Vaclav Kozminski

“cercate ogni giorno il volto dei santi e traete conforto dai loro discorsi”

[Didaché IV, 2; CN ed., Roma 1978, pag. 32].

Vaclav Kozminski

di Rino Cammilleri

Nacque a Biala Podlaska, in Polonia, ed era figlio di un rinomato architetto. Si iscrisse all’accademia di belle arti a Varsavia, dove diventò un attivista del razionalismo ateo e del movimento patriottico. Nel 1846 la polizia zarista lo arrestò e lo tenne in carcere diversi mesi.

In galera ebbe una resipiscenza religiosa che, dopo il recupero della libertà e il conseguimento della laurea in Architettura, lo portò a lasciar perdere tutto per farsi cappuccino col nome di fratel Onorato. Dopo gli studi teologici a Lublino, nel 1855 fu ordinato sacerdote. Ricoprì vari incarichi nel suo ordine e insieme alla b. Maria Angela Truskowska fondò la congregazione delle Suore di San Felice da Cantalice, dette Suore Feliciane.

Nel 1860 fu eletto superiore del convento di Varsavia ma, quattro anni dopo, i russi soppressero gli ordini religiosi e il Kozminski fu costretto a trasferirsi a Zakroczym. Servendosi del confessionale e della corrispondenza cominciò a creare comunità religiose clandestine, ma anche il convento di Zakroczym venne soppresso ed egli fu costretto a portarsi (a piedi: centocinquanta chilometri) nell’unica casa cappuccina consentita, quella Nowe Miasto.

Nel 1895 fu nominato responsabile di tutti i cappuccini nei territori soggetti alla Russia. Nel 1911 la polizia scoprì le congregazioni clandestine e arrivò a perquisirgli la cella, ma intervenne la Grande Guerra e presto i russi ebbero altro a cui pensare. Il Kozminski sopravvisse miracolosamente a una bomba che aveva colpito la cappella in cui stava pregando, per poi morire di acciacchi e vecchiaia nel 1916.

Il Giornale 16 dicembre 2005