“La mia seconda volta”: un film… stupefacente

Federica Picchi

da In Terris

Lunedì 18 Marzo 2019

Una pellicola per sensibilizzare i giovani contro l’uso delle droghe: parla Federica Picchi, della casa di distribuzione.

Giuseppe Brienza

In anteprima per le scuole oggi e domani al cinema Faraggiana di Novara, il film La mia seconda volta di Alberto Gelpi, che sta girando l’Italia prima di uscire su tutto il territorio nazionale il 21 marzo.

Ispirato alla storia di Giorgia Benusiglio, una ragazza milanese che non ancora diciottenne ingerì una mezza pasticca di ecstasy finendo in coma e salvandosi per miracolo, quest’opera è promossa dalla Dominus Production, casa di produzione e distribuzione di film etici e di pregio culturale fondata nel 2010 da Federica Picchi.

Il primo film distribuito in Italia dalla Dominus è stato Cristiada, che nel 2014 ha raggiunto quasi 50 mila spettatori raccontando la guerra dei Cristeros in Messico con un’ottica politicamente scoretta. Federica Picchi è ligure di origine ma, da diversi anni ormai vive a Firenze. Dopo gli studi in economia condotti all’università Bocconi di Milano, una borsa di studio alla Georgetown University di Washington e una carriera tutta nel mondo dell’alta finanza a Londra, dal 2008 ha scelto di tornare in Italia cambiando completamente vita. In quest’intervista per In Terris ci spiega come e perché a trent’anni è passata dall’occuparsi di finanza internazionale al cinema etico/culturale.

Com’è stato il passaggio dalla vita e dal lavoro in una banca d’affari della City di Londra ad una città e un’occupazione così diverse?

“È stato un passaggio in un certo senso ‘obbligato’, perché amo il mio Paese e amo la cultura. Inoltre, più si viaggia e più ci si rende conto di come sia prezioso salvaguardare le proprie origini e propri valori (in termini di difesa della vita e della famiglia). La cultura è influenzata dall’intrattenimento, bisogna impegnarsi perché l’intrattenimento torni a fare sana cultura”.

Cosa pensi della produzione offerta agli italiani in Tv, in particolare dei programmi d’intrattenimento e di quelli rivolti ai giovani?

“Purtroppo ormai da decenni la Tv, non solo ha messo in secondo piano l’Educazione, ma ha notevolmente contribuito ad impoverire i nostri giovani, privandoli di valori e di ideali”.

Pensi che per aiutare il cinema italiano la politica dovrebbe difendere la produzione nazionale contro i grandi “mostri” tipo Disney, Universal e Warner Bros?

“Purtroppo anche la produzione nazionale non si è distinta per grande profondità/attenzione culturale, anzi. A prescindere dalla nazionalità, proporrei invece di essere più attenti nelle autorizzazioni alle proiezioni di film con scene di violenza troppo spinte. Siamo bombardati dal “male”, è il momento ora di accendere i riflettori sul bene”.

Cosa pensi dell’attuale produzione hollywoodiana?

“Penso che vuole colpire con ‘super-effetti’ speciali ma, oggi come sempre, la bellezza è nelle piccole cose. In un fiore si racchiude l’infinito”.

La mia seconda volta, l’ultimo film distribuito dalla Dominus Production, tocca il tema delicatissimo delle droghe “leggere” o ad uso “occasionale” e, senza fare moralismi, sensibilizza i giovani e le famiglie sul pericolo di queste sostanze (per vedere la programmazione si può andare sul sito ufficiale www.lamiasecondavolta.it). Ce ne parli?

“La mia seconda volta è un film sull’importanza delle scelte. Ogni giorno, vivendo, ci troviamo di fronte a bivi, più o meno visibili, che ci costringono a scegliere: entrare o uscire, “sì” o “no”. Fa parte della quotidianità di ognuno di noi. Ci sono scelte difficili, quelle che necessitano di attenzione, di riflessione, di tempo. E ci sono quelle facili, immediate, a cui si risponde quasi senza pensarci perché “ci piacciono”. Scelte di testa e scelte di pancia, potremmo dire. Eppure il comune denominatore delle scelte, facili o difficili che siano, è la non-certezza della conseguenza. I protagonisti troveranno il coraggio d’affrontare le conseguenze delle loro scelte… perché nessuno è un’isola e il gesto di ognuno, nel bene o nel male, si riflette su tutti gli altri. Un viaggio verso l’età adulta che tocca le speranze, i timori, le difficoltà e le gioie di ogni percorso di crescita”.

Per aumentare la sua influenza in una cultura relativista e sfiduciata come in gran parte è quella italiana, assieme ad ogni film che la Dominus Production distribuisce vi è sempre abbinato un libro, che permette al pubblico di approfondirne i contenuti. L’ultimo titolo uscito, contemporaneamente a La mia seconda volta, è Fotogrammi stupefacenti. Storia di una rivincita. Narra la storia di Federico Samaden che, grazie al suo incontro con Vincenzo Muccioli, fondatore della Comunità di san Patrignano, non solo ha vinto la tossicodipendenza, ma è riuscito a tirare fuori dalla droga centinaia di adolescenti e giovani. Ce ne sono quindi di protagonisti positivi da raccontare anche al cinema, hai già qualche altro progetto in questo senso?

“Sì, è vero, la vita è piena di storie ed esperienze reali straordinarie. Quella di Federico Samaden ad esempio è una di queste. Lui non solo è riuscito ad uscire dalla tossicodipendenza, ma è andato oltre, creando una seconda sede operativa di San Patrignano a Trento e girando l’Italia per testimoniare la preziosità della vita. È talmente persuasivo con i giovani che gli hanno addirittura affidato la direzione dell’istituto alberghiero di Rovereto perché era (prima del suo arrivo) parecchio ingestibile…”.

La mia seconda volta ha al suo interno un “cameo” della rock band cristiana The Sun, che presenta un bellissimo brano, Noi, tratto dall’ultimo album. Non pensi che dall’abbinata musica-cinema possano nascere tanti motivi per emozionare e influenzare positivamente i giovani e, insieme, sostenere qualche valido gruppo italiano indipendente che, per tematiche proposte o indifferenza da parte delle major, rischia sistematicamente di rimanere nascosto?

“I The Sun sono un gruppo di grande valenza artistica e molto seguito dai giovani. Erano distribuiti da Sony fino a 5 anni fa, ma poi hanno deciso di essere indipendenti per mantenere libertà nei contenuti e nell’impostazione del loro lavoro. In Dominus ho creato il settore discografico proprio per questo, per dare risalto alla musica virtuosa e ai gruppi che non si piegano al mainstream. Dobbiamo ridare valore e contenuti all’arte, dobbiamo tornare a parlare di grandi Ideali ai nostri giovani e tornare a fargli battere il cuore. Dominus è nata per questo grande progetto”.