Felice da Brescia

“cercate ogni giorno il volto dei santi e traete conforto dai loro discorsi”

[Didaché IV, 2; CN ed., Roma 1978, pag. 32].

Felice_Brescia

di Rino Cammilleri

E un nome, questo, davvero felice, visto che ritorna per la bellezza di 79 volte nei cataloghi dei santi cristiani. Forse lo si imponeva ai pargoli come buon augurio; e parecchi tenevano fede al loro nome, a quanto pare, trovando l’unica possibile felicità su questa terra: la santità (lo diceva Lèon Bloy: «L’unica vera tristezza è quella di non essere santi»). Provare per credere.

Tra i santi di nome Felice si venerano anche tre papi: Felice I, II e III. il secondo fu, in verità, un antipapa, ma per la santità basta la buona fede. Ciò sia di risposta a quanti plaudono per Giovanni XXIII, per esempio, sugli altari e non, sempre per esempio, per Pio IX. Il santo di oggi, Felice, anch’egli fu vescovo di Brescia. Per la precisione fu il ventiseiesimo vescovo della città, succedendo a S. Domenico (di Brescia appunto).

Governò la sua diocesi per quarant’anni circa, dal 617 al 656. Costruì diverse chiese, anche giovandosi dell’aiuto finanziario della regina Teodolinda. Il re longobardo Rotari, che regnò dal 636 al 652, lo fece cacciare dalla città per insediare al suo posto un vescovo ariano. Felice però riuscì, con il concorso del suo popolo, a estromettere a sua volta l’eretico e a tornare sulla sua cattedra.

Tra le sue numerose fatiche ci fu anche questa: cercò di organizzare un corpo di spedizione militare contro i saraceni, ai tempi in cui gli islamici musulmani cercavano di («immigrare» a mano armata. Si dice che Felice di Brescia sia finito ammazzato per ordine di Rotari, ma non è sicuro. Il suo corpo fu ritrovato solo nel 1 508: era sepolto nella chiesa di S. Afra.

il Giornale