Pietro & Paolo

“cercate ogni giorno il volto dei santi e traete conforto dai loro discorsi”

[Didaché IV, 2; CN ed., Roma 1978, pag. 32].

Pietro_Paolo

di Rino Cammilleri

Ahimè, il planetario successo di certi romanzi americani ci costringe a far catechismo qui, visto che, a quanto pare, l’ignoranza dei battezzati è ormai totale. Dunque: Cristo non ha scritto nulla ma si è limitato a formare uno staff di dodici persone, portandosele dietro per tre anni e istruendole su quel che avrebbero dovuto fare dopo la sua dipartita. A loro diede il potere di “sciogliere e legare” e consegnò “le chiavi del regno dei Cieli”. Poi, le dotò di Spirito Santo («…che vi ricorderà tutto quel che vi ho insegnato») e della Sua presenza continua tramite l’Eucarestia. Insomma, fondò una Chiesa (non un “Libro” o, peggio, un’“ideologia”).

La quale si ritrovò subito a dover fare i conti con una delle tantissime cose per le quali Cristo non aveva lasciato direttive: circoncidere o no i battezzati non ebrei? Pietro e Paolo arrivarono allo scontro verbale e fu necessario il primo concilio, quello di Gerusalemme, dal quale uscì la decisione di non circoncidere i cristiani (e noi maschietti siamo grati). Significativa la sentenza: «Abbiamo deciso, lo Spirito Santo e noi, di non imporvi alcun peso…».

Non è una formuletta clericale, questa degli Atti, ma la pura applicazione delle istruzioni del Fondatore. Poi, man mano che i testimoni oculari si rarefacevano per motivi anagrafici, fu necessario stabilire quali, tra i tanti che ormai circolavano, fossero i Vangeli giusti, quelli “ispirati” (non “dettati” come il Corano). Perciò, la Chiesa è più importante perfino delle Scritture, perché solo a essa è stato affidato il compito di dire qual sia il modo giusto di seguirle.

Il Giornale 29 giugno 2005