Vito, Modesto e Crescenzia

“cercate ogni giorno il volto dei santi e traete conforto dai loro discorsi”

[Didaché IV, 2; CN ed., Roma 1978, pag. 32].

Vito-Modesto_Crescenza

di Rino Cammilleri

Si tratterebbe di tre martiri siciliani del tempo di Diocleziano. Secondo la tradizione Vito era il giovanissimo figlio di un senatore, Modesto era il suo pedagogo e Crescenzia la sua nutrice. Questi ultimi, cristiani, istruirono il ragazzino nella fede, anche perché inizialmente non era vietato. Ma poi lo divenne, e il senatore, data la sua posizione, non trovò di meglio che denunciarli al governatore della Sicilia, Valeriano. Questi interrogò Vito e scoprì che il giovane non aveva alcuna intenzione di rinnegare la sua fede.

Nelle more della situazione, Vito, pedagogo e nutrice preferirono squagliarsela via mare. Raggiunsero la Lucania e, da lì, Roma. E qui le notizie si intrecciano con la leggenda: pare che Vito abbia guarito un figlio dello stesso Diocleziano, ma questi imputò la cosa a stregoneria e fece giustiziare i tre. Comunque, il culto soprattutto del martire Vito si diffuse a macchia d’olio in tutta l’Europa.

Pare che le sue reliquie, dopo un soggiorno medievale a Parigi, a Saint Denis, nell’836 siano finite a Corvey in Sassonia. In Germania fu annoverato tra i Quattordici Santi Protettori. Molto presente il suo nome nel Sud italiano, specialmente in Sicilia. Le sacre rappresentazioni medievali spessissimo si ispiravano alla sua storia, e forse da lì deriva l’antico nome della malattia oggi detta “corea di Sydenham” ma nota come “ballo di san Vito”.

Una vera e propria epidemia di essa pare si sia diffusa, a un certo punto, tra i soldati normanni di Ruggero II in Sicilia. Il santo è patrono, tra l’altro, della Serbia ma anche, ovviamente, dei danzatori.

Il Giornale 15 giugno 2005