L’equivoco teosofico della bandiera

pace_flagArticolo pubblicato su Tempi Numero: 10 – 6 Marzo 2003

Tutti desiderano la pace. Molti, con una buona fede, che è addirittura commovente, espongono una bandiera multicolore con la scritta “Pace” al centro: pace, come aspirazione al bene, alla felicità. Quasi nessuno però conosce l’origine di tale bandiera arcobaleno.

Ci colpiscono una serie di articoli critici a riguardo del pacifismo: Marcello Veneziani, La famiglia arcobaleno, Il Giornale, 20 febbraio. Antonio Socci, L’abuso della fede, Il Giornale, 23 febbraio. Alessandro Maggiolini, Il papa, le illusioni e il Medioevo della pace, Il Giornale, 26 febbraio. Il rifiuto della guerra è diventato ideologia e analfabetismo politico, Il Foglio, 18 febbraio.

Tutti desiderano la pace. Molti, con una buona fede, che è addirittura commovente, espongono una bandiera multicolore con la scritta “Pace” al centro: pace, come aspirazione al bene, alla felicità. Quasi nessuno però conosce l’origine di tale bandiera arcobaleno. Dobbiamo trasferirci a New York, dove la medium russa Helena P. Blavatsky (1831 – 1891) fonda nel 1875 la Società Teosofica, organizzazione che ha lo scopo di interpretare le scritture e le dottrine di tutte le religioni e di rivelarne il presunto significato occulto.

Mettendo insieme le “verità” che formano la base di tutte le religioni, la Teosofia vorrebbe dimostrare (e in fondo oggi c’è riuscita) che non esiste una Chiesa che possa monopolizzare tali verità: non esistono dogmi, non ci sono eretici e tutti hanno ragione. Nella Genesi, cap. 9, l’arcobaleno è il segno del patto stabilito da Dio con il creato. Nella Teosofia, al contrario, è simbolo della elevazione della coscienza individuale verso lo spirito divino e universale. La pace, cioè, è il risultato dello sforzo dell’uomo che si eleva a Dio.

La bandiera dell’arcobaleno, come è normalmente esposta, ha i colori invertiti, guardandola dall’alto in basso: dal viola al rosso, invece che dal rosso al viola. La parola pace, nelle varie manifestazioni, sembra non a caso richiamare all’utopia di una società perfetta, che non è mai esistita.

Non giudichiamo la buona fede nell’uso della bandiera, facciamo solo notare due cose:

1) Dio è necessario proprio perché l’uomo non è capace di pace;
2) la pace non è né una bandiera, né un’idea, né una tranquillità apatica (senza passione). La pace è un avvenimento che si afferma dolorosamente e concretamente nella storia, nella società, nella convivenza di oggi. Bisogna saper indicare dove è, come vi si può partecipare. Altrimenti, hanno ragione gli americani, quando affermano che la pace è la loro società. Hanno così ragione che anche la stragrande maggioranza dei pacifisti vive totalmente come loro, da loro dipendente per la pace e per la guerra.

In breve, dalla stampa – dal 23 febbraio al 3 marzo 2003