Chiesa e immigrazione

immigrazioneper Rassegna Stampa

di Bruto Bruti

Premessa.

Non bisogna confondere il Magistero sociale della Chiesa Cattolica con le opinioni personali di esponenti anche autorevoli della Chiesa stessa.

Il ” Cosmo Semantico” della Chiesa Cattolica (per usare una espressione del regnante Pontefice) è il Catechismo della Chiesa Cattolica: esso è il riferimento dottrinale certo e sicuro ed è è anche il “metro di giudizio” per valutare le posizioni concordanti o discordanti dalla dottrina degli stessi vescovi e preti.

IMMIGRAZIONE 

Il Catechismo della Chiesa Cattolica (CCC n. 2241 ) dice che le autorità delle nazioni

1) hanno il diritto e il dovere di limitare il numero delle nuove entrate in vista del bene comune

2) ma lascia alle autorità civili il compito “loro proprio” di valutare le capacità concrete di accoglienza e di integrazione della nazione e, in base a ciò, di studiare i mezzi legislativi adeguati e proporzionati, a seconda delle situazioni concrete, per regolare i flussi migratori e tutelare la comunità anche da fenomeni di criminalità che possono approfittare dei flussi migratori stessi.

Le nazioni sono le famiglie dei popoli e, come nelle famiglie degli individui, l’accoglienza e l’ospitalità può avvenire solo nella misura del possibile e nella salvaguardia dell’autonomia, dell’identità e dell’esistenza della famiglia stessa.

Islamizzazione demografica

Non bisogna, inoltre, dimenticare che alcune popolazioni islamiche rifiutano l’integrazione, non intendono rispettare alcuni diritti umani fondamentali, specialmente i diritti delle donne e quelli riguardanti la libertà religiosa, e i paesi ospitanti rischiano, da questo punto di vista, una vera e propria islamizzazione demografica.

La denatalità associata all’immigrazione fuori controllo potrebbe segnare la fine della civiltà europea, avverte lo storico Walter Laqueur. Laqueur spiega che la persistente stagnazione dell’economia, il prolungato calo delle nascite e la mancata integrazione dell’immigrazione musulmana rappresentano i sintomi di una grave crisi, che potrebbe mettere a rischio l’identità storica europea – cfr Walter LAQUEUR, The last days of Europe. Epitaph for an Old Continent, Thomas Dunne, New York, 2007-

INOLTRE non bisogna dimenticare che la prima causa di morte in Europa è l’aborto. Nell’Unione Europa, negli ultimi 15 anni sono stati eliminati con l’omicidio-aborto 20 milioni di bambini. E’ come se fosse sparita l’intera popolazione della Romania o dell’Olanda.

Nell’intera Europa ogni anno vengono eliminati 3 milioni di bambini, una cifra pari alla popolazione di Estonia, Cipro, Lussemburgo e Malta messe insieme. L’aborto è la prima causa di mortalità in Europa. Nella UE il numero degli aborti è pari al deficit di natalità: senza l’aborto sarebbe garantito il ricambio generazionale (Stefano Fontana è direttore dell’Osservatorio Internazionale “Cardinale Van Thuan” sulla Dottrina Sociale della Chiesa)

IL MALE PIU’ GRANDE: NOTA SUL GENOCIDIO CENSURATO 

Nel libro di Marcello Flores che la Feltrinelli ha pubblicato nel 2005 si parla del Novecento appena concluso e si sommano tutte le vittime delle guerre, dei genocidi, dei totalitarismi, dei fondamentalismi e dei razzismi.

Alla fine l’autore calcola che “le persone uccise in atti di violenza di massa siano state tra i cento e i centocinquanta milioni (qualcuno propone addirittura la cifra di duecento)”. Cifre “in ogni caso agghiaccianti” che, osserva Flores, “giustificano il fatto che il XX secolo sia stato considerato uno dei più violenti nella storia dell’umanità”.  L’autore poi indica la Seconda guerra mondiale, “con i suoi cinquanta milioni di morti” come “l’evento più violento e distruttivo del XX secolo e forse della storia umana

Nessuno penserebbe che da questo spaventoso computo sia rimasta fuori la più immane delle stragi, quella che da sola totalizza un numero di vittime enormemente superiore alla somma delle altre. E non perché nessuno sia a conoscenza di tale “fatto”: anzi, tutti lo conoscono, è una soppressione di vite umane addirittura autorizzata e finanziata dagli stati. Ma questo fenomeno – nonostante le sue colossali dimensioni, il più vasto olocausto della storia umana – è totalmente e sistematicamente rimosso da tutta la società contemporanea: un miliardo di vittime. Ripeto: un miliardo di vite umane soppresse. Parlo dell’aborto.

Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità (dati del 1997), infatti, ogni anno sarebbero praticati 53 milioni di aborti, ovvero abbiamo annualmente un numero di vittime innocenti pari a quelle provocate dall’intera Seconda guerra mondiale (1939- 1945) che è considerata “l’evento più distruttivo della storia umana”. Ai 53 milioni di aborti praticati ogni anno nel mondo si debbano sommare circa 4 milioni di aborti “farmaceutici”. (Vedi Antonio Socci, il Genocidio Censurato, Piemme )

QUAL’E’ LA VERA DOTTRINA SOCIALE della Chiesa Cattolica SUL TEMA immigrazione e governo mondiale?

Nazionalismo e mondialismo: due ideologie contrarie all’ordine della creazione. Sia l’annullamento che la contrapposizione delle differenze sono contro l’ordine della creazione e portano alla distruzione della famiglia umana.

Il nazionalismo ed il mondialismo sono l’antitesi della Pentecoste che è il modello e l’anticipazione del progetto di Dio per l’unità della famiglia umana: il modello della pentecoste è quello dell’unità nella diversità.

Anche i cristiani auspicano l’unione e la solidarietà fra i popoli e quindi la creazione di un tribunale internazionale e di un governo mondiale ma tale solidarietà viene concepita secondo il principio di sussidiarietà e non secondo il principio del collettivismo e della massificazione: secondo il principio di SUSSIDIARIETA nessuna società più grande deve privare una società più piccola o le singole persone del loro diritto alla libertà, all’iniziativa e quindi all’autonomia e alla naturale e giusta disuguaglianza, ma deve sostenerle in caso di necessità e aiutarle a coordinare la loro azione con quella delle altre comunità umane. 

Il governo mondiale, secondo l’ordine naturale e cristiano dovrebbe avere, infatti, verso le nazioni la stessa funzione che lo stato ha nei confronti delle FAMIGLIE: esso dovrebbe tutelare l’autonomia e i diritti dei popoli favorendo la soluzione dei problemi comuni secondo i principi di solidarietà e di sussidiarietà.

Il governo mondiale, rispettoso dell’ordine della creazione, dovrebbe difendere e conservare la SOGGETTIVITA’ dei popoli (OVVERO I DIRITTI DELLE NAZIONI CHE SONO I DIRITTI UMANI COLTI A LIVELLO DELLA VITA COMUNITARIA) che costituiscono la famiglia umana, la loro autonomia e la loro identità, il loro diritto d’iniziativa politica ed economica, cioè la loro sovranità purché questa non giunga a ledere i diritti universali e naturali degli uomini e dei popoli

Nella società multirazziale, che sarebbe la versione aggiornata del mondialismo, la distruzione delle sovranità nazionali si realizzerebbe anche mediante forme di coabitazione forzata fra popoli diversi che avrebbero luogo con migrazioni di massa incontrollate (una sorta di diritto all’invasione) e attraverso la equiparazione tra la qualifica di residenza con quella di cittadinanza.

Il Catechismo della Chiesa Cattolica insegna che l’accoglienza dei MIGRANTI da parte delle nazioni più ricche deve avvenire nella misura del possibile perché un popolo e le sue autorità hanno il diritto di LIMITARE il numero delle nuove entrate in vista del bene comune e di SUBORDINARE l’immigrazione a diverse condizioni giuridiche tra cui l’obbedienza alle leggi del paese che ospita il migrante (vedi Catechismo della Chiesa Cattolica n.2241 )

PER CHI VUOLE APPROFONDIRE LEGGERE QUANTO SEGUE:

Un piccolo aborigeno, educato ad Oxford, arrivato all’età adulta, raggiunge immediatamente il livello culturale dell’ambiente in cui è stato cresciuto. Non ci sono, dunque, razze biologicamente inferiori dal punto di vista della scala evolutiva. Questo significa che, a parte la statura e il colore della pelle, il problema è quello delle diverse culture che danno origine alle nazioni o famiglie dei popoli.

A questo punto 3 domande:

1) bisogna conservare l’identità e l’autonomia delle famiglie dei popoli, favorendo la loro collaborazione?

2) bisogna imporre una famiglia sulle altre?

3) bisogna obbligare le famiglie a fondersi e a confondersi?

Inizio una riflessione sul problema.

IL NAZIONALISMO E’ CONTRO LA CREAZIONE

Il nazionalismo è una ideologia di origine illuminista che assolutizza la Patria e finisce per giudicarla alla stregua di una divinità sacra ed inviolabile. Nel nazionalismo il culto idolatrico della nazione abolisce ogni legge che non sia la legge dell’utile nazionale: il nazionalismo considera un diritto l’espansione e il dominio della propria nazione a scapito dei diritti delle altre nazioni.

L’ANNULLAMENTO DEI POPOLI – mondialismo-  E’ CONTRO LA CREAZIONE

L’altro progetto ideologico, che contrasta con l’ordine naturale e cristiano, è quello della cosiddetta Repubblica o Patria Universale, concetto che è stato elaborato nell’ambiente culturale della massoneria: tale progetto è sostanzialmente analogo a quello dell’internazionalismo social-comunista.

Si tratta del modello del – villaggio globale – in cui realizzare l’uguaglianza assoluta attraverso la disintegrazione delle nazioni: tale prospettiva viene chiamata anche con il termine di – mondialismo – e da molti è oggi proposta attraverso un progetto che viene definito con il nome di società multirazziale: nella società multirazziale la distruzione delle nazioni e dei loro diritti verrebbe agevolata e promossa anche attraverso forme di immigrazione selvaggia e di coabitazione forzata fra popoli diversi.

Mondialismo e nazionalismo finiscono per attuare un’analoga politica di annullamento dei diritti delle nazioni. Il nazionalismo finisce per distruggere le sovranità delle altre nazioni attraverso l’espansione ed il dominio della propria nazione. Il mondialismo internazionalista intenderebbe distruggere le sovranità nazionali attraverso la creazione di un super-governo mondiale che si approprierebbe dei diritti d’iniziativa politica ed economica delle singole nazioni.

Questo sembra essere, oggi, il programma portato avanti negli ambienti dell’alta finanza. David Rockefeller, uno dei principali esponenti dell’alta finanza internazionale, a Sand, nella Repubblica federale di Germania, nel giugno del 1991, in occasione di una riunione a porte chiuse del Bilderberg Club ha dichiarato che il mondo è oggi più disposto a marciare verso il progetto di un governo mondiale e che “- (…) la sovranità sovranazionale di un’élite intellettuale e dei banchieri mondiali è preferibile all’autodeterminazione nazionale (…)”-. (1)

Anche i cristiani auspicano l’unione e la solidarietà fra i popoli e quindi la creazione di un tribunale internazionale e di un governo mondiale ma tale solidarietà viene concepita secondo il principio di sussidiarietà e non secondo il principio del collettivismo e della massificazione: secondo il principio di sussidiarietà nessuna società più grande deve privare una società più piccola o le singole persone del loro diritto alla libertà, all’iniziativa e quindi all’autonomia e alla naturale e giusta disuguaglianza, ma deve sostenerle in caso di necessità e aiutarle a coordinare la loro azione con quella delle altre comunità umane. (2)

Il governo mondiale, secondo l’ordine naturale e cristiano dovrebbe avere, infatti, verso le nazioni la stessa funzione che lo stato ha nei confronti delle famiglie: esso dovrebbe tutelare l’autonomia e i diritti dei popoli favorendo la soluzione dei problemi comuni secondo i principi di solidarietà e di sussidiarietà.

Il governo mondiale, rispettoso dell’ordine della creazione, dovrebbe  difendere e conservare la soggettività dei popoli che costituiscono la famiglia umana, la loro autonomia e la loro identità, il loro diritto d’iniziativa politica ed economica, cioè la loro sovranità purché questa non giunga a ledere i diritti universali e naturali degli uomini e dei popoli. (3)

La Chiesa insegna che i diritti delle nazioni altro non sono che i diritti umani colti a livello della vita comunitaria. Tra i primi diritti delle nazioni c’è il diritto all’esistenza e tra i primi doveri c’è il dovere di vivere in atteggiamento di pace, di rispetto e di solidarietà con le altre nazioni .  (4)

Nella società multirazziale, che sarebbe la versione aggiornata del mondialismo, la distruzione delle sovranità nazionali si realizzerebbe anche mediante forme di coabitazione forzata fra popoli diversi che avrebbero luogo con migrazioni di massa incontrollate (una sorta di diritto all’invasione) e attraverso la equiparazione tra la qualifica di residenza con quella di cittadinanza.

Le nazioni sono le famiglie dei popoli e, come nelle famiglie degli individui, l’accoglienza e l’ospitalità può avvenire solo nella misura del possibile e nella salvaguardia  dell’autonomia, dell’identità e dell’esistenza della famiglia stessa. Inoltre l’accoglienza e l’ospitalità all’interno di una famiglia non deve essere confusa con l’appartenenza alla famiglia stessa.

L’appartenenza alla famiglia presuppone sempre il dato oggettivo e naturale della nascita, della parentela o almeno dell’adozione e dell’eredità culturale- educativa. Il semplice abitare in una famiglia o essere ospiti di essa non significa appartenere alla famiglia né significa essere titolari dei diritti della famiglia stessa, tra i quali diritti vanno considerati l’esercizio dell’autorità all’interno del focolare e la libertà di educare i componenti della famiglia secondo le proprie convinzioni morali e religiose.

Equiparare cittadinanza e residenza significa distruggere le famiglie dei popoli. Una tale proposta, ad esempio, era stata già presentata nel Parlamento italiano dal senatore Franco Bassanini secondo il quale bisognerebbe concedere la cittadinanza a chiunque semplicemente risieda in Italia, sia pure da poco tempo e di passaggio. (5).

NOTA BENE: IL CATECHISMO E L’IMMIGRAZIONE

Il Catechismo della Chiesa Cattolica insegna che l’accoglienza dei migranti da parte delle nazioni più ricche deve avvenire nella misura del possibile perché un popolo e le sue autorità hanno il diritto di limitare il numero delle nuove entrate in vista del bene comune e di subordinare l’immigrazione a diverse condizioni giuridiche tra cui l’obbedienza alle leggi del paese che ospita il migrante. (6)

In continuità con la dottrina della Chiesa, il Cardinale Camillo Ruini, presidente della Conferenza episcopale italiana, nella sua prolusione alla sessione autunnale del consiglio permanente della CEI del 1995, aveva affrontato l’urgente problema dell’immigrazione. Egli aveva spiegato che tale problema va risolto con sollecitudine prima che si acutizzi ulteriormente ” (…) cercando (…) quelle vie di soluzione, in ogni caso non facili, che congiungano in concreto il dovere della solidarietà, il rispetto per la dignità della persona umana, la salvaguardia della legalità, la valutazione realistica delle nostre capacità e anche necessità di accoglienza (…)” . (7)

Per la Chiesa i diritti delle nazioni sono sacri: la pluralità delle nazioni è positiva perché ognuna di esse rivela e realizza una parte dei valori dell’umanità. Sia l’annullamento che la contrapposizione delle differenze sono contro l’ordine della creazione. Il nazionalismo, il razzismo e la società multirazziale sono l’antitesi della Pentecoste che è il modello e l’anticipazione dell’autentico progetto di Dio sull’unità della famiglia umana: si tratta dell’unità nella diversità.

Tanto il nazionalismo quanto l’internazionalismo multirazziale portano alla frantumazione della famiglia umana perché soffocano l’identità e l’autonomia dei popoli opponendosi all’autentico disegno di Dio.

Nel suo messaggio per la giornata mondiale del migrante, nel 1991, Giovanni Paolo II insegnava che: “Il sogno dell’unificazione della famiglia umana ha accompagnato da sempre la storia dell’uomo, il cui cammino è segnato da numerosi sforzi di perseguire tale obiettivo. Si tratta, però, di tentativi condotti non rispettando appieno le peculiarietà culturali delle persone e dei popoli. Non va dimenticato che la varietà culturale, etnica e linguistica rientra nell’ordine costitutivo della creazione e che, come tale, non può essere eliminata. Così il cammino di unità della famiglia umana viene ad avere come criterio di autenticità, il rispetto e lo sviluppo del ruolo delle molteplici differenze.

Questa struttura plurietnica e pluriculturale è stata inquinata agli albori della storia dell’umanità, dal peccato di Babele. Sullo sfondo di questa colpa, le differenze culturali e linguistiche cessano di essere dono di Dio e diventano motivo di incomprensione e di conflittualità, le differenze assumono la rigidità della divisione, anziché della varietà e dell’arricchimento nell’unità.

Poiché tuttavia, la diversità etnica e linguistica, rientra nell’ordine della creazione, Dio avvia un itinerario di restaurazione nell’ambito del suo piano di salvezza.(…) Nel giorno della Pentecoste, poi, viene restaurata la legittimità del pluralismo etnico e culturale. Gli apostoli, dinanzi ai rappresentanti di – ogni nazione, che è sotto il cielo, convocati a Gerusalemme, cominciano a parlare altre lingue come lo Spirito dava loro di esprimersi ed ognuno li capiva nella propria lingua nativa – ( At 2,4-6 ).

La diversità linguistica, manifestazione di quella etnico-culturale, non è più motivo di confusione e di opposizione, ma, grazie alla chiamata di tutti gli uomini a formare l’unico popolo di Dio nell’unico Spirito Santo, diventa strumento di unità e di comunione nella pluralità.

L’evento della Pentecoste determina una vera etica dell’incontro che deve presiedere alla costruzione dell’umanità nuova inaugurata dalla Pentecoste stessa. Ogni persona deve essere riconosciuta nella sua dignità e rispettata nella sua identità culturale.(…) Oltre, tuttavia, a restaurare la legittimità della unità nella diversità, la Pentecoste introduce un elemento specificamente cristiano: l’unità dei popoli attorno alla fede nell’unico Cristo: – venuto a raccogliere in unità i figli dispersi di Dio – ( Gv 11,52 ).”(8)

Bibliografia:

cfr Pierre Faillant De Villemarest, La lettre d’information, Cierrey, anno XX, n.11, 18-9-1991, pag 10 .

cfr Catechismo della Chiesa Cattolica n.1884 e 1885

cfr Pio XII, Discorso Très sensible, ai congressisti del movimento universale per una confederazione mondiale del 6-4-1951, in Cristianità n.45, Piacenza, gennaio 1979 pag 4, titolo redazionale: i coefficienti per una vera armonia di pace

cfr Giovanni Paolo II, L’Onu diventi una famiglia di nazioni, Avvenire 6 ottobre 1995, n.7 e n.8 pag 4

cfr Franco Bassanini, Il voto agli stranieri, L’Unità 27-06-1990

cfr Catechismo della Chiesa Cattolica n.2241

Camillo Ruini, La prolusione del Card. Camillo Ruini alla sessione autunnale del consiglio permanente della CEI, Il convegno di Palermo risponderà alla rinnovata istanza di annunciare e di testimoniare Gesù Cristo, L’Osservatore Romano, supplemento settimanale n.40 ( 2779), 6 ottobre 1995, n.8, pag.9.

cfr Giovanni Paolo II, Messaggio- Il Papa per la giornata Mondiale del Migrante 1991 rinnova l’appello per un itinerario di promozione umana, Occorre una vera etica dell’incontro perché ogni persona sia riconosciuta nella sua dignità e rispettata nella sua identità, L’Osservatore Romano, supplemento settimanale n.45 (2572), 18 ottobre 1991, pag 13, n.3, n.4, n.5, n.6