John Munden

“cercate ogni giorno il volto dei santi e traete conforto dai loro discorsi”

[Didaché IV, 2; CN ed., Roma 1978, pag. 32].

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di Rino Cammilleri

Il suo cognome talvolta Io si trova scritto Mundaye o Mundayne o Mundyn. Per i documenti dell’epoca è quasi normale trovare trascrizioni differenti dello stesso nome; colpa anche della lingua, la cui pronuncia è spesso problematica.

John Munden nacque a Coltely, nella contea di Dorset. Studiò diritto civile a Oxford, ma nel 1566 ne fu espulso a causa dei suo cattolicesimo. Fece l’insegnante scuola per qualche anno, poi se ne andò in Francia a iscriversi al collegio teologico inglese di Reims. Completò gli studi a Roma e, ordinato sacerdote, nei 1582 si fece rimandare in patria.

L’Inghilterra era ormai una pericolosa terra di missione, peggiore dei Giappone, della Cina e della Corea, Infatti, dopo pochi mesi il Munden venne fatto catturare e consegnare alle autorità da un conoscente. Tradotto a Londra, fu subito condotto davanti al segretario di Stato, il famigerato Walsingham. Uno di quelli che facevano la spia per conto di costui era il nostro Giordano Bruno.

Quest’ultimo rintanato nell’ambasciata di Francia, si era fatto anglicano (sarà, di volta in volta, anche calvinista e luterano) e si manteneva suggerendo al Walsingham i nomi di quei cattolici che vedeva entrare nell’ambasciata.

Walsingham stesso si occupò dell’interrogatorio del Munden, e lo percosse così forte da stordirlo. Il prete cattolico fu tenuto venti giorni nella Torre di Londra, incatenato e costretto a dormire in terra. Al processo, lo accusarono anche, chissà perché, di dissolutezza. Dopo un anno di prigione, nel 1584 lo impiccarono con altri quattro cattolici. La sentenza capitale fu eseguita al Tyburn di Londra.

il Giornale