I poveri del Libano

libano_pucciniNewsletter n.9 Dicembre 2016

Notiziario di un gruppo di volontari libanesi membri di “Oui pour la vie”, associazione di volontariato con sede a Damour in Libano, legalmente riconosciuta e operante in favore dei più poveri.

Padre Damiano Puccini

Un santo Natale e buon 2017 a tutti

Li chiamano accampamenti di tende, ma si tratta di rifugi costruiti con liste di compensato e teli. Niente però è gratuito. Anche qui i profughi siriani in Libano devono pagare l’affitto ai proprietari terrieri, sotto la minaccia anche di proposte indecenti. Le madri lavorano nei vari campi coltivati intorno agli accampamenti: almeno nove, dieci ore al giorno nei campi di tabacco o di vegetali, cipolle in questo periodo, spesso in cambio di parte dell’affitto dell’appezzamento di terra su cui hanno costruito la loro sistemazione, altre volte per circa 6 mila lire libanesi (circa 3 euro al giorno). I soldi che guadagnano non bastano nemmeno per l’affitto e per la scuola. Non mancano episodi di violenza domestica.

«Le infrastrutture, strade, fognature, elettricità, ospedali, scuole» sono sottoposte a uno stress senza precedenti e sono «sull’orlo del collasso», avvertono fonti diplomatiche occidentali. Questo in un Paese dagli equilibri politici e demografici «delicatissimi».

Prosegue senza sosta l’attivita’ della nostra cucina di Damour, animata dai volontari di “Oui pour la Vie”, che offre circa 300 pasti due volte a settimana, per andare incontro alle necessità dei più poveri che soffrono le conseguenze anche del freddo e delle intemperie.

Si chiede sempre a tuti di sostenere questa iniziativa di carità e perdono, in favore di tutti i bisognosi di ogni appartenenza.

Due signore volontarie che vengono a collaborare con noi nella cucina, sono sposate con uomini, che da un punto di vista politico, appartengono a due schieramenti opposti: uno a favore e l’altro contro il regime siriano. Con l’aggravarsi della guerra in Siria, i loro due mariti hanno imposto alle due donne di non parlarsi tra loro nel loro quartiere, e uno dei due ha addirittura cacciato per questo sua moglie da casa, impedendole di vedere i bambini. Le donne hanno però continuato a collaborare nella nostra cucina.

Un giorno, una macchina, che viaggiava a grande velocità, ha provocato un incidente in una zona vicina all’accampamento dove abitano queste famiglie, investendo il figlio di una di loro di circa 9 anni; proprio uno di quei ragazzi mandato via di casa dal padre. Il bambino ferito aveva perduto conoscenza e anche molto sangue. Le persone che abitavano nei dintorni si rifiutavano di accompagnarlo in ospedale, sia per non avere problemi di carattere politico dopo aver avuto contatti con una famiglia avversaria e anche per non rischiare di essere accusate di aver provocato l’incidente.

L’altro marito delle nostre due signore volontarie (appartenente al gruppo rivale del padre del ragazzo ferito) visto l’incidente, su pressante richiesta della moglie, ha preso il bambino tra le sue braccia e l’ha portato lui in ospedale, giusto in tempo per l’operazione e la trasfusione di sangue che hanno salvato la vita al ragazzo. Da quel momento le due famiglie, grazie all’aiuto vicendevole che le due donne si sono scambiato in questa tragedia, sono divenute solidali e inseparabili.

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Chi è interessato a maggiori informazioni o a conoscere le modalità per una testimonianza in Italia o per un contributo in favore della nostra opera può inviare un sms al 333/5473721 o scrivere una email a:       info@ouipourlavielb.com o contattarmi con il mio nome su facebook.