I poveri del Libano

ListenerNewsletter n.6 Giugno 2017

Notiziario di un gruppo di volontari libanesi membri di “Oui pour la vie”, associazione di volontariato con sede a Damour in Libano, legalmente riconosciuta e operante in favore dei più poveri.

Padre Damiano Puccini

Le gravi e persistenti carenze di fondi in Libano e in Giordania rischiano di gettare nella povertà e nella disperazione le famiglie di rifugiati siriani. L’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) avverte che senza il reperimento di urgenti fondi aggiuntivi nei prossimi mesi saranno ridotti i programmi di assistenza con contributi diretti mensili per circa 60mila famiglie di rifugiati siriani in Libano e in Giordania.

I rifugiati siriani in Libano – il 70 per cento dei quali vive al di sotto della soglia di povertà nazionale – dichiarano che senza questo supporto diretto non sanno come potranno sopravvivere. Per molti, l’assistenza con contributi economici è l’unico mezzo per acquistare medicinali per i membri malati della famiglia e pagare i conti e i debiti che vanno rapidamente accumulandosi.

Gli ospedali libanesi sono pieni di donne siriane che partoriscono, ma nessuna di queste nascite è registrata. E questo problema prima o poi esploderà. Chi sono, dove sono nati, qual è la loro nazionalità? Saranno tutti apolidi. Le presenze reali dei profughi siriani, secondo la maggior parte degli analisti e dei giornali, superano i due milioni, costituendo circa il 30 per cento della popolazione del paese.

La nostra cucina di Damour, animata dai volontari di Oui pour la Vie, è stata ampliata con l’aggiunta di una cisterna che ci consenta di quasi raddoppiare i 300 pasti attuali, per offrire ai nuovi poveri che ne fanno richiesta almeno un po’ di pane e di salsa come condimento. Ci affidiamo come sempre alla generosità di tutti per completare il pagamento di questo grande serbatoio.

La sorella di una nostra volontaria, che abita in centro a Beirut, in una zona residenziale, aveva problemi con Jessica, la sua bambina di 9 anni, che era presa da una forte crisi di gelosia nei riguardi del fratello più piccolo al quale i genitori avevano deciso di regalare una camera da letto nuova. Jessica non lo accettava, allora la nostra volontaria ha chiesto il permesso a sua sorella, la mamma di Jessica, di farsi accompagnare dalla bambina per due giorni, mentre andava a visitare i poveri.

Jessica fin da piccola è sempre stata molto generosa con i più bisognosi ed è disposta a dare qualunque cosa davanti ad una necessità, purchè poi lei abbia altrettanto. Durante le visite con la nostra volontaria, Jessica, entrando in un’abitazione priva di pavimento e di infissi era rimasta senza parole e chiedeva a sua zia se potesse fare qualcosa. La nostra volontaria le ha detto che non era possibile al momento perché appena si riusciva a dar loro da mangiare con la cucina. Poi ha aggiunto:“Vedi questi bambini poveri: non hanno niente, ma non si lamentano perché  non sono come te che hai tutto, ma non sei mai contenta”.

Da quel giorno, Jessica ha lasciato da parte qualche capriccio, come quello di pretendere sempre scarpe nuove, dopo aver veduto bambini che giocano con ciabatte tutte rotte.

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