Meglio immorali che calvinisti

Luigi NegriTempi n.13 del 23 marzo 2006

di Luigi Negri

Il mondo cattolico italiano è strattonato ad entrare nelle vicende analitico-partitiche. Messaggi, contromessaggi, lettere aperte di associazioni cattoliche, in un contesto di corto respiro e forse di corta intelligenza. Non aggiungo nulla a livello di analisi, perché non sono in grado e soprattutto perché come vescovi ci siamo impegnati a non farlo. Ma qualche osservazione di metodo è necessaria.

La prima. Il mio maestro monsignor Giussani mi ha insegnato che la ragione è la capacità di conoscere la realtà secondo tutti i suoi fattori. Mi permetto di enucleare alcuni fattori che in certe analisi “cattoliche” sono stati volutamente (?) ignorati.

1) Appartiene alla Dottrina sociale della Chiesa la difesa e la promozione dei diritti della famiglia e dell’educazione: quindi il superamento del monopolio “statale”, la vergogna culturale del nostro paese. Potrà non piacere, ma la riforma della scuola varata da questo governo è un primo tentativo per la realizzazione di un effettivo pluralismo scolastico.

2) La Dottrina sociale della Chiesa ha sempre difeso i diritti della società: chiedendo allo Stato di servire la società e non di “imporsi” ad essa. La riforma dell’architettura dello Stato ora varata sembra in linea con il principio di sussidiarietà, cardine di una vita sociale democratica.

3) La famiglia eterosessuale, monogamica, feconda è un valore sostanziale della Costituzione. Perché non si dice che l’equiparazione delle coppie di fatto alle famiglie, la legalizzazione di quelle omosessuali e, sullo sfondo, le manipolazioni genetiche e l’eutanasia sono attentati alla Dottrina tanto quanto alla nostra Costituzione?

La seconda. Si dice che non si può parlare della verità, se non si è coerenti. Come dire che la forza della verità si fonda sulla coerenza con cui io la vivo. Io preferisco affermare una Verità che mi trascende e mi giudica: le chiedo di rendere la mia vita meno incoerente, di aiutarmi ad essere testimone di una verità che salva. Se parlassero solo quelli che si credono coerenti, ci sarebbe un silenzio assordante, rotto soltanto dagli scribi, dai farisei e dagli imbecilli.

Alla fine, che cos’è la pace? Un progetto di rigore calvinistico, da imporre con violenza a quelli che non lo condividono o l’evento della Grazia di Cristo? Aveva ragione il grande Del Noce quando diceva di temere di più i cattocomunismi che gli stalinisti. Il calvinismo rende l’odio più odio e la violenza più violenza. Dal mondo scompare la carità, che come insegna Benedetto XVI è la natura stessa di Dio e la forza di Dio che agisce nel mondo.

*Vescovo di San Marino-Montefeltro