Angelina di Marsciano

“cercate ogni giorno il volto dei santi e traete conforto dai loro discorsi”

[Didaché IV, 2; CN ed., Roma 1978, pag. 32].

Angelina_Marsciano

di Rino Cammilleri

La richiesta di occuparci oggi di questa Beata ci è pervenuta da Eugenio Corti, lo scrittore cattolico «più amato» (secondo un’indagine a suo tempo condotta dal quotidiano Avvenire), autore del best e long-seller Il cavallo rosso (se non l’avete mai visto nelle classifiche dei più venduti non ci fate caso, imparate semmai a diffidare delle classifiche). Dunque, come nel Paladino II, è una richiesta “che non si può rifiutare”. E allora, forza.

Questa contessina nacque nel 1377 nel castello di Monte Giove presso Orvieto e, quando le morì la madre cui era attaccatissima, fece voto di farsi suora. Solo che il padre era di tutt’altro avviso e la fidanzò d’ufficio. A sedici anni si ritrovò maritata.

La sera stessa delle nozze, però, il neo-sposo la sorprese in conversazione col suo angelo custode e si rese conto di essere di fronte (anche lui) a una richiesta “che non si poteva rifiutare”, così accettò di vivere in castità con la moglie. Durò un anno, poi il santuomo morì e Angelina si fece clarissa. Anzi, visto che molte fanciulle avevano deciso di seguire il suo esempio, fondò il Terz’ordine regolare femminile francescano.

I padri, che si vedevano sfuggire vantaggiosi contratti nuziali, intervennero presso il re di Napoli, e Angelina e le altre finirono in esilio a Foligno dove si riunirono in convento. La cosa ebbe un seguito ad Assisi, Viterbo, Firenze, Rieti e altre città, tanto che a un certo punto il papa Martino V si vide costretto a dover prenderla seriamente in considerazione: riunì tutti questi conventi sotto un’unica direzione e affidò loro il compito di educare la gioventù femminile. Angelina morì nel 1435 e fu sepolta nella chiesa francescana di Foligno. Oggi riposa di fronte alla sua, più famosa, omonima Angela da Foligno.

il Giornale