San Pietro di Trevi

“cercate ogni giorno il volto dei santi e traete conforto dai loro discorsi” [

Didaché IV, 2; CN ed., Roma 1978, pag. 32]

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tratto dal volume di Rino Cammilleri Un santo al giorno edito da PIEMME

Questo santo viene invocato contro i lupi. Da tenere presente, visto che il ripopolamento ecologista rischia di ripristinare il più antico flagello d’Europa.

Pietro era di Rocca di Botte e un bel giorno scappò a Tivoli. Il motivo della fuga era un matrimonio d’interesse che i suoi volevano a tutti i costi imporgli. A Tivoli venne accolto dal prete Cleto, il quale lo tenne presso di sé e lo fece studiare. Quando Cleto si accorse che il giovane aveva la vocazione religiosa, lo presentò al vescovo Gregorio. Questi, dopo averlo esaminato, gli impose la tonsura, poi gli consegnò una croce di ferro e gli comandò di andare in giro a predicare.

Fu così che Pietro divenne un predicatore itinerante che batteva tutte le contrade della regione. Come mai il vescovo aveva scelto per lui non il monastero ma questa attività? Presto detto. Pietro era di statura gigantesca e dotato di una voce tonante. Il tutto faceva davvero impressione e conferiva forza alle sue parole. Ma ben presto l’impressione scemò, indebolita dall’abitudine a vederlo spuntare e sentirlo parlare. Anzi, in certi posti presero addirittura a deriderlo. Questo, unito al fatto che, anche prima, non tutti si lasciavano impressionare, determinò ad un certo punto uno scoramento nell’animo del predicatore.

Un giorno, Pietro ebbe una visione: Gesù e la Madonna lo confortarono e gli dissero di trasferirsi altrove. Fece rientro a Subiaco, per predicare nelle campagne intorno. Poi, risalendo il corso dell’Aniene, si fermò a Trevi. Qui visse in un tugurio ricavato da un sottoscala e vi morì nel 1052. L’eremita ramingo è il patrono di Trevi.