La Chiesa ha bisogno della Filosofia Cristiana perché deve comprendere le verità credute. Intervista a Stefano Fontana.

Osservatorio Internazionale  Cardinale Van Thuân  sulla Dottrina sociale della Chiesa

 Newsletter n.857 del 23 Gennaio  2018

Silvio Brachetta

Il prossimo 7 febbraio 2018 Stefano Fontana inizierà il secondo modulo di Filosofia Cristiana a distanza: lo si potrà seguire anche scaricando le videolezioni. Organizzare dei Moduli di Filosofia Cristiana è stata la naturale conseguenza della pubblicazione del suo libro “Filosofia per tutti. Una breve storia del pensiero da Socrate a Ratzinger” (Edizioni Fede & Cultura, Verona 2016). L’anno scorso Fontana ha svolto il modulo di Ontologia, vale a dire la metafisica dell’essere. Quest’anno inizia il secondo modulo di Gnoseologia che riguarda la conoscenza umana: cosa conosciamo e come conosciamo? Il programma lo si può vedere nel sito delle edizioni Fede & Cultura, ove anche ci si può iscrivere.

Professor Fontana, perché è importante riproporre la Filosofia Cristiana?

Il concetto di Filosofia Cristiana è oggi in disuso e per questo, polemicamente, io l’ho riutilizzato. La sua importanza risiede nel fatto che rende possibile il rapporto non accidentale della fede con la cultura umana, di cui la filosofia rappresenta la chiave decisiva. La fede cristiana ha un bisogno intrinseco di diventare cultura, pensiero, vita, morale, costume … solo in questo modo incontra il mondo dell’uomo e non si limita ad essere devozione. La fede ha bisogno di incontrare le discipline con cui l’uomo organizza il proprio mondo, deve dialogare con il sapere e i saperi, con le scienze e le visioni del mondo, e per farlo ha bisogno di incontrare la filosofia.

Ora, il problema principale è questo: la fede si aggiunge dall’esterno alla filosofia oppure la penetra dall’interno rinnovandola? La vita divina cui per fede accediamo non semplicemente si aggiunge al nostro essere uomini ma lo penetra dall’interno e lo rigenera. Così accade anche per la filosofia e ciò che ne deriva si chiama Filosofia Cristiana.

Che legame c’è tra Filosofia Cristiana e teologia?

Il primo motivo per cui la fede ha bisogno della filosofia è che se ne serve per la teologia. La Chiesa non può stare senza teologia, ossia senza una comprensione delle verità credute. La teologia non è fatta solo dai teologi di professione, ma è una funzione della Chiesa in quanto tale e prima di tutto del Magistero. Tramite la corretta teologia si comprende correttamente il deposito della fede e lo si trasmette altrettanto correttamente. E’ la sana teologia che permette ai Pastori di guidare il popolo cristiano. Ma la teologia non si fa senza lo strumento della filosofia, come non si fa fisica senza lo strumento della matematica. Se lo strumento adoperato è sbagliato ne esce una teologia deformata e quindi pericolosa per la fede. Quando i teologi pensano di poter fare teologia senza filosofia in realtà usano una qualche filosofia a loro insaputa. Non tutte le filosofie sono ugualmente adatte a fare correttamente teologia. Da qui l’importanza della Filosofia Cristiana.

Come si è attuata, a grandi linee, la preferenza moderna per lo scetticismo o per il dubbio e il sospetto verso la certezza, che viene dalla verità?

La fede cristiana ha bisogno di una filosofia realista perché è una religione realista. La nuova creatura che nasce dal Battesimo, la vita di grazia partecipataci da Dio, la rinascita dalla morte del peccato tramite i sacramenti, la presenza di Cristo nell’Eucarestia … tutte queste sono realtà e non sentimento. La filosofia moderna, invece, ha messo indubbio la possibilità dell’uomo di conoscere il reale e quindi ha dato vita ad un pensiero scettico che si avvita su se stesso senza più poter accedere alla verità.

Che cos’è la gnoseologia, in generale, come disciplina filosofica?

Dalla precedente risposta deriva l’importanza della gnoseologia, ossia della parte della filosofia che studia la nostra conoscenza (Gnosis). Conosciamo veramente la realtà? Oppure conosciamo le nostre idee sulla realtà, le nostre proiezioni e interpretazioni soggettive? Conosciamo solo con i sensi? Solo con l’intelletto? Con i sensi e insieme con l’intelletto? A conoscere è il cervello o l’anima? Cosa vuol dire dimostrare una tesi? Ci sono dei principi primi evidenti della nostra conoscenza? E se sì, da cosa ci derivano? Ecco, la gnoseologia tratta di cose di questo genere.

Perché, nell’ambito della Filosofia Cristiana, la gnoseologia andrebbe rinominata metafisica della conoscenza?

Perché la Filosofia Cristiana è una filosofia realista, come si diceva sopra. Molti filosofi hanno pensato e pensano che prima di conoscere la realtà devo chiedermi se e come faccio a conoscere. Invece il realismo dice che prima si conosce la realtà e, conoscendo, si capisce come si conosce. In altri termini prima c’è la certezza evidente di conoscere l’essere e poi si può studiare come si fa a conoscere e si dà vita alla gnoseologia. All’inizio non c’è il dubbio (posso conoscere?) ma la certezza di conoscere la realtà. Ecco perché la gnoseologia va chiamata metafisica della conoscenza.