Sentinelle in piedi: ne ho intervistata una (mettendola a sedere)

sentinelle2Dal sito Vebpost 10 ottobre 2014

di Giacomo Lucarini

Chi sono le Sentinelle in piedi?

Persone che si riuniscono e manifestano, leggendo un libro in silenzio in piedi per un’ora circa, contro il ddl Scalfarotto anti-omofobia e contro matrimoni e adozioni gay. Per adesso senza appartenenza politica, anche se la destra (anzi, l’ultradestra) le “corteggia” e getta qualche ombra sul movimento in sé.

Ma perché questo timore di un disegno di legge contro l’omofobia? La “mia” sentinella ha il volto e la voce pacati di Andrea, professionista di 58 anni, sposato da venti, con una figlia quattordicenne. Ha partecipato all’iniziativa, a Pisa, con un altro centinaio di Sentinelle, domenica 5 ottobre.

Le Sentinelle in Piedi, di solito, non rilasciano interviste e non parlano con i giornalisti, evitano di esprimere posizioni personali e hanno dei portavoce territoriali. Non ho avuto nessun problema, però, a contattare alcune di loro e incontrare Andrea a Viareggio

Ci sediamo al bar e ordiniamo due caffè.

La pluralità di vedute è bella, mi dice. Magari, se il mondo fosse pieno di gente che la pensa come me, sarebbe brutto, aggiunge. Però voglio affermare quello che penso senza rischiare condanne, conclude.

Quindi voi Sentinelle non siete “a favore dell’omofobia”.

Tutt’altro. Ma se una legge permette a qualcuno di interpretare la difesa della famiglia naturale – formata da uomo e donna – come omofobia, allora è giusto protestare.

È una lotta per la libertà d’espressione?

Esatto. Dicono che abbiamo la costituzione più bella del mondo, e lo penso anche io. Non si parla di offese, si parla di affermare un’opinione.

Ok, è una lotta per la vostra libertà d’espressione…

Ma i diritti e le tutele devono essere garantiti a tutti. Qualcosa che si avvicina al reato d’opinione, invece, non è giusto.

Come si legge sul sito ufficiale le sentinelle “vigilano sulle azioni di chi legifera denunciando ogni occasione in cui si cerca di distruggere l’uomo e la civiltà”. Non sarà un po’ esagerata come espressione?

Eh, ma l’esagerazione nella comunicazione funziona…

Però con il ddl Scalfarotto si cerca di evitare la discriminazione plateale e pregiudiziale…

L’Italia è il paese delle interpretazioni. Vogliamo davvero che un giudice possa condannare qualcuno perché dice che la vera famiglia è composta da uomo e donna e non da due persone dello stesso sesso?

Non temete che la vostra esposizione mediatica dia, paradossalmente, più visibilità e risalto a quello contro cui vi battete?

Sì. Ma la visibilità non significa automaticamente condivisione. Vogliamo far riflettere sui rischi che si corrono.

Com’è andata a Pisa, il 5 ottobre scorso? So che la vostra manifestazione ha avuto un po’ di problemi…

Siamo stati presi d’assalto con bestemmie e turpiloquio dai contro-manifestanti, che erano anche numericamente più di noi. Non da tutti, per carità. Ma bastano pochi a ledere i diritti altrui. Noi manifestavamo in silenzio, tranquilli, e ci siamo scontrati con azioni scomposte e irriguardose verso mamme e bambini, che sono dovuti fuggire. Siamo stati letteralmente cacciati da piazza dei Cavalieri mentre esercitavamo un nostro diritto. Questo come lo vogliamo chiamare?

Per curiosità, cosa leggevi?

Un libro su Sant’Ignazio, della collana dedicata dal Sole 24 Ore ai gesuiti.

Riassumendo, niente matrimonio tra persone dello stesso sesso, e niente adozioni. E niente rischi nel difendere la famiglia “naturale”.

Sì. Idee che tutte noi Sentinelle condividiamo ed esprimiamo in modo pacifico. Ci opponiamo – credo in modo legittimo – a queste cose. Che poi, oggi questo, domani l’utero in affitto, poi chissà.