Pannella e le vittime dell’ideologia radicale

 

Pannella

Marco Pannella

Comunità Ambrosiana – Newsletter di Alleanza Cattolica in Milano n. 209– maggio 2016

Marco Invernizzi

Care amiche, cari amici

Il mio primo impulso è stato un requiem per la sua anima, che ora si trova di fronte al tempo che non finisce, mentre dentro il tempo della storia tante verbose esternazioni ne celebrano il valore e le virtù.

Marco Pannella è stato un uomo pubblico che ha contribuito a scristianizzare l’Italia come pochi altri. Delle due forze della rivoluzione secolarizzatrice, la libertà e l’uguaglianza, ha scelto la prima, portandola agli estremi. Giovane liberale nell’Italia degli Anni Cinquanta, ha portato il movimento liberale a radicalizzarsi, fino alla fondazione del Partito radicale, nel quale la componente ideologica contro la Chiesa era fondamentale, nonostante certe battaglie condivisibili, come quella a favore dei cristiani perseguitati, per esempio in Vietnam o nei gulag comunisti.

Quando, nel 1968, il processo di disgregazione del mondo occidentale sceglie la via di “liberare” la persona dalla sua natura e dai legami della famiglia e della stessa vita, abbandonando invece la prospettiva comunista, Pannella è in prima fila in tutte le battaglie che vanno in questa direzione: divorzio, aborto, droga, ideologia gay, unioni civili oggi ed eutanasia domani

Morto Pannella rimangono i radicali. Non solo quelli di partito, ma soprattutto i milioni di giovani che dal 1968 in poi hanno sperimentato sulla loro pelle che i cosiddetti diritti civili non portano la felicità. Chi ha divorziato o abortito, che si è drogato credendo di fare le scelte giuste, ha poi cominciato a sperimentare la solitudine, il rancore, la mancanza di autostima, la disperazione e forse qualcuno il rimorso, che può essere l’inizio della conversione.

Questi milioni di persone rappresentano una parte consistente del mondo occidentale contemporaneo, anche in Italia. Sono il mondo del suicidio demografico, che ha messo in pratica le idee di Pannella. Un mondo che muore e non potrebbe essere diversamente.

Coloro che, dentro questo mondo, sentono salire l’angoscia della disperazione, trovano la Chiesa ad aiutarli. La Sposa di Cristo aiuta i tossicodipendenti, cura le ferite dell’aborto e del divorzio, sostiene i figli dei coniugi separati. Come nel Medioevo la Chiesa inventò gli ospedali, oggi inventa nuovi “ospedali da campo” per cercare di guarire i malati della modernità.

È impossibile comprendere la strategia pastorale di Papa Francesco senza questa riflessione che collega i “nuovi poveri” di oggi alla semina per decenni di ideologie malvagie, che hanno usato le libertà e i diritti per creare nuove schiavitù. Ma se avremo la pazienza di tenere insieme il giudizio sulle idee malvagie del nostro tempo e l’amore per le vittime di queste idee, allora forse comprenderemo meglio quello che l’esortazione apostolica Amoris laetitia chiede di fare ai cattolici di oggi.