Liberate Pinochet!

Pinochet 2Cristianità n. 285-286 gennaio-febbraio 1999

 Patrick J. Buchanan

 1 dicembre 1998

L’articolo (Let go Pinochet! © 199Patrick J. Buchanan) è stato scritto e reso pubblico dall’esponente del mondo conservatore statunitense — un «giornalista prestato alla politica» e noto per la sua adesione alla morale cattolica, anche sociale — prima del bombardamento statunitense sull’Irak, avvenuto a metà dicembre 1998, nel clima delle continue minacce nordamericane al paese mediorientale e dei continui rinvii. Traduzione redazionale.

Per aver arrestato, sul proprio territorio, il generale Augusto Pinochet, la Gran Bretagna potrà anche guadagnarsi gli applausi frenetici degli ambienti di sinistra, ma al prezzo della propria reputazione di negoziatrice onesta. Un gesto di rapina come questo è indegno di una grande nazione.

 L’ottantatrenne ex presidente del Cile si è recato in Inghilterra per sottoporsi a un’operazione chirurgica con la garanzia di un passaporto diplomatico. Per anni ha visitato Londra, spesso per discutere dell’acquisto di armi. Ma questa volta le autorità britanniche si sono piegate a un ordine di estradizione spiccato da un giudice spagnolo che vuole ottenere l’invio di Pinochet a Madrid affinché lo si processi per genocidio, tortura e omicidio.

Siccome la Camera dei Lord ha sancito che Pinochet non ha diritto all’immunità garantita dalla legge britannica che protegge gli ex Capi di Stato, sarà il Ministro degl’Interni Jack Straw a decidere il destino del generale.

Il primo ministro Tony Blair ha sorprendentemente dichiarato la propria neutralità in una questione che sta lacerando il Cile e che sta mandando in pezzi i 175 anni di amicizia britannica con quel paese.

È ora che la massima autorità britannica si comporti come tale.

Il generale Pinochet è il bersaglio di questo rapimento giudiziario e di questo progettato processo-spettacolo non perché i suoi peccati siano peggiori di quelli di altri leader, ma perché questo uomo di destra ha inflitto al marxismo una schiacciante sconfitta di portata storica. Vedendo il proprio paese scivolare nella morsa di una banda assassina di leninisti, nel 1973 Pinochet ha dato ordine ai militari di salvarlo. Questi lo hanno fatto, spietatamente, e il governo di Pinochet ha lasciato un Cile libero, prospero e filoamericano, un crimine per il quale la sinistra non potrà mai perdonarlo.

E tenendo conto del fatto che la Spagna ha fatto da anfitrione a Fidel Castro a pochi giorni di distanza dalla richiesta di estradizione avanzata dal suddetto giudice nei confronti di Pinochet, il fetore dell’ipocrisia iberica risulta insopportabile. Infatti, il generale Pinochet è stato, più di chiunque altro, il protagonista della disfatta del castrismo in America Latina e ha indirizzato il continente verso la democrazia e la libertà dei mercati.

Quali crimini ha commesso? Si dice che durante il golpe che ha rovesciato il marxista Salvador Allende siano morte o «scomparse» 3.200 persone. Ma anche se fosse vero, ciò non costituisce genocidio. Se si trattasse di genocidio, il mondo intero emetta allora mandati di cattura per i governanti cinesi che hanno appoggiato la Rivoluzione Culturale maoista, causa di centinaia di migliaia di vittime. Senza trascurare il generale Suharto, che ha presieduto il genocidio avvenuto nella parte orientale dell’Isola di Timor.

Secondo una fonte del Pentagono, i procrastinati bombardamenti statunitensi sull’Irak sarebbero potuti costare 10.000 vite umane, tre volte il numero dei morti causati dal golpe di Pinochet. Forse che si procederà all’estradizione del presidente Bill Clinton in un Irak post-Saddam? Cosa farebbe Blair se Panama chiedesse a un giudice britannico di estradare un Gorge Bush in visita nel paese al fine di processarlo per la morte dei panamensi innocenti causata dall’invasione statunitense? Forse che la Russia dovrebbe estradare Mikhail Gorbacev, colui che ha continuato la guerra di aggressione contro l’Afghanistan dal 1985 al 1987, verso Kabul oppure verso la Lituania o la Lettonia, paesi dove nel 1991 egli ha inviato unità Spetsnatz e dove sono state perdute vite innocenti?

Molti regimi filoccidentali sono stati rovesciati in maniera violenta e i perdenti assassinati dai vincitori: in Cecoslovacchia nel 1948 e a Cuba nel 1959; in Vietnam, Cambogia ed Etiopia nel 1975; in Iran nel 1979. Nessuno ha chiesto però alcuna estradizione.

La «guerra sporca» condotta in Argentina contro i guerriglieri marxisti è stata molto più brutale che non in Cile. Forse che i generali e gli ammiragli argentini coinvolti nella vicenda dovrebbero venir oggi iscritti in un elenco di sorvegliati internazionali? Nelle guerre contro l’imperialismo europeo condotte in Asia, in Africa e in Medio Oriente, molti dei capi rivoluzionari venuti alla ribalta appartenevano a organizzazioni, incluso l’African National Congress di Nelson Mandela, coinvolte nel terrorismo.

Forse che Blair si dichiarerebbe neutrale se Yitzhak Shamir arrivasse a Londra e un giudice ne domandasse la detenzione in risposta all’assassinio di Lord Moyne avvenuto a Il Cairo nel 1944 o all’assassinio del negoziatore delle Nazioni Unite conte Folke Bernadotte nel 1948, compiuti dalla Banda Stern capeggiata da Shamir? Oggi Idi Amin di Uganda, l’ex dittatore di Haiti «Baby Doc» Duvalier e il colonnello Menghistu d’Etiopia godono di asilo politico, e Yasser Arafat, la cui organizzazione al-Fatah è responsabile dell’uccisione di diplomatici statunitensi, si è recentemente visto intitolare un aeroporto a Gaza, luogo dove Clinton prevede di recarsi in visita questo mese.

Ciò che oggi la Spagna sta affermando è il diritto dei giudici di una determinata nazione di promuovere arresti e processi a danno dei capi di altri Stati-nazione. Si tratta sia di una usurpazione di potere, sia di un grande passo in avanti sulla strada dell’instaurazione di un tribunale criminale mondiale che avrà giurisdizione su tutti i paesi. Essendo gli Stati Uniti d’America lo Stato-nazione più grande, se la pavidità morale britannica dovesse permettere un precedente come questo, saranno i nostri capi militari e politici a pagarne il prezzo.

Tony Blair dovrebbe smettere di volgere il capo dall’altra parte, dovrebbe agire da uomo e dovrebbe lasciar tornare in patria il generale Pinochet, e Bill Clinton dovrebbe sostenerlo.