Paolo il semplice

“cercate ogni giorno il volto dei santi e traete conforto dai loro discorsi”

[Didaché IV, 2; CN ed., Roma 1978, pag. 32].

Paolo_ilsemplice

di Rino Cammilleri

Era un onesto contadino, un uomo semplice e senza pretese. Forse troppo, per la moglie, la quale pensò bene di sostituirlo ad intervalli irregolari. Scena classica: il semplice Paolo torna anzitempo dai campi e trova il talamo occupato. Che doveva fare? Una strage? E poi? No, Paolo era un uomo semplice. Uscì da dove era entrato e non fece più ritorno. Se ne andò dritto da S.Antonio abate e lo pregò di prenderlo come discepolo. Il santo gli fece presente che, data la sua età non più giovanissima, mal si sarebbe adattato alla dura ascesi degli anacoreti.

Niente, Paolo ormai aveva deciso di rinunciare al mondo a qualunque costo. Così, cominciarono le prove: lavori fatti, disfatti e rifatti, digiuni senza fine, sveglia di soprassalto nel bel mezzo del sonno, attività tanto inutili quanto penose. Quando S.Antonio giudicò che il tempo dell’esperimento era sufficiente, visto che Paolo aveva superato ogni angheria, lo ammise alla vita monastica.

L’ex agricoltore continuò nella strada intrapresa, sempre tenendo d’occhio il maestro per imitarlo. Divenne esorcista. Anzi, fu così efficace nello scacciare demoni che lo stesso S.Antonio, provetto cacciadiavoli, prese a mandargli gli indemoniati che non riusciva a liberare. paolo aveva anche altri carismi, ma quello dell’esorcistato era in lui il più importante. Quasi sicuramente gli era dovuto alla sua estrema semplicità, che raccomando di non scambiare per semplicioneria.Si tratta, invece, della virtù dell’umiltà, la quale non fa parte del dna di certuni. Al contrario, è cosa che si acquista col tempo, l’esperienza e una durissima lotta.

 il Giornale