I poveri del Libano

LibanoNewsletter n.1 Gennaio 2017

Notiziario di un gruppo di volontari libanesi membri di “Oui pour la vie”, associazione di volontariato con sede a Damour in Libano, legalmente riconosciuta e operante in favore dei più poveri.

Padre Damiano Puccini

Tra i profughi siriani in Libano è presente una significativa componente di cristiani, fuggiti dalla persecuzione dei gruppi estremisti. Il Patriarcato Latino di Gerusalemme, ha denunciato in questo Natale la drammatica realtà del mondo cristiano in un Medio Oriente in fiamme: «La situazione dei cristiani in Siria, Iraq e Egitto è una completa tragedia».

Oggi, un abitante su quattro del Libano è un siriano. Ci sono circa 500 mila profughi siriani in età scolare in Libano, il che vuol dire circa un 30% in più di quanti sono gli studenti libanesi. Uno sforzo che il Paese dei Cedri non può da solo affrontare e infatti oggi, secondo diverse associazioni umanitarie, più di 200 mila ragazzi siriani non vanno a scuola. Mai, neanche un giorno.

Nel 70% dei casi le famiglie dei profughi vivono sotto la soglia della povertà. Intorno al loro bisogno è nato un commercio fatto di estorsioni ricatti, sfruttamento sul lavoro e in certi casi anche sessuale. I rifugiati sono costretti a indebitarsi per poter accedere alle cure sanitarie.

I nostri volontari di *Oui pour la Vie* continuano a tenere aperta la cucina di Damour, per offrire circa 300 pasti a famiglie siriane rifugiate e a bisognosi di ogni appartenenza. Nel periodo di Natale, nonostante anche le condizioni meteo difficili (neve) non sono mancate iniziative di aiuto scolastico e momenti di animazione per bambini di famiglie rifugiate, per cercare di testimoniare il perdono e la carità verso tutti, davanti ai rischi di guerra civile.

Anche quest’anno i volontari hanno rinunciato a scambiarsi i regali con amici e parenti per poter devolvere l’equivalente a favore delle famiglie disagiate che *Oui pour la Vie* assiste. Significativa è stata la partecipazione di famiglie povere che hanno condiviso le porzioni di cibo ricevute.

Una vedova musulmana della Siria, rifugiata in Libano, di 62 anni ha perduto il suo figlio unico e il marito in un incidente un anno fa, causato da una persona di un gruppo rivale nella guerra siriana. L’equipe de *Oui pour la Vie* continua ad aiutarla donandole medicine e cibo. Questa signora un giorno, si è fatta coraggio e si è confidata così con i suoi familiari: “E’ vero che sono musulmana, ma penso che questi volontari mi hanno trasformata in cristiana, perché se ero veramente islamica avrei dovuto avere desideri di vendetta contro questa gente, che mi ha distrutto la famiglia, e di risentimento contro Dio che ha permesso la guerra e tutto questo. Nell’islam Allah è irraggiungibile e anche un po’ duro, ma per i cristiani è veramente un padre tenero che perdona. Con i volontari di *Oui pour la Vie* che vengono a farmi gratis i lavori di casa, sempre con un grande sorriso e gentilezza, ho imparato a ripetere: ‘Sia fatta la volontà di Dio’. Nessuno obbliga questi giovani, piuttosto che ad uscire per divertirsi con gli amici, ad occuparsi di un’anziana come me. Talvolta è più facile per compassione dare dei soldi, piuttosto che offrire il proprio tempo. Credo però che le ore che trascorriamo insieme siano più preziose del denaro, perché questa serenità guarisce le ferite del cuore”.

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