La reversibilità ai gay sfascia la previdenza

vecchi_gayLa Verità venerdì 10 Febbraio 2017

I danni collaterali della Cirinnà

Per Inps e Ragioneria dello Stato, le pensioni indirette e ai superstiti di coppie tra persone de] oltre 1 miliardo da qui al2050. Un’altra sberla per l’erario arriverà dagli «sconti» sull’Irpef.

di Pietro Vernizzi

Le pensioni indirette e di reversibilità per le coppie gay ci costeranno 1 miliardo e 232,5 milioni di euro di qui al 2050. È il conto pagato dai contribuenti per la legge sulle unioni civili approvata dalla Camera l’11 maggio scorso. L’estensione agli omosessuali delle detrazioni per il coniuge a carico graverà sulle tasche dei la­voratori per altri 99,2 milioni di euro di qui al 2025. E altri 5,8 milioni, sempre in dieci anni, se ne andranno per l’assegno al nucleo familiare delle coppie dello stesso sesso.

E’ quanto si ricava rielaborando le stime di Inps e Ragioneria dello Stato, le cui previsioni prendono come riferimento le 65.000 unioni gay censite in Germania nel 2011. L’ipotesi di partenza è che nel 2035 con il sistema a regime in Italia arriveremo a 50.000 coppie gay legate stabilmente. Un dato parziale perché non tiene conto di eventuali distorsioni o abusi incentivati di fatto dalla legge sulle unioni civili.

Chiunque infatti può dichiararsi gay anche se non lo è. Una coppia di amici può andare di fronte all’ufficiale di stato civile con due testimoni e dire di voler formare un’unione omosessuale. Così se uno dei due muore l’altro si intasca la pensione a spese dei contribuenti, e in più i due beneficiano delle detrazioni per il coniuge a carico e dell’assegno familiare. Una vera e propria manna per i truffatori.

Per non parlare degli extracomunitari, che legandosi civilmente a uno straniero residente in Italia possono ricevere il permesso di soggiorno per motivi familiari. Mentre grazie a un’unione omosessuale con un italiano conquistano addirittura la cittadinanza. Una badante del resto, formando una coppia gay con la vecchietta che assiste, potrà beneficiare della pensione di reversibilità alla morte di quest’ultima. E magari avvicinarne la fine grazie alla legge sul testamento biologico che a giorni arriverà alla Camera.

Al netto di queste «truffe legalizzate», la spesa annua per le pensioni ai superstiti delle unioni gay è comunque destinata a crescere in modo esponenziale. La stima per il 2016 è di soli 100.000 euro, ma già nel 2017 dovrebbe essere di 500.000 euro. L’anno prossimo le pensioni delle coppie omosessuali graveranno sull’erario per 800.000 euro, nel 2019 per 1,3 milioni e nel 2020 per 1,8. Nel 2024 i costi raggiungeranno quota 5 milioni, per essere poi pari a 10,5 milioni nel 2028 e 21,1 milioni nel 2033. Nel 2041 arriveranno a 52 milioni, nel 2048 sforeranno la soglia critica dei 100 milioni bal­zando a quota 105,7. Quindi nel 2050 si attesteranno sui 124,2 milioni.

A pagare queste pensioni saranno tutti i lavoratori, a prescindere dal fatto che siano omosessuali o etero­sessuali, sposati, conviventi o magari single. A differenza infatti di quanto dovrebbe avvenire in questi casi, la legge sulle unioni civili non ha previsto coperture ad hoc.

Molto dipenderà dal numero di unioni gay che saranno formate. L’Inps ha stimato che a fine 2016 erano 7.500, per poi diventare 10.000 quest’anno, 12.500 nel 2018, 15.000 nel 2019, 17.500 nel 2020 e 20.000 nel 2021. Nel 2025 raggiungeranno quota 30.000, per crescere a 32.500 nel 2026, 35.000 nel 2027, 37.500 nel 2028 e 40.000 nel 2029. Quindi nel 2035 il sistema arriverà a regime con 50.000 unioni gay. La spesa complessiva per lo Stato però continuerà ad aumentare perché l’importo medio di ciascuna pensione crescerà.

Nel 2016 il valore medio di ciascun assegno era infatti pari a 8.778 euro, per poi rincarare a 8.814 quest’anno e a 8.905 l’anno prossimo. Nel 2024 una pensione media raggiunge­rà quota 10.019 euro, nel 2040 sarà pari a 15.265 euro, nel 2044 a 17.809, nel 2048 a 20.354 e nel 2050 a 21.626. Il numero di nuove pensioni risentirà dell’età media delle coppie gay, che al momento è più bassa di quelle eterosessuali ma con il tempo diventerà nella media. Se nel 2016 le pensioni ai superstiti delle unioni omosessuali sono state 33, nel 2018 aumenteranno a 118, nel 2024 saranno 542, per poi arrivare a 1.014 nel 2028, 2.110 nel 2035, 3.118 nel 2040, 4.264 nel 2044, 5.123 nel 2047 e 5.982 nel 2050.

Cifre, quelle relative all’assegno ai superstiti, che comprendono sia le pensioni di reversibilità sia quelle indirette. Le prime si appli­cano quando il coniuge che muore è un pensionato, le seconde quando è un lavoratore.

Andando invece a vedere il valore annuo delle detrazioni per il coniuge a carico delle unioni gay, nel 2016 è stato di 3,2 milioni. A fine 2017 raggiungerà quota 5,6 milioni, per poi essere di 6,6 milioni nel 2018, 7,9 nel 2019, 9,3 nel 2020,10,6 nel 2021,12 nel 2022,13,3 nel 2023,14,7 nel 2024 e 16 nel 2025. Infine gli assegni per il nucleo familiare delle coppie omosessuali sono stati pari a 400.000 euro nel 2016, quando la legge si è applicata solo da giugno, mentre da quest’anno in poi saranno sempre pari a 600.000 euro l’anno.