Investire sui figli genera ricchezza

famiglia_numerosaA cura dell’Associazione famiglie numerose

(http://www.famiglienumerose.org/)

28 settembre 2016

In uno studio Anfn avanza 26 proposte per sostenere le famiglie con figli, ridare speranza alla generazione core e favorire il rilancio della natalità

Investire sul benessere familiare e sui figli – almeno fino alla loro autonomia – genera ricchezza: maggiori consumi e più posti di lavoro. Rimuovere ostacoli culturali ed economici per allineare il numero dei figli desiderati (almeno due) a quelli effettivamente portati alla luce (oggi una media di 1.3 per ogni donna fertile) garantisce il ricambio generazionale dunque la sopravvivenza dell’Italia ed evita la frantumazione del welfare. Ne è convinta Anfn, l’associazione che raduna e dà voce alle famiglie numerose in Italia.

«La rinascita dell’Italia» è il titolo di un documento elaborato dal centro studi Anfn che si conclude con 26 idee: per mettere i giovani nella condizione di metter su famiglia e di generare futuro. E per sostenere quelle coppie che decidono di mettere al mondo uno o più figli. Proposte messe a disposizione di governo e parlamento per l’elaborazione di una legge organica sulle politiche familiari, specie quelle destinate alle coppie che decidono di mettere al mondo più figli.

Il documento – presentato nelle scorse settimane al ministro Enrico Costa – è anche a disposizione della conferenza stato-regioni, perché l’attuazione di molte delle proposte è, appunto, di competenza regionale.

Le ragioni della crisi di un modello – Fino al dopoguerra – ricostruisce l’Associazione nazionale famiglie numerose – l’Italia viveva grazie soprattutto all’agricoltura. I figli erano visti come una ricchezza, perché manodopera fondamentale per il lavoro nei campi. Erano dunque un bene sociale da tutelare, come espresso dai padri costituenti negli articoli 29, 30 e 31 della Costituzione.

Nel passaggio all’economia industriale, è arrivato il benessere ed il consumismo. Con il ’68 si è affermato il movimento politico e sociale che ha portato alla graduale affermazione dei diritti individuali. I figli non sono stati percepiti come un bene pubblico da tutelare, ma una scelta privata.

La riduzione delle politiche familiari – Il primo risultato è stata la progressiva riduzione dei fondi destinati alla famiglia: il nostro Stato destina appena l’1,3% del suo Pil in politiche per la famiglia, contro il 2,1% dei 27 paesi della Unione europea (fonte Università Cattolica).

Fisco iniquo – Anche la fiscalità, orientata all’individuo e non alla famiglia tiene conto – ricostruisce Anfn – solo del principio di equità verticale (chi più guadagna, più paga) ma non di quello di equità orizzontale (cioè di quante persone vivono su quel reddito).

Il gap con i cugini francesi – In Italia una coppia che vive con un reddito imponibile di 35mila euro l’anno paga al Fisco 8.951 euro, se ha un figlio paga 7.726 euro, se ne ha due 7.140 euro, se ne ha tre 6.505 euro, se ne ha quattro 4.031 euro. Nella vicina Francia, a parità di reddito imponibile, la famiglia con tre figli paga 692 euro, con quattro 380 euro.

E il motivo è semplice: in Italia il primo figlio vale, secondo la scala di equivalenza Isee 0,47, il secondo 0.42, il terzo 0.39, il quarto 0.35. In Francia i primi due figli, se osserviamo il quoziente familiare, valgono 0.50, dal terzo in poi ogni figlio vale 1

Una condizione non più sostenibile. Prova ne è che in occasione del sondaggio somministrato da Anfn alle famiglie associate, alla domanda avete mai pensato di trasferirvi in alcuni paesi dell’estero dove c’è un fisco più family friendly? Due famiglie su tre intervistate hanno risposto di averci pensato ma di aver deciso di non farne di niente e una su sei di aver intenzione di farlo.

FAMIGLIE POVERE – Sarà per la fiscalità verticale e non orizzontale che, come certifica l’Istat, la possibilità che una coppia cada sulla soglia della povertà aumenta – seguendo un trend esponenziale – con la crescita del numero dei figli. Secondo un sondaggio Anfn la busta paga che entra in una famiglia numerosa ogni mese si svuota, in un caso su sei, entro i primi dieci giorni, e in un caso su due entro i primi venti. In media un introito in una famiglia numerosa basta per sedici giorni del mese.

Conclusioni prevedibili se diamo ragione ad uno studio Anfn – ancora in sintonia con il Libro bianco dell’ex ministro al welfare Roberto Maroni – secondo cui ogni figlio costa ai suoi genitori poco più di 8.400 euro l’anno.

FAMIGLIE PANDA – Sono 4.628.991 oggi, in Italia, le coppie senza figli, 8 milioni e 6226 quelle con figli. Le famiglie numerose sono una rarità: quelle con almeno tre figli sono 742.871, le coppie che risiedono insieme ad almeno 4 figli sono appena 131.646. 55 anni fa, dunque nel censimento Istat del 1961, le grandi famiglie (composte da papà, mamma ed almeno quattro figli) erano circa tre milioni.

GENERAZIONE CORE – Anche in questo caso le azioni mirate al contrasto alla povertà messe in campo negli ultimi decenni dai governi di ogni colore si sono indirizzate a target precisi: single ed anziani. Trascurando le famiglie, specie quelle più numerose. E i giovani, la cosiddetta generazione core – quella che va dai 20 ai 39 anni – la più produttiva, la più importante per lo sviluppo del Pil, in Italia in progressiva diminuzione.

26 PROPOSTE PER UNA INVERSIONE DI ROTTA – Più fondi per le politiche di natalità. Un reddito di natività. Un fisco a misura di famiglia. Assegni familiari più pesanti. Contributi figurativi per chi mette al mondo diversi figli. L’aumento del limite di reddito perché i figli vengano considerati a carico. Ticket sanitari e tariffe di acqua, luce e gas che tengano conto del numero delle persone che abitano in casa: sono alcune delle 26 proposte che Anfn mette alla discussione dei parlamentari.

Anfn fa sua la campagna europea per l’abbattimento dell’Iva sui pannolini. Chiede corsie preferenziali per l’accesso al lavoro di papà e figli che vivono in famiglie numerose (una normativa che esisteva in passato e che poi è stata abolita). Una edilizia agevolata a misura anche di famiglie XXL: Altra proposta originale: un voto per ogni componente della famiglia.

E poi voucher per gli studi, tenendo conto che una famiglia con più figli su cinque, secondo un sondaggio Anfn, non può permettersi di inviare i propri figli all’università.

La carta famiglia nazionale: il decreto attuativo doveva essere partorito entro marzo, ancora non è stato varato. Un ritardo vergognoso.

Ogni normativa dovrebbe essere sottoposta ad una preventiva valutazione sul suo impatto sulla famiglia.

Su addizionali, ticket sanitari, trasporti, diritto allo studio la richiesta – rivolta alle regioni – domani convocate dal ministro Costa nella conferenza stato-regioni, di tener conto dei carichi familiari.

Sostenere i nostri figli dai primi mesi di vita fino all’autonomia produce ricchezza. Secondo gli esperti Anfn investire – contemporaneamente – su generazione core, famiglia e figli genera un aumento del Pil pari all’1,65% su base annua. E un milione di posti di lavoro in cinque anni.

Insomma: i figli sono un investimento sul futuro. E per la tenuta dello Stato sociale: senza di loro chi pagherà le pensioni dei loro padri e delle loro madri? E chi assisterà i loro vecchi? Per non parlare della spesa sanitaria e sociale, che non sarà più sostenibile.