Nazareno Strampelli e l’Istituto Agrario, un legame indissolubile

Sandro Petrucci

prof. Sandro Petrucci

Emmaus (media cattolici macerata) 1 giugno 201

Il prof. Sandro Petrucci illustra i documenti della mostra dedicata all’illustre genetista maceratese

 di Andrea Mozzoni

All’interno del convegno promosso dall’Istituto Agrario “Giuseppe Garibaldi” di Macerata e dall’Accademia Georgica di Treia, lo scorso 21 maggio, in occasione del 150° anniversario dalla nascita di Nazareno Strampelli (leggi qui l’articolo), l’intervento del professor Sandro Petrucci ha messo in evidenza il rapporto tra lo stessa scuola e la figura dell’illustre genetista. Promotore di una mostra allestita nella struttura storica, già convitto, del complesso scolastico (visitabile fino al temine dell’Anno scolastico), Petrucci ha illustrato gli aspetti più importanti di questo legame anche alla luce degli studi delle nuove generazioni.

Professore, qual è stato l’apporto di Strampelli verso l’Istituto Agrario e in che modo è stata decisivo quest’ultimo nella ricerca del genetista?

Il primo documento relativo al rapporto tra l’allora «Regia scuola pratica di Agricoltura» di Macerata e Nazareno Strampelli, direttore della Stazione Sperimentale di Granicoltura di Rieti, risale al 1914, nel pieno del Primo conflitto mondiale. In quell’anno, la scuola realizzò il primo campo sperimentale in cui vennero coltivate due importanti varietà di grani realizzate da Strampelli. In seguito, le collaborazioni continuarono sia negli anni Venti, che negli anni Trenta, quando per più di dieci anni il preside Umberto Rosati autorizzò un campo di orientamento, coltivando decine di varietà “Strampelli”, ancora oggi inventariate nel magazzino della scuola e in parte esposte nella mostra allestita nell’Istituto, intitolata “Strampelli a scuola”.

Che importanza ebbero i campi sperimentali?

Attraverso tali campi, la scuola ha potuto indicare agli operatori agricoli del territorio le varietà più produttive da sostituire a quelle generalmente coltivate, contribuendo così alla cosiddetta “Battaglia del grano” degli anni Trenta, la quale mirava a rendere indipendente l’Italia dall’importazione di grano estera. Sicuramente questo programma ebbe successo e il contributo di Strampelli fu davvero notevole, per cui egli può essere indicato come l’anticipatore della cosiddetta “Rivoluzione Verde”. Incroci e ibridazioni hanno fatto ottenere prodotti particolarmente vantaggiosi e soddisfacenti anche per i consumi e le domande di Paesi sottosviluppati, quali, all’epoca, la Russia o la Cina, dove Strampelli è molto conosciuto. L’Istituto Agrario è quindi sempre stata un importante punto di riferimento per gli operatori agricoli del territorio, e ancora oggi lo è, formando centinaia di ragazzi che potranno poi portare, nella loro esperienza lavorativa, le novità tecniche che hanno imparato in questa nostra scuola.

Quali documenti sono esposti nella mostra “Strampelli a scuola”?

Vi si possono consultare, innanzitutto, una serie di pannelli: alcuni illustrano la storia della scuola e il rapporto tra Strampelli e quest’ultima; altri, i principali grani prodotti dal noto genetista. Inoltre, in alcuni espositori situati al centro della stanza, si possono visionare le relazioni che i direttori della scuola realizzarono su questi campi sperimentali dal 1914 fino al 1941, a conclusione di ogni annata agricola. Ci sono, inoltre, anche contratti della mezzadria dell’epoca e documentazioni varie, tra le quali un manuale di agricoltura scritto dal preside Rosati. Nella mostra sono anche esposti alcuni grani di vari selezionatori, come, ad esempio, del bolognese Francesco Totalo, risalenti anch’essi agli anni Trenta e inventariati dall’allora preside, tutti coltivati nei campi sperimentali della scuola.

Quanto è ancora attuale la “Rivoluzione Verde” di Strampelli negli studi degli allievi della scuola “Garibaldi”?

Strampelli è stato un pioniere e ha goduto, a suo tempo, di una grandissima notorietà. Certamente oggi ci sono anche orientamenti diversi, per esempio la riscoperta di varietà più antiche, naturali e non create in laboratorio come quelle Strampelli. Bisogna riconoscere, tuttavia, che la sua attività, il suo essere “creatore”, come lui appunto si definiva, ha fornito un contributo importantissimo nel poter sfamare gli italiani e gli altri popoli. Infine, Strampelli costituisce ancora un esempio per la ricerca genetica, come alcuni interventi nel convegno “Buon compleanno Nazareno Strampelli” hanno dimostrato e confermato.