Croce Rossa senza croce

croce_rossaPubblicato su Il Giornale del 27 giugno 2005

 di Vittorio Sgarbi

La Croce Rossa senza più la cro­ce. Non si vorrebbe quasi cre­derci, ed è forse sperabile che sia uno scherzo, ma l’im­magine apparsa su al­cuni giornali sembra dar ragione delle preoccupazioni espresse da Oriana Fallaci nel­la recente intervista sul Wall Street Journal. Ciò che Spengler aveva annunciato, il tramonto dell’Occidente, la Fallaci osserva atterrita e indignata: «Guardate l’odierno sistema scolastico dell’ Occidente. Gli studenti non cono­scono la, storia! Per Dio, non ne sanno nulla. Non sanno nemme­no chi era Churchill! In Italia non sanno chi era Cavour… Non si può sopravvivere se non si (…) conosce il passato. Noi sappiamo perché le altre civiltà sono scomparse: per eccesso di be­nessere e ricchezza, e per mancanza di moralità e spiritualità… Nel momento stesso in cui rinun­ci ai tuoi principi e ai tuoi valori… in cui deridi questi principi e questi valori, tu sei morto, la tua cultura è morta e la tua civiltà è morta».

Che esageri? Che manifesti una intolleranza rispetto alla civiltà e alla cultura islamica? O che invece non registri proprio quella indifferenza per le radici che un giovane mi manifestava qualche sera fa a Milano, dicendo: «Mi sono laureato, ma non so niente. Ma perché soltanto in questi gior­ni ho saputo, con curiosità che si autoalimenta, che nel 1989 c’è stato il crollo del muro di Berli­no? In quell’anno io ero bambino e la mia memo­ria non ha registrato l’evento epocale, l’inizio di una nuova era. Poi ho incominciato a interessar­mi, assai recentemente, alla storia italiana, e ho cercato di capire la tragica vicenda di Aldo Mo­ro. Come farò a colmare tante lacune, a sapere quello che nessuno m’ha insegnato?».

In questo pericolo dell’indifferenza, in questa agonia di va­lori, simboli e principi, era forse logico che si arrivasse alla contraddizione tra parole e segni. Ci può essere un’alternativa alla croce per la Croce Rossa? Certo, il richiamo cristiano è fortis­simo, inevitabile, e un nuovo simbolo dovrebbe presupporre un nuovo nome, come è pure possi­bile che accada. Ma, per intanto, si è increduli nel vedere la nuova immagine: al posto della cro­ce rossa in campo bianco, sui mezzi e i corredi di pronto soccorso, troveremo un rombo, già defini­tivamente in uso nelle zone di operazioni belli­che.

Perché questa sostituzione? Per non turba­re le coscienze delle associazioni non cristiane che compongono la Croce Rossa internazionale. Fra esse, oltre alla Mezzaluna Rossa, corrispon­dente islamica della Croce Rossa, c’è la Stella di David Rossa, esclusa fino ad oggi dalla federazio­ne internazionale per non avere adottato il sim­bolo comune. Il rombo ipocrita sembra ora ri­comporre le contraddizioni, evitando imprevedi­bili degenerazioni del fanatismo e garantendo. l’incolumità degli operatori che lavorano sotto quel simbolo.

Questa la spiegazione per il nuovo atto di abiura delle tradizioni cristiane di assi­stenza dei malati e dei feriti durante la guerra. Dovremo abituarci anche a questo, in una socie­tà dominata dalla paura, e nella triste minaccia ai valori cristiani di cui sembra di avvertire l’ine­sorabile dissoluzione, prima di tutto nella nostra coscienza.