Perché la preghiera nelle calamità naturali

processione_NorciaLa Croce quotidiano 28 gennaio 2017

L’arcivescovo di Spoleto-Norcia ha indetto una giornata di digiuno e processione penitenziale per chiedere a Dio che si calmino le forze della natura. Così facendo Mons. Boccardo non fa che richiamare una antica tradizione della Chiesa, purtroppo abbandonata in gran parte nel post-Concilio, contro la volontà di santi sacerdoti come il Servo di Dio Pier Carlo Landucci, che fece tutto il possibile per evitarlo

di Giuseppe Brienza

«Il terremoto continua a scuotere le nostre terre e accresce nelle persone tensione e paura, incertezza del futuro e scoraggiamento. Tutti, nelle diverse zone della nostra diocesi, abbiamo esperimentato la paura e la precarietà e tanti portano le conseguenze di questi eventi dolorosi. Per questo, sentiamo ancora di più il bisogno di elevare a Dio onnipotente una preghiera accorata e confidente perché si calmino le forze della natura e sia restituito alle nostre popolazioni un tempo di serenità e di pace». Lo scrive l’arcivescovo di Spoleto-Norcia mons. Renato Boccardo in una lettera ai parroci della Diocesi che, nella giornata di ieri, venerdì 27 gennaio, hanno condotto uomini e donne di buona volontà in una meritoria veglia di preghiera e digiuno. L’iniziativa è durata fino alle 21 ed è stata presieduta dallo stesso presule nella palestra dell’Oratorio del Sacro Cuore a Spoleto.

«Nella tradizione cristiana – ricorda l’arcivescovo – il digiuno ha un posto molto importante e particolare: è una privazione che si offre per rendere gradita a Dio la preghiera. Non facciamo digiuno per raccogliere soldi, ma per chiedere al Signore, creatore dell’universo, di intervenire anche sulle forze della natura. Non è Dio che manda il terremoto: ma Lui, che ha dato origine al mondo, regolato poi dalle leggi della natura che fanno il loro corso, può intervenire per il bene del creato. Con questo gesto vogliamo allora chiedere al Signore di avere misericordia di queste popolazioni e di questa terra ferite dal terremoto».

Oggi pomeriggio, a partire dalle 15.30, l’arcivescovo Boccardo presiederà anche una processione penitenziale, strettamente collegata al digiuno del giorno precedente, intorno alle mura di Norcia con l’immagine della Madonna Addolorata (quella estratta dai Vigili del Fuoco dall’omonima chiesa nel centro della città di S. Benedetto, crollata dopo la scossa del 30 ottobre). Alla processione seguirà quindi la preghiera che si farà in tutte le chiese dell’Umbria domenica, come richiesto dal Cardinale presidente della Conferenza Episcopale Umbra Gualtiero Bassetti, nella notificazione datata 19 gennaio 2017

Promuovendo questa “due-giorni” speciale di preghiera Mons. Boccardo non fa che richiamare una antica tradizione della Chiesa, a dire il vero piuttosto abbandonata nel post-Concilio, contro la volontà di santi sacerdoti come ad esempio il Servo di Dio Pier Carlo Landucci (1900-1986), che fece di tutto per denunciare queste derive ed evitarle. Mons. Landucci è stato confessore, teologo e grande filosofo della scienza. Nel 2002 il Cardinal vicario di Roma Camillo Ruini ne ha approvato la preghiera per ottenerne l’inizio della causa di beatificazione. In un noto articolo, questo sacerdote “romano d’adozione” (si stabilì nella “Città eterna” a 19 anni e vi rimase fino alla morte), scrisse a proposito del pericolo di disperdere nella Chiesa una tradizione venerabile: «Si sta perdendo, almeno praticamente, la consuetudine liturgica, pastorale e ascetica di indire e innalzare suppliche e di fare penitenza per impedire o per interrompere calamità naturali quali i terremoti, le alluvioni, le carestie, le epidemie.

Tutti ricordano, per esempio, certe apposite invocazioni delle Litanie dei santi o, in riferimento anche a calamità di minor grado, le preghiere prescritte ai sacerdoti “Ad petendam pluviam” o “Ad petendam serenitatem”, eccetera. Oggi, silenzio. […] Un tempo era convinzione comune del popolo cristiano che le calamità naturali fossero vere punizioni dei nostri peccati. Perciò si innalzavano preghiere e si facevano manifestazioni anche pubbliche di penitenza, per placare la divina giustizia (si ricordi la peste di Milano e san Carlo Borromeo).

Chi osa dirlo, oggi, alle popolazioni scampate a un terremoto? E se si tacesse in considerazione del clima attuale di poca fede, e per non urtare la gente, potrebbe ancora esservi qualche giustificazione. Ma non è forse azzardato supporre che i pastori stessi, in buona parte, non ci credano più. Eppure il fatto è certissimo. Alla base c’è il “peccato originale”, trasmesso come peccato di “natura” a tutta la specie umana» (Pier Carlo Landucci, Perché la preghiera nelle calamità naturali, in Studi cattolici, n. 295, settembre 1985, p. 543).

Oggi pomeriggio a Spoleto un Pastore e molti fedeli cammineranno insieme per pregare Dio affinché si calmino le forze della natura. Insieme a loro ci sarà un’ospite indispensabile e immancabile. Raffigurata nell’immagine, molto venerata a Norcia e invocata anche come protettrice dai terremoti, della Madonna Addolorata, ora conservata al deposito del Ministero dei Beni Culturali a Santo Chiodo di Spoleto. «La riporteremo per qualche ora nella sua terra per chiederle protezione sulla gente della Valnerina e liberazione dalla persecuzione del sisma», ha spiegato Mons. Boccardo che, nel luglio 2009, quando da “numero due” del Governatorato vaticano è stato nominato da Benedetto XVI arcivescovo di Spoleto, fece parlare di sé perché alcuni operai che lavoravano alle sue dipendenze hanno scritto una lettera al Papa per chiedergli di farlo rimanere, avendo trovato in lui una persona sempre disponibile e sensibile.

Nato a Sant’Ambrogio di Torino, diocesi di Susa, il 21 dicembre 1952, Mons. Boccardo è stato ordinato sacerdote il 25 giugno 1977. Eletto alla chiesa titolare di Acquapendente e nominato segretario del Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali nel novembre 2003, è stato ordinato vescovo il 24 gennaio 2004. Nominato segretario generale del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano nel 2005, è stato promosso a Spoleto-Norcia il 16 luglio 2009. Attualmente, oltre a rivestire l’incarico di Segretario della Conferenza Episcopale Umbra, è membro della Commissione Episcopale per la dottrina della fede, l’annuncio e la catechesi e della Congregazione delle Cause dei Santi.