Caffarra: intervento al Rome life forum 2017

Estratto dell’intervento al Rome Life Forum svolto a Roma il 19 maggio 2017 in preparazione alla Marcia per la vita del 20 maggio del cardinale emerito di Bologna Carlo Caffarra

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La storia umana è lo scontro fra due forze: la forza di attrazione che ha la sua sorgente nel Cuore trafitto del Crocefisso-Risorto; il potere di Satana che non vuole essere spodestato dal suo regno. Il campo sul quale avviene lo scontro è il cuore umano, è la libertà umana. E lo scontro ha due dimensioni: una dimensione interiore; una dimensione esteriore.

Gesù, la Rivelazione del Padre, esercita una forte attrazione a Sé; Satana opera in contrario, per neutralizzare la forza attrattiva del Crocefisso-Risorto. Opera nel cuore dell’uomo la forza della verità che ci fa liberi; e la forza satanica della menzogna che ci fa schiavi.

Ma la persona umana non è solamente interiorità, non essendo puro spirito. La sua interiorità si esprime, prende corpo nella costruzione della società nella quale vive. L’interiorità umana si esprime, prende corpo nella cultura, la quale è una dimensione essenziale della vita umana come tale. La cultura è il modo specificatamente umano di vivere.

La condizione in cui si trova l’uomo, posto come è tra due forze contrapposte, non può non dare origine a due culture: la cultura della verità; la cultura della menzogna.

C’è un libro nella S. Scrittura, l’ultimo, l’Apocalisse, che descrive lo scontro finale tra i due regni. In questo libro l’attrazione di Cristo riveste il profilo di un trionfo sulle potenze nemiche, comandate da Satana. È un trionfo che arriva dopo un lungo combattimento. Le primizie della vittoria sono i martiri. “Il grande drago, il serpente antico, colui che chiamiamo il diavolo e satana, e che seduce tutta la terra, fu precipitato sulla terra… Ma essi [= i martiri] lo hanno vinto per mezzo del sangue dell’Agnello e grazie alla testimonianza del loro martirio” [cfr. Ap12, 9.11].

Nella nostra cultura occidentale esistono fatti che rivelano in modo particolarmente chiaro lo scontro tra l’attrazione esercitata sull’uomo dal Crocefisso-Risorto e la cultura della menzogna, edificata da Satana? La mia risposta è affermativa, ed i fatti sono soprattutto due.

Il primo fatto è la trasformazione di un crimine [nefandum crimen, lo chiama il Concilio Vaticano II], l’aborto, in un diritto. Non sto parlando dell’aborto come atto compiuto da una persona. Sto parlando della più grande legittimazione che un ordinamento giuridico possa compiere di un comportamento: sussumerlo nella categoria del diritto soggettivo, la quale è categoria etica. Significa chiamare bene il male, luce le tenebre”. Quando dice il falso, parla del suo, perché è menzognero e padre della menzogna”. È il tentativo di produrre un’anti-Rivelazione.

Quale è infatti la logica che presiede alla nobilitazione dell’aborto? È in primo luogo la più profonda negazione della verità dell’uomo. A Noè appena uscito dalle acque del diluvio, Dio disse: “Chi sparge il sangue dell’uomo, dall’uomo il suo sangue sarà sparso, perché ad immagine di Dio Egli ha fatto l’uomo” [Gen9, 6]. La ragione per cui l’uomo non deve spargere il sangue dell’uomo è che l’uomo è immagine di Dio. Mediante l’uomo, Dio dimora dentro la sua creazione; la creazione è tempio del Signore, perché vi abita l’uomo. Infrangere questa intangibilità della persona umana è un atto sacrilego contro la Santità di Dio. È il tentativo satanico di dare origine ad un’anti-creazione. Nobilitando un’uccisione umana, Satana ha posto il fondamento della sua “creazione”: togliere dalla creazione l’immagine di Dio; oscurare in essa la Sua presenza.

Nel momento in cui si afferma il diritto dell’uomo di disporre della vita e della morte di un altro uomo, Dio è espulso dalla sua creazione, perché viene negata la sua presenza originaria, viene dissacrato il luogo originario della sua dimora dentro la creazione: la persona umana.

Il secondo fatto è costituito dalla nobilitazione dell’omosessualità. Essa infatti nega interamente la verità del matrimonio, il pensiero di Dio Creatore sul matrimonio.

La Divina Rivelazione ci ha detto come Dio pensa il matrimonio: l’unione legittima dell’uomo e della donna, fonte della vita. Il matrimonio ha nella mente di Dio una struttura permanente. Esso si basa sulla dualità del modo umano di essere: la femminilità; la mascolinità. Non due poli opposti, ma l’uno con e per l’altro. E solo così, l’uomo esce dalla sua solitudine originaria.

Una delle leggi fondamentali con cui Dio governa l’universo, è che Egli non agisce da solo. È la legge della cooperazione umana al governo divino. L’unione fra uomo e donna che diventano una sola carne, è la cooperazione umana all’atto creativo di Dio: ogni persona umana è creata da Dio e generata dai suoi genitori. Dio celebra la liturgia del suo atto creativo nel tempio santo dell’amore coniugale.

In sintesi. Due sono le colonne della creazione: la persona umana nella sua irriducibilità all’universo materiale; l’unione coniugale tra uomo e donna, luogo in cui Dio crea nuove persone umane “a sua immagine e somiglianza”. L’elevazione assiologica dell’aborto a diritto soggettivo è la demolizione della prima colonna. La nobilitazione del rapporto omosessuale quale si ha nella sua equiparazione al matrimonio, è la distruzione della seconda colonna.

Alla radice è l’opera di Satana, che vuole costruire una vera e propria anti-creazione. È l’ultima terribile sfida che Satana sta lanciando a Dio. “Io ti dimostro che sono capace di costruire un’alternativa alla tua creazione. E l’uomo dirà: si sta meglio nella creazione alternativa che nella tua creazione”.

È una spaventosa strategia della menzogna, costruita su un profondo disprezzo dell’uomo. L’uomo non è capace di elevarsi allo splendore del Vero; non è capace di vivere dentro il paradosso di un desiderio infinito di felicità; non è in grado di ritrovare se stesso nel dono sincero di se stesso.

Il Grande Inquisitore di Dostojevski parla proprio in questo modo a Gesù: “Tu avevi un’opinione troppo alta degli uomini, perché essi sono senza dubbio schiavi, anche se ribelli per natura… Ti giuro: l’uomo è debole e più vile di quanto tu non avessi pensato! È debole e meschino”.

Come dobbiamo dimorare dentro a questa situazione?

La risposta è semplice: dentro lo scontro fra la creazione e l’anti-creazione siamo chiamati a TESTIMONIARE. È la testimonianza il nostro modo di essere nel mondo. Il Nuovo Testamento ha una ricchissima dottrina al riguardo. Mi devo limitare ad indicare i tre significati fondamentali che costituiscono la testimonianza.

Testimoniare significa dire, parlare, annunciare apertamente e pubblicamente. Chi non testimonia in questo modo, è simile al soldato che nel momento decisivo della battaglia scappa. Non siamo più testimoni, ma disertori, se non parliamo apertamente e pubblicamente. La Marcia per la Vita, quindi, è una grande testimonianza.

Testimoniare significa dire, annunciare apertamente e pubblicamente la divina Rivelazione, la quale implica quelle evidenze originarie che anche la sola ragione rettamente usata scopre. E dire in particolare il Vangelo della Vita e del Matrimonio.

Testimoniare significa dire, annunciare apertamente e pubblicamente il Vangelo della Vita e del Matrimonio in un contesto processuale [cfr.Gv 16, 8-11]. Lo scontro va assumendo sempre più il profilo di un processo, di un giudizio il cui imputato è Gesù ed il suo Vangelo. Come in ogni giudizio ci sono anche i testimoni a favore: a favore di Gesù e del suo Vangelo. L’annuncio del Vangelo del Matrimonio e della Vita avviene oggi in un contesto di ostilità, di contestazione, di incredulità. Se così non fosse, i casi sono due: o si tace il Vangelo; o si dice altro. Ovviamente quanto ho detto non va intesto nel senso che i cristiani devono rendersi… antipatici a tutti.

Nell’ambito della testimonianza al Vangelo, l’irenismo, il concordismo vanno esclusi. Su questo Gesù è stato esplicito. Sarebbe un pessimo medico chi avesse un’attitudine irenica verso la malattia. Agostino scrive: “Ama l’errante, ma perseguita l’errore”. Come scrive il grande confessore della fede, russo, Pavel A. Florenskij: “Il Cristo è testimone, nel senso estremo della parola, il testimone. Nella sua crocefissione Giudei e Romani credettero di vedere solo un evento storico, ma l’evento si rivelò essere la Verità”.