Massimino di Aix

“cercate ogni giorno il volto dei santi e traete conforto dai loro discorsi”

[Didaché IV, 2; CN ed., Roma 1978, pag. 32].

Massimino di Aix

di Rino Cammilleri

Come i cultori di fantastoria & complotti sanno bene (anche perché fanno fare tanti soldi), le leggende sull’approdo in Gallia di mezzo Vangelo (Maddalena, Lazzaro, Zaccheo, Veronica, Marta, Maria di Cleofa etc.) sono davvero tante, anche se, ahimè, nate solo nel Medioevo, quando detenere reliquie importanti significava avere pellegrini (dunque, fiere e mercati, commercio, alberghi, locande, offerte, denari e prosperità).

Una di queste leggende, non più antica dell’XI secolo, vuole che Lazzaro e le sue sorelle Marta e Maria (che quest’ultima fosse la Maddalena, però, è tutto da dimostrare) insieme al discepolo delle prima ora Massimino fossero stati perseguitati dai Giudei e mandati alla deriva su una barca senza remi.

La Provvidenza spinse la barca sulle coste della Provenza e il gruppetto si sparpagliò a scopo di evangelizzazione. Lazzaro finì a Marsiglia, la Maddalena scelse l’eremitaggio in una grotta (il luogo si chiama infatti La Sainte-Baume), Massimino andò ad Aix, di cui divenne il primo vescovo. Quando la Maddalena sentì avvicinarsi la morte, si portò in un posto chiamato Le Saint-Pilout.

Qui fu Massimino, avvertito in tempo, a somministrarle gli ultimi sacramenti. Da quelle parti c’è una chiesa intitolata a questo santo: pare che detenga le reliquie di lui e della Maddalena. Insomma, se c’è una tomba di quest’ultima è là e non sotto la piramide del Louvre (come dice Il Codice Da Vinci). E nemmeno a Rennes-le-Château, perciò risparmiatevi il viaggio perché in quel paesino sperduto c’è solo una chiesa intitolata a s. Maria Maddalena, una delle tante di Francia.

Il Giornale 8 giugno 2005