Uruguay. Dopo un anno di marijuana legale i crimini sono raddoppiati

Tempi 14 Giugno 2018

Inoltre, secondo dati ufficiali, circa il 70% dei consumatori abituali continua a rivolgersi al mercato nero

di Leone Grotti

Legalizzazione della marijuana e contrasto alla criminalità che gestisce il mercato nero sembrano due binari paralleli che non si incontrano né si incontreranno mai. A dirlo non sono solo gli esperti e i produttori di cannabis in Canada, dove presto la droga potrà essere venduta e consumata liberamente, ma anche i risultati dell’esperimento in Uruguay, dove la sostanza è sul mercato dal luglio 2017, dopo l’approvazione della legge del 2013.

TUTTI AL MERCATO NERO. «Sono una donna che lavora, non posso mica venire qui ogni giorno», si lamenta a Montevideo Laura Andrade, parlando con l’Associated Press. «Le farmacie del mio quartiere non vendono la cannabis, ho dovuto prendere un autobus per venire fino a qui e ora mi dicono che l’hanno finita. Oggi ho dovuto comprarla al mercato nero. Questo sistema è inutile». Andrade non è l’unica persona ad acquistare la droga illegalmente nel paese: come lei si comporta oltre il 70% dei cittadini uruguaiani che fumano marijuana, secondo i dati dell’istituto di controllo statale. Solo 35 mila consumatori su 147 mila, infatti, sono regolarmente registrati.

DROGA LEGALE. Ci sono diversi modi in Uruguay per accedere alla canna libera: registrarsi per coltivarla a casa (massimo 480 grammi all’anno), iscriversi a uno dei 2.529 club sparsi per il paese oppure acquistarla nelle farmacie autorizzate e che accettano di venderla (massimo 40 grammi al mese a testa). Trovare una di queste farmacie (dopo un anno sono solo 14) non è semplice, visto che molte si sono rifiutate sia perché ai gestori non piace vendere droga insieme ai medicinali, sia perché i profitti sono più bassi di quanto pensassero, sia perché temono di essere presi di mira dai criminali.

«È TROPPO LEGGERA». «Il sistema è ridicolo. Vivo troppo lontano da una delle farmacie autorizzate. È troppo complicato», spiega uno chef della capitale che non vuole rivelare il suo nome per non essere additato come un fumatore di marijuana e che si rivolge abitualmente al mercato nero. Lo stesso comportamento tengono due consumatori abituali, Jose Luis Bertullo e Jazmin Texeira, che però lamentano un altro problema: «Non la compriamo più in farmacia perché è troppo leggera. Non ti stordisce così tanto».

CRIMINI RADDOPPIATI. L’Uruguay ha legalizzato la marijuana principalmente (è la versione ufficiale) per diminuire il tasso di crimini legati al traffico illegale. Si può dunque già parlare di fallimento visto che i crimini sono aumentati. Secondo il ministro degli Interni, Eduardo Bonomi, la guerra tra bande criminali legata allo spaccio ha causato il 59 per cento di tutti gli omicidi nel primo trimestre del 2018, praticamente il doppio del 2012.

«MAI COSÌ TANTA VIOLENZA». «Nel nostro paese non abbiamo mai avuto così tanti trafficanti di droga e così tanta violenza legata alla droga come ora», ha dichiarato all’emittente locale Telemundo l’ex presidente Julio Maria Sanguinetti, un oppositore della legalizzazione. Secondo Diego Olivera invece, a capo del National Drugs Council, è solo questione di tempo: «Non abbiamo mai pensato di eliminare il mercato nero dall’oggi al domani: è un processo graduale».

Intanto è passato un anno e la criminalità è raddoppiata.