Massoneria e Chiesa Cattolica ieri, oggi e domani, Edizioni Paoline, Roma 1979, pp. 186-188.
229) Cf. ivi, p. 195.
230) Cf. J.A. Ferrer Benimeli – G. Caprile, Massonerìa e Chiesa Cattolica ieri, oggi domani, pp. 196-197.
231) Cf. M. Riquet-J. Baylot, Les Franc-Macons, Beauchesne, Paris 1968, p. 11.
232) Cf. ivi, p. 212.
233) Cf. M. Adler, Die Freimaurer und die Vatikan, Verlag Anton A. Schmid, Pro Fide Cattolica, Durach 1992 (Germany), p. 91.
234) Cf. ivi, pp. 90-91. Il massone austriaco Kurt Baresch (alto dignitario della Gran Loggia d’Austra) sapeva bene che, invece, molti fedeli cattolici continuavano a vedere la Massoneria come una setta malefica (cf. ivi, p. 92). Forse il “sensus fi-delium” era più esatto delle tesi di vari ecclesiastici e dialoganti filo-massonici?

235) Cit. in J.A. Ferrer Benimeli – G. Caprile, Massoneria e Chiesa Cattolica ieri, oggi e domani, Edizioni Paoline, Roma 1979, p. 94

236) Cf. Rabbi Urges Pope Lift Masonic Ban, in News-Letter – The Supreme Council 33o Ancient Accepted Scottish Rite Northern Masonic Jurisdiction U.S.A., Vol. XXIV, May 1966, N. 8, Boston, p. 4.

237) H. C. Clausen, Sommario e Commento [al 30 grado], in Morals, Dogma and Clausen’s Commentaries, vol. VI, Edizioni Bastogi, Foggia 1986, pp. 162-164, corsivo mio; cf. H.C. Clausen 33o (Sovereign Grand Commander), Clausen’s Commentaries on Morals and Dogma, Supreme Council 33o, Ancient and Accepted Scottish Rite of Freemasonry, Southern Jurisdiction, Washington D.C. [USA] 1978, Edizione italiana a cura di Grande Oriente d’Italia – Supremo Consiglio del Rito Scozzese Antico e Accettato, Giurisdizione Massonica d’Italia, pp. 190-191, corsivo mio. Nel testo del Clausen’s Commentaries on Morals and Dogma, si legge invece “provvedimenti restrittivi del diritto canonico” (ivi, p. 191, corsivo mio).
238) H. C. Clausen, Sommario e Commento [al 10 grado], in Morals, Dogma and Clausen’s Commentaries, vol. IlI, Edizioni Bastogi, Foggia 1994, p. 39, corsivo del testo; cf. Clausen’s Commentaries on Morals and Dogma, p. 60.
239) H. C. Clausen 33o, Sommario e Commento [al 30 grado], in Morals, Dogma and Clausen’s Commentaries, vol. VI, pp. 157-158, corsivo mio; cf. Clausen’s Commentaries on Morals and Dogma, p. 184.
240) Cf. H. C. Clausen, Sommario e Commento [al 30 grado], in Morals, Dogma and Clausen’s Commentaries, vol. VI pp. 159-162; cf. Clausen’s Commentaries in Morals and Dogma, p. 186-190.
241) Cf. H. C. Clausen, Sommario e Commento [al 30 grado], in Morals, Dogma and Clausen’s Commentaries, vol. VI, p.162, corsivo mio; cf. Clausen’s Commentaries on Morals and Dogma, p. 190.
242) Cf. R. Dosch, Deutsches Freimaurer-Lexikon, (Zum Geleit, von Alfred F. Ko-ska, Grofimeister der Vereinigten Grofìlogen von Deutschland), Die Bauhùtte Verlag, Bonn 1999, art. Katholische Kirche, pp. 151-156.
243) Cit. in J.A. Ferrer Benimeli – G. Caprile, Massoneria e Chiesa Cattolica ieri, oggi e domani, Edizioni Paoline, Roma 1979, pp. 90-91.
244) Cit. in J.A. Ferrer Benimeli – G. Caprile, Massoneria e Chiesa Cattolica ieri, oggi e domani, Edizioni Paoline, Roma 1979, p. 91.
245) G. Raffi, (colloquio), in S. Magister, Massone, non c’è comunione, in L’Espresso, 19 agosto 1999, p. 69 (68-71).
246) G. Raffi, Allocuzione, 23 settembre 2000, in Erasmo Notizie, Anno II, N. 9, 15 ottobre 2000, pp. 3-4, corsivo mio. A p. 4, in un riquadro, sono riportate alcune dichiarazioni del prof. Corrado Balacco Gabrieli (Univ. “La Sapienza” – Roma): costui, in polemica con la posizione dogmatica della Chiesa Romana, difende la sperimentazione sugli embrioni umani per fini medici.
247) Cf. Erasmo Notizie, Bollettino d’informazione del Grande Oriente d’Italia, Anno III, N° 20, 30 novembre 2001, Società Erasmo, Roma, p. 11.
248) L. Danesin, in Macché segreti! in Selezione, in Rassegna Stampa di Erasmo notizie – Bollettino d’informazione del Grande Oriente d’Italia, anno VII, N° 1-2, 15-31 gennaio 2006, p. 14 (12-14).
249) Alla 4a pag. di copertina del libro Il cappuccio e la Tiara, sono riportate brevi notizie sull’attività massonica e profana del Dott. Laudicina. Massone dal 1968, è 33o grado del RSAA della Comunione massonica di Piazza del Gesù – Palazzo Vitelleschi. Nel mondo profano, è medico specialista in medicina interna. Nel 1971 ha fondato la loggia Ermete Trismegisto, a Palermo. In Il Cappuccio e la Tiara è precisato che la suddetta Loggia palermitana «si è sempre distinta per i contenuti iniziatici e per l’insegnamento esoterico» (ivi, 4a pag. di copertina).
250) E. Laudicina, Il cappuccio e la Tiara. Impossibile il dialogo tra Chiesa e Massoneria?, Bastogi Editrice Italiana, Foggia 2000, pp. 186-187, 190.
251) Cf. E. Laudicina, La Massoneria «accettata», Presentazione di Renzo Canova (SGCGM – GLDI), Edizioni Poligraf, Palermo 1990, pp. 172-179, 184-186; cf. E. Laudicina, Uno sguardo dall’alto – La Massoneria, Presentazione di Luigi Danesin (SGCM – GLDI), Bastogi Editrice Italiana, Foggia 2003, pp. 63-78, 136, 203. Laudicina spiega che il “Giuramento” massonico (al 1 grado, Apprendista massone!) ha una parte «altamente esoterica» che cito qui di seguito: «”prometto e giuro di non palesare giammai i segreti della Libera Muratoria; di non far conoscere ad alcuno ciò che mi verrà svelato, sotto pena di avere tagliata la gola, strappati il cuore e la lingua, le viscere lacere, fatto il mio corpo cadavere in pezzi, indi bruciato e ridotto in polvere, questa sparsa al vento per esecrata memoria ed infamia eterna“» (E. Laudicina, Uno sguardo dall’alto- La Massoneria, p. 168).
252) Cf. La Massoneria su Eluana. Il Gran Maestro a Udine: troppo spazio alla Chiesa, in Messaggero Veneto, 16 novembre 2008, in Rassegna Stampa di Erasmo notizie – Bollettino d’informazione del Grande Oriente d’Italia, Anno IX, N. 19-20, 15-30 novembre 2008, p. 40.
253) G. Raffi, cit. in F. Lo Sardo, Gustavo Raffi Gran Maestro Grande Oriente d’Italia, in Europa, 3 aprile 2009, in Rassegna Stampa di Erasmo notizie – Bollettino d’informazione del Grande Oriente d’Italia, Anno X, N. 6-7-8, 31 marzo-31 aprile 2009, Società Erasmo, Roma, p. 32.
254) G. Raffi, cit. in F. Alberti, I massoni “scoprono” la crisi: aiutare chi ha bisogno, in Corriere della Sera, 4 aprile 2009, in Rassegna Stampa di Erasmo notizie, N° 6-7-8, 31 marzo-31 aprile 2009, p. 5.
255) Cf. I Doveri di un libero muratore, VI,4, in Gran Loggia Regolare D’italia – Supremo Gran Capitolo Dell’arco Reale, Costituzione e Regolamenti, Roma 2003, p. 25, corsivo mio; cf. Antichi Doveri – 1723, in Grande Oriente D’italia- Palazzo Giustiniani, http://www.grandeoriente.it/chisiamo.php?ar=2a (12 settembre 2009). Il termine inglese «to manage» è stato correttamente reso, nella traduzione italiana, col verbo manipolare.