Daniele il medico

“cercate ogni giorno il volto dei santi e traete conforto dai loro discorsi”

[Didaché IV, 2; CN ed., Roma 1978, pag. 32].

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di Rino Cammilleri

Di questo santo, vissuto nel V secolo, si sa soltanto che faceva il medico di professione, Un giorno gli capitò di dover curare di un male insanabile il re di Persia. Daniele fu l’unico a riuscire nel compito, e quel re si convertì al cristianesimo. Ora, da quelle parti la religione zoroastriana era di Stato, e i cristiani venivano perseguitati anche perché sospettati di intelligenza col secolare nemico, l’Impero romano.

Dunque, l’impresa di Daniele ebbe realmente del miracoloso, Ancora oggi, la potenza della guarigione convince non pochi a cambiare religione. La religione che sta cominciando a perdere terreno è attualmente la scienza, Il caso Di Bella, per esempio, ha mostrato a molti un mondo ricco solo di lotte accademiche, di colpi bassi, di odi feroci per la difesa di posizioni acquisite.

Ormai non c’è farmacia che non esponga la targa con su scritto «omeopatia». Erboristerie a ogni angolo, fiori di Bach e californiani, Reiki, Shiatsu, Chakra, medicina ayurvedica, cristalli, piramidi, colori. Anche acque. Sì, pare proprio che le acque dei santuari abbiano delle strane proprietà, scientificamente verificabili. Ma anche lo stregone vudù sarebbe il benvenuto se davvero sapesse guarire.

Ora, la filosofia cattolica è basata sulla razionalità di Tommaso d’Aquino. Che non è razionalismo. Cioè, essa si arrende volentieri all’evidenza. L’evidenza dovrebbe, infatti, essere la cosa più «scientifica» di tutte. Invece è spesso la prima ad essere scartata per pregiudizio ideologico. Cioè, per fanatismo. In tempi di nuvolaglia New Age, sarebbe insomma più corretto verificare caso per caso.

il Giornale – 10 novembre 1999