La legittima difesa è un diritto naturale

ladriLa Nuova Bussola quotidiana

5 maggio 2017

“Legittima difesa, di notte leoni, di giorno…” e si completa la rima molto facilmente in tutte le salse, più o meno spinte. E’ partita la valanga incontrollabile di sberleffi sui social network per la nuova legge sulla legittima difesa. Il comico Enrico Brignano ne aveva fatto uno sketch di successo già un anno fa. Ieri è stata approvata alla Camera con 225 voti a favore, 166 contrari e 11 astenuti. Ad opporsi sono state, trasversalmente, le opposizioni: Forza Italia, Lega Nord, Fratelli d’Italia, Movimento 5 Stelle, Sinistra Italiana “Possibile”, Mdp. Per la destra e il centrodestra non è una legge sufficiente, per la sinistra estrema, al contrario, il Pd (che l’ha proposta) si è fatto “contagiare dal far west”.

Ma che cosa dice questa nuova legge sulla legittima difesa? Si tratta di due emendamenti alla legge vigente volti ad ampliare le possibilità di difendersi in casa propria. Nei suoi passaggi salienti, afferma che ci si possa difendere da un intruso, anche con l’uso delle armi, quando l’aggressione si verifica “di notte”, con “violenza sulle persone o sulle cose”.

Da qui le ironie: se il ladro mi entra in casa di giorno e mi uccide? Nel secondo emendamento, si precisa l’esclusione della colpa di chi reagisce “in situazioni di pericolo attuale per la vita, per l’integrità fisica, per la libertà personale o sessuale”. Infine, nel caso chi si è difeso venga processato, un’assoluzione comporta un rimborso delle spese legali per chi viene assolto.

Oggi, infatti, uno dei risvolti più drammatici è il costo enorme della difesa di chi viene indagato per un presunto abuso di legittima difesa: anche se assolto è rovinato economicamente. Graziano Stacchio, ad esempio, il benzinaio che ha difeso una cassiera di una vicina gioielleria da una banda di ladri, indagato per eccesso di legittima difesa nel 2015 e poi assolto, ha dovuto pagare 30mila euro di spese legali. Franco Birolo, tabaccaio che nel 2012 ha ucciso un ladro che si era introdotto nel suo negozio, ha dovuto pagare più di 50mila euro, benché sia stato assolto in appello.

Non mancano critiche da sinistra: “il Partito democratico ha deciso definitivamente di essere un partito della peggior destra che fa leva su istinto, ignoranza e luoghi comuni”, scrive sul suo profilo Facebook lo scrittore Roberto Saviano. Eppure, nelle intenzioni di David Ermini, il deputato del Pd che ha presentato la norma, la legge avrebbe dovuto solamente aumentare le tutele di chi si difende in modo sproporzionato ad un’aggressione, se questa aggressione avvenga in circostanze tali da provocare una sensazione di particolare paura.

Sono le circostanze, dunque, ad essere l’oggetto dell’attenzione del legislatore. La legge, nel corso del dibattito, è stata poi ampliata ed estende il diritto di legittima difesa quale “reazione ad un’aggressione commessa in tempo di notte ovvero la reazione a seguito dell’introduzione nei luoghi con violenza alle persone o alle cose ovvero con minaccia o con inganno”, tutte circostanze, appunto, in cui l’aggredito teme legittimamente per la sua vita o per quella dei suoi cari. Ma non viene meno il principio di proporzionalità. In pratica, l’aggredito può colpire e uccidere anche con armi da fuoco, solo se la sua vita è realmente messa in pericolo dall’aggressore. Altrimenti resta colpevole di eccesso di legittima difesa.

Forza Italia, che era inizialmente favorevole a un accordo, si è ritirata all’ultimo momento. Silvio Berlusconi ha dichiarato che il testo che ne è risultato “non è certo adeguato al bisogno di sicurezza degli italiani e a ciò che tutti gli italiani si attendono”. La Lega Nord si oppone, invece, per principio. Il partito di Matteo Salvini, infatti, mirava a eliminare il principio di proporzionalità. Dunque, secondo la Lega, se una persona è aggredita in casa, può sparare all’intruso, indipendentemente da come l’intruso è armato. Anche perché, in circostanze realistiche, l’aggredito non è in grado di valutare il grado di pericolosità dell’aggressore… prima di averlo sperimentato sulla sua pelle.

Ma la legittima difesa è un tabù. La reazione di un intellettuale di sinistra come Saviano, ne è l’ennesima dimostrazione. Difendere se stessi, la famiglia e la propria casa (o negozio) con le armi in pugno è roba da “borghese piccolo-piccolo” come si sarebbe detto negli anni ’70. Un sentir comune considera la legittima difesa come un uso barbaro, una “pena di morte privata”, dunque anti-cristiana.

Ma la Dottrina della Chiesa, in merito, dice tutt’altro. La legittima difesa è un diritto naturale. “L’amore verso se stessi resta un principio fondamentale della moralità. È quindi legittimo far rispettare il proprio diritto alla vita. Chi difende la propria vita non si rende colpevole di omicidio anche se è costretto a infliggere al suo aggressore un colpo mortale” (2264).

“La legittima difesa, oltre che un diritto, può essere anche un grave dovere, per chi è responsabile della vita di altri” (2265). L’aggredito, dunque, può anche decidere di non rispondere all’aggressione. Ma ha il dovere di farlo, nel caso debba proteggere moglie e figli, o chiunque dipenda dalla sua protezione. Quello che conta è la protezione della vita. Quella degli indifesi, innanzitutto.