La catena che ci lega all’Immacolata

Tratto dalla mail circolare de il Cavaliere della Verità

(cavalieridellaverita@virgilio.it)

Maria Immacolata

 I° Sentiero

Ci avviciniamo alla festa dell’Immacolata. E’ un’occasione importante per riflettere sulla necessità della devozione mariana (non si può essere cristiani se non si è mariani). Ebbene, il Cavaliere della Verità deve fare del Santo Rosario la sua arma vincente. Egli deve convincersi che la forza e la possibilità di adempiere con successo alle opere di misericordia spirituale non sta tanto nello studio delle cose di Dio (che pure è importante per poter fare apostolato), quanto nella Vita di Grazia e nell’ “incatenarsi” a Colei che è veramente Madre della Verità, Colei che ha generato la Verità con il suo sangue e con la sua carne, Colei che ha cullato e stretto tra le sua braccia la Verità!

La Verità non solo è vera ma è anche buona e bella. Per fare in modo che tutti se ne innamorino, il Cavaliere della Verità deve chiedere all’Immacolata, cioè a Colei che ne ha gustato maggiormente la bontà e la bellezza, la forza per convincersene e per convincere tutti coloro che la Provvidenza pone sul proprio cammino

Nel celebre Giudizio universale di Michelangelo della Cappella Sistina, alla destra di Gesù sono raffigurate delle anime che vengono tirate in Cielo grazie a delle corone di Rosario a cui sono strettamente attaccate. Michelangelo non era un teologo, ma aveva pienamente capito la potenza del Rosario. Potenza che è tutta nella grandezza di Maria.

Sono tre i motivi per cui la devozione mariana è indispensabile nella vita del cristiano.

Il primo riguarda la natura stessa della Vergine. Ella, pur non essendo divina (la Chiesa da sempre ha parlato di ipervenerazione e non di adorazione), ha una natura che, come dice san Tommaso, “sfiora” la divinità, perché è veramente “Madre di Dio”. Il Cristianesimo non dice che Dio è apparso uomo ma che è diventato veramente uomo, da qui il paradosso di una creatura che è veramente madre del Creatore, di una donna che è, come dice Dante, “figlia di suo Figlio”. Già questo basterebbe per capire quanto sia necessaria la devozione mariana.

Il secondo motivo riguarda la salvezza. L’Incarnazione, necessaria per la Redenzione, si è attuata grazie al “sì” di Maria all’Angelo. Ma cosa sarebbe accaduto se lei avesse detto “no”? Ci sarebbe stata una nuova possibilità? Chi può dirlo. Dunque, la possibilità della salvezza di tutti passa attraverso quel “sì” della Vergine pronunciato in completa libertà.

Il terzo motivo riguarda la vita spirituale. Secondo il Cristianesimo, Dio non decide d’essere buono ma è costitutivamente buono. I comandamenti altro non sono che la natura di Dio codificata per la vita dell’uomo. Dunque, il quarto comandamento (onora il padre e la madre) è prima di tutto nella natura di Dio. Può Dio dire di “no” a Sua madre?

Da questi tre motivi si capisce la potenza del Rosario, preghiera mariana per eccellenza, e quindi la sua importanza per la vita d’ogni cristiano. Queste cose, più o meno, si conoscono. Quello che però viene solitamente trascurato è il fatto che il Rosario non è solo importante per la vita del singolo cristiano ma anche per la civiltà cristiana.

A questo proposito va detto che i momenti più significativi della storia della civiltà cristiana sono direttamente o indirettamente legati alla diffusione di questa pratica di pietà. L’episodio più famoso è senz’altro la battaglia di Lepanto, quando l’allora papa san Pio V bandì una vera e propria crociata del Rosario e ne ottenne una gloriosa vittoria.

Ma non solo Lepanto. Sull’eresia degli Albigesi, uno storico americano, Henry Lea, pur essendo molto critico verso l’inquisizione medievale, ha scritto: (…) riconosciamo senza esitare che la causa dell’ortodossia non era altro che quella della civiltà e del progresso. Se il catarismo fosse divenuto dominante o soltanto uguale al cattolicesimo, non si può dubitare che la sua influenza sarebbe stata disastrosa.” Ebbene, la causa dell’ortodossia fu soprattutto sostenuta dalla recita del Rosario praticata e propagandata da san Domenico di Guzman e dai suoi frati, protagonisti nell’inquisizione di quel tempo.

L’avanzata del Protestantesimo fu arrestata grazie ad una grande intuizione di San Carlo Borromeo. Quando, dopo il Concilio di Trento, egli iniziò la riforma della diocesi di Milano, decise d’introdurre la recita pubblica del Rosario in ogni parrocchia. E il Protestantesimo non invase la Lombardia.

Per non parlare del Rosario per convertire la Russia e abbattere il comunismo, indicato a Fatima ai tre pastorelli.

E la pratica del Rosario chissà quanto altro abbia scongiurato senza che noi lo sappiamo.

C’è un episodio molto interessante che riguardò la vita di san Pio da Pietrelcina, importante perché fu raccontato da lui stesso. Stava in preghiera nel coro quando avvertì la necessità di avvicinarsi ad una finestra. Da qui vide una piazza piena di nemici che gridavano a più non posso: “A morte! A morte!..” Si ritrasse dalla finestra, spaventato, vide la Madonna e le chiese aiuto. Allora Ella gli mise fra le mani la corona del Rosario da manovrare come arma. Il Frate con la corona fra le mani si riaffacciò alla finestra e vide cadere a terra, abbattuti, tutti i nemici che fino a poco prima gridavano all’impazzata.

Quello che stiamo assistendo ai nostri giorni è una forte scristianizzazione che si manifesta con la diffusione di una mentalità relativista (tutte le opinioni sono verità) e nichilista (non esiste alcun valore). La causa sta in un atteggiamento intellettualistico dell’uomo, prima moderno e poi contemporaneo, che ha creduto e che crede di poter essere completamente autosufficiente.

Ed ecco perché il Rosario da ormai tanti anni viene indicato dalla Vergine stessa come la possibilità di rinascita dell’uomo e della civiltà cristiana.

Il Rosario è una catena, e non c’è oggetto più lontano dall’autosufficienza della catena, che lega l’uomo. Ma è una catena che lega alla Madre, e non c’è persona, più della mamma, di cui si ha maggiormente bisogno.