Le Maldive affondano? Una bufala, ma la prova dell’inganno sparisce.

MaldiveIl Giornale del 20 gennaio 2010

Terrorismo climatico. Un albero dimostrava che il mare in 50 anni non si era alzato di un centimetro. Un gruppo di ambientalisti australiani lo sega

di Rino Cammilleri

Piatto ricco, mi ci ficco. Deve aver pensato questo il presidente delle Maldive quando, il 17 ottobre 2009, ha tenuto – in mondovisione – una riunione di governo sott’acqua, con tanto di maschera da sub e bombole, per richiamare l’attenzione planetaria (e soprattutto gli aiuti della comunità internazionale) sulla fine prossima ventura, come Atlantide, delle sue isole.

Già: dice che si inabisseranno per via dell’ineluttabile innalzamento degli oceani. Il quale è colpa del famoso riscaldamento globale. Il quale è responsabile (così dicono gli «esperti») della glaciazione che non ha ancora finito di mettere in ginocchio Europa e Usa.

Com’è noto, qualunque cosa succeda, caldo, freddo, terremoti, tsunami, è colpa del Global Warming (qui in Italia del governo Berlusconi). Certe bufale (ricordate l’influenza suina?) hanno le gambe corte, ma certe altre le hanno così lunghe da meritare Oscar e Nobel. Come questa del disastro climatico imminente.

Per fortuna esistono, qua e là, molte filiali del celebre e antico club degli «apoti» (coloro che non la bevono). In Italia a guardia delle bufale climatiche abbiamo – oltre alla nostra firma Fancesco Battaglia – la benemerita agenzia SviPop. org (Sviluppo & Popolazione), diretta da Riccardo Cascioli. Nel suo numero 120 (16 gennaio u. s.), a firma di Luigi Mariani, riporta una lettera aperta inviata (vanamente) da un fior di scienziato al citato presidente delle Maldive, Mohamed Nasheed, nella quale si prega il destinatario di smetterla di terrorizzare il suo popolo a scopi elettorali e/o finanziari.

Lo scienziato è lo svedese Nils-Axel Mörner, già a capo dell’Istituto di Geofisica e Geodinamica all’Università di Stoccolma, già presidente della Commissione Inqua sulle variazioni del livello del mare e l’evoluzione costiera, già leader della Maldive Sea Level Project e già presidente del progetto Intas su Geomagnetismo e Clima.

Lo scienziato ricorda di essere stato nelle Maldive per un decennio e di avervi studiato proprio i livelli del mare. Nel 2001 il suo gruppo di ricerca trovò «prove schiaccianti» del non aumento del livello del mare; anzi, una stabilità almeno trentennale. Il Mörner annunciò la rassicurante notizia in un’intervista a una televisione locale ma il predecessore di Nasheed ne impedì la diffusione. Salito al potere Nasheed, il Mörner scrisse per due volte a quest’ultimo, senza mai ricevere risposta.

Il fatto più sconfortante è però legato a un albero. Già. Nel 2007, alla tivù svedese, il Mörner denunciò lo scandalo: nel 2003 certi attivisti ambientalisti australiani segarono quell’albero e lo fecero sparire. Perché? Perché era la prova provata che il livello del mare alle Maldive non si era mosso di una virgola almeno dagli anni ’50.Poiché quelle isole erano state una colonia penale, le testimonianze su tale albero che svettava vicinissimo alla costa abbondavano.

Il Mörner lo aveva tenuto d’occhio negli anni, proprio perché il mare non l’aveva mai neanche sfiorato. Stando agli allarmismi, sarebbe dovuto rimanere sommerso già da quel dì. Invece no, sempre là, sempre all’asciutto. Lo scienziato svedese riferiva nella sua lettera di ben cinque incontri internazionali sulla stima dei livelli marini.

Risultato: i cambiamenti di livello attesi per il 2100 variano da più 5 cm. a circa 15 cm., «un valore che comporterebbe effetti di entità assai ridotta se non trascurabile per gli abitanti delle aree costiere di tutto il pianeta». Il professor Mörner prega dunque sentitamente il presidente maldiviano di smetterla di terrorizzare la sua gente con bufale che non sono altro che «frutto di simulazioni avventate svolte al computer e costantemente smentite dalla meticolosa osservazione del mondo reale».

Vale la pena di riportare per intero la piccata chiusura della lettera: «La sua riunione di Gabinetto sott’acqua non è dunque nient’altro che un espediente e una trovata pubblicitaria del tipo di quelle di cui è maestro Al Gore e configura un comportamento disonesto, del tutto inefficace e certamente non scientifico». Non vorremmo essere cattivi profeti ma temiamo che il presidente della Repubblica delle isole Maldive non risponderà nemmeno a questa terza missiva.