“Noi genitori siamo troppo permissivi e sottovalutiamo i rischi della pornografia”

da Punto famiglia Gennaio 2019

 Quali sono le derive, i rischi e i condizionamenti del porno? Abbiamo voluto approfondire l’argomento con Tonino Cantelmi, medico psichiatra, psicoterapeuta e scrittore.

di Ida Giangrande

Il fenomeno della porno-dipendenza è sempre più diffuso, perché? Come agisce la pornografia sul cervello umano? È vero che ne modifica alcune aree come fanno alcune sostanze stupefacenti?

La pornografia attiva con prepotenza i circuiti del piacere e in particolare i nuclei dopaminergici, ma soprattutto il potere delle immagini genera una memoria impressionante delle stesse, in grado di modellare il vissuto come se fosse una esperienza sessuale. Insomma non avrei difficoltà a sostenere che la neurobiologia della fruizione della pornografia ha effetti persistenti sul sistema cervello-mente in un ambito assai delicato, quello dell’affettività.

È corretto dire che quanto prima si inizia a consultare materiale pornografico maggiori sono le possibilità di diventare porno-dipendenti?

È corretto dire che la esposizione precoce e persistente crea un mucchio di potenziali rischi per la salute mentale. Abbiamo un certo numero di studi che lo dimostrano e che abbiamo riassunto in un piccolo volume (Erosi dai media, edizioni San Paolo, 2011, di Daniele Mugnaini, Tonino Cantelmi, Emiliano Lambiase e Stefano Lassi,). Troppe osservazioni ci indicano che ormai la maggioranza dei ragazzi ha contatti con la pornografia già ad 11 anni e alcuni ancora prima.

Cosa intendiamo per sessualizzazione precoce dei minori? E quali sono gli effetti di una sessualizzazione precoce sulla loro psiche?

Ecco questo è un punto cruciale, che va ben oltre la pornografia. L’esposizione ai contenuti sessuali espliciti è troppo precoce, troppo persistente e troppo invadente: i nostri bimbi già a 7/8 anni hanno avuto contatti eccessivi con contenuti sessuali che non sono in grado di accogliere in modo armonico e coerente con il loro sviluppo. Questo genera un cortocircuito che, a detta di molti esperti, è un rischio eccessivo per lo sviluppo dei bambini e per la loro salute mentale.

In rete, come ben sa, se non sei tu a cercare la pornografia è lei che cerca te: cosa sente di dire ai genitori i cui figli sono sempre esposti a questo rischio dato il largo uso del web?

Noi genitori siamo troppo permissivi e sottovalutiamo i rischi. Mettere dei limiti non vuol dire vietare, ma spiegare, parlare e dialogare. Cosa per nulla facile: siamo troppo veloci nei contatti con i nostri figli e non dedichiamo il giusto tempo.

Come spiegare ai minori, soprattutto adolescenti, che la pornografia fa male senza generare in loro tendenze sessuofobiche?

Spiegare è possibile solo se c’è una relazione di fiducia. La domanda giusta sarebbe: i genitori sono in grado di realizzare relazioni di fiducia per spiegare ai loro figli le conseguenze della pornografia? Ma io ne farei un’altra: quanti genitori sono essi stessi schiavi della pornografia?

Pornografia e violenza di genere: c’è relazione?

Sì, nella pornografia la donna è totalmente oggettivizzata, direi che la pornografia è già una grave violenza di genere.