La nascita di “Azzurra” e la nostra speranza

culla_vitaLa Croce quotidiano 3 maggio 2016

 Notizie che non fanno notizia: la bimba è stata lasciata dalla mamma nella  “culla per la vita” di Magenta (Milano), un istituto che dal 2009 recupera il buono dell’antica “ruota degli esposti”. Di questo e d’altro parliamo con la dottoressa Teresa Ceni Longoni, presidente del Cav di Abbiategrasso-Magenta-Rho, nonché proprietaria e promotrice della Culla

Giuseppe Brienza

Un nome provvisorio con cui l’hanno chiamata fino a che è rimasta nel reparto di neonatologia dell’ospedale Fornaroli di Magenta (Milano). È la bimba che una donna ha lasciato il 13 aprile scorso, avvolta in alcuni asciugamani, nella “Culla per la vita”, collocata dal 2009 nella sede della Croce Azzurra di Abbiategrasso. Soccorsa dai volontari la neonata è stata accompagnata in ambulanza al Fornaroli scortata dal Comandante della locale stazione dei Carabinieri, subito giunto sul luogo.

Qui, ad attenderla, ha trovato Teresa Ceni Longoni, responsabile del Cav Abbiategrasso-Magenta-Rho, proprietaria e promotrice della Culla a cui era arrivata la segnalazione dell’abbandono tramite sms. La responsabile del reparto di neonatologia, dott.ssa Luciana Parola, ha assicurato subito che la bimba stava bene, pesava due chili e cento grammi ed era pulita. Aveva la glicemia leggermente bassa al suo arrivo, ma è bastato un semplice pasto per metterla a posto.

Successivamente è stata posta in osservazione e, alla fine, è stata protagonista di uno degli interventi più belli ai quali hanno assistito i volontari, gli uomini delle Forze dell’ordine e il personale ospedaliero coinvolto (cfr. Graziano Masperi, “Azzurra”, lasciata dalla mamma, è al Fornaroli di Magenta: l’emozione di chi l’ha soccorsa, in “Corriere Alto Milanese”, 14 aprile 2016).

Se la caposala Floriana Bareggi ha detto che “Azzurra” è già diventata la mascotte del reparto, il direttore medico del Fornaroli, Nunzio Angelo Buccino, ha elogiato il Cav diretto da Teresa Ceni Longoni che ha voluto fortemente la collocazione della culla per la vita ad Abbiategrasso, donata dall’ingegner Guido Bernardi e dalla moglie Silvana. Quando la bimba è stata deposta nella culla è scattato l’allarme collegato ad un monitor all’interno della sede e, nello stesso momento, sono stati inviati gli avvisi ai telefonini cellulari dei volontari.

Scampata all’aborto o all’abbandono disumano in un cassonetto, fra breve “Azzurra” potrà avere una famiglia tutta sua. Ne parliamo con la d.ssa Ceni Longoni, che ho conosciuto attraverso il mio servizio per il Cav di Roma-Palatino, nel quale opero sin dalla fondazione, nel 2010, in qualità di vice-presidente.

D. Come sta ora “Azzurra”?

R. L’ho potuta vedere e salutare l’ultima volta lo scorso 25 Aprile. È davvero una bambina bellissima e molto serena, coccolata e curata amorevolmente dal personale del Reparto di Neonatologia di Magenta. Averla avuta tra le braccia la notte del suo arrivo nella culla è stata un’emozione grandissima e indimenticabile.

D. È stata già data in adozione?

R. Credo sia questione di giorni. Sono già passati i dieci giorni in cui la legge permette alla mamma di riconoscerla, non ci sono stati suoi ripensamenti e quindi il giudice sta già valutando a quale famiglia affidare la bimba. Noi ovviamente, siamo estranei a queste procedure e anzi cerchiamo di essere molto discrete e poco invadenti… Le volontarie del Cav non dovrebbero essere le primedonne delle storie che incontrano e in cui si devono muovere sempre in punta di piedi.

D. Lei ha promosso il progetto e il relativo sito nazionale “Culle per la vita.it”, di cosa si tratta?

R. Nel 2009, grazie a un piccolo finanziamento in un progetto fatto con la Provincia di Milano, abbiamo messo in rete il sito culleperlavit.it. È il sito informativo completo di TUTTE le culle presenti in Italia, agile sia da un punto di vista informativo e comunicativo. Permette di sapere cosa sia una culla per la vita, come funziona e l’indirizzo ed ente promotore di ogni culla divise per Regione. Ricorda inoltre che la culla non sostituisce la possibilità del parto anonimo in Ospedale e, per una donna che ha necessità di essere accompagnata o sostenuta in una gravidanza non voluta o difficile, rimanda al numero verde nazionale SOS VITA 800.813.000. È incredibile i contatti che abbiamo con questo sito, sia di donne che chiedono aiuto, di persone che ci hanno chiesto come aprire culle nelle loro città e siamo arrivati, tramite un’agenzia di stampa, a promuovere le culle anche in Cina!

D. Può raccontare brevemente come opera un “Centro di Aiuto alla Vita” e quali sono le principali caratteristiche dei suoi volontari?

R. A chi mi chiede cosa sia il Cav mi piace dire che è un grande abbraccio, che vuole sostenere, incoraggiare e accompagnare con una discreta compagnia umana e con aiuti concreti donne che si trovano ad affrontare una gravidanza indesiderata o difficile e che pensano all’aborto come soluzione ed è anche un grande abbraccio per tante donne ferite profondamente da un aborto fatto. Abbiamo contatti con donne che si trovano nelle più diverse situazioni personali, materiali o psicologiche: donne per le quali l’aborto è una possibilità, sia stata o no già presa una decisione. Con ciascuna cerchiamo d’instaurare un rapporto di ascolto, dialogo personale e condivisione dei problemi, creando premesse concrete affinché la vita iniziata possa essere accolta. Insieme cerchiamo di rimuovere le cause sociali, economiche, culturali, familiari o psicologiche che possono indurre una donna ad abortire e la sosteniamo nella relazione con il bambino che attende durante tutto il periodo della gravidanza e nella primissima infanzia, in genere fino all’anno di vita del bambino.

L’esperienza accumulata in tanti anni e la vita di tutti i giorni a contatto con donne che hanno vissuto o stanno per vivere il dramma dell’aborto mi spingono a testimoniare che è possibile prevenire tale gesto condividendo il peso che spesso una gravidanza indesiderata o difficile comporta. Una volontaria del Cav è un’esperta nell’ascolto e nella relazione d’aiuto, non è importante quanto dice o quanto da (noi non siamo distributori di beni o, peggio, gente che monetizza la vita) ma conta quanto dà nel rapporto di vicinanza e sostegno con una mamma che ha bisogno di trovare un senso del vivere suo e del bimbo che attende con fatica. Per questo curiamo moltissimo la formazione continua delle nostre volontarie e ci piace lavorare in equipe, in un confronto continuo per arrivare al cuore delle relazioni e non fermarsi agli aspetti di pura assistenza.

D. Com’è nato il Cav di Abbiategrasso-Magenta che guida da quasi vent’anni?

R. Nel 1987 un piccolo gruppo di amici di Abbiategrasso, spinti dai forti contrasti che si vivevano dopo il referendum sull’aborto, decisero che non ci si poteva fermare a dire NO all’aborto, ma bisogna trovare un modo per dire SI alla vita, in modo concreto e fattivo. La scelta di stare in ospedale, sebbene faticosissima e tra mille contrasti e opposizioni, fu chiara: per essere efficaci bisognava essere lì dove gli aborti quotidianamente si fanno. Questa scelta fu vincente fin da subito! Nel 2002 conobbi alcuni di loro e proposi di aprire anche all’ospedale di Magenta, più vicino a casa e dove, nel frattempo, si era trasferito il reparto di ostetricia. Fu la seconda grande tappa della vita del nostro Cav.

Abbiamo stipulato un’altra convenzione, aperto un magazzino dato in comodato gratuito dal Comune, stretto rapporti con tutti i consultori pubblici e privati della Asl, rilanciato l’Associazione con altri soci, nuove e continue attività formative e culturali (scuole, parrocchie, centri culturali ecc) e partecipato a numerosi bandi della Regione e di Fondazioni bancari sempre rimanendo salde nella nostra mission: essere valida, concreta e qualificata alternativa all’aborto. Nel 2012, poi su richiesta esplicita del consultorio locale, abbiamo aperto anche uno sportello all’ospedale di Rho. Siamo state da subito un referente competente di Regione Lombardia per lo studio e consulenza sul Fondo Nasko.

Abbiamo proprio una vocazione speciale a lavorare con i servizi pubblici e siamo stimate e cercate da medici, ostetriche e operatori sanitari abortisti per accompagnare donne in colloqui di dissuasione all’aborto o per difficoltà connesse a gravidanze difficili! Da alcuni anni incoraggiamo l’apertura di Cav ospedalieri come il nostro sia tramite l’affiancamento burocratico-amministrativo-tecnico sia con la formazione dei volontari che vi opereranno; circa duecento nuovi volontari hanno beneficiato dei nostri corsi.

D. Oltre al sostegno alle donne tentate di ricorrere all’aborto, intervenite anche per fornire supporto psicologico nel post-aborto?

R. Si, noi diciamo alle mamme che siamo appoggio certo per non abortire ma, se dopo disgraziatamente facessero questa scelta sbagliata e volessero un abbraccio di misericordia, senza MAI essere complici di una scelta d’aborto, glielo diamo. Quante mamme abbiamo incontrato in questi anni che sono venute da noi a piangere… Abbiamo raccolto lacrime, storie ma anche bisogno di essere accolte e accompagnate in un percorso di aiuto e sostegno. Abbiamo delle operatrici formate a un sostegno di counselling post aborto e, qualora avvisassero la necessità di un intervento psicologico o psichiatrico adeguato, le indirizziamo ad alcuni professionisti con cui collaboriamo.

D. Un suo appello al Parlamento ed al Governo per aiutare il servizio per la vita…

R. Potete fare tutte le politiche della famiglia, del lavoro, della scuola che volete ma se non fate delle vere e concrete politiche a sostegno della vita vi mancherà il soggetto di ogni vostra azione! Qualche buona prassi politica vincente per la vita? Io vivo e lavoro in Lombardia e dalla legge 23/1999 che riconosce il concepito quale membro di diritto della famiglia e delle politiche sociali connesse, sono venute moltissime buone prassi… Basterebbe copiarle e qui da noi mantenerle in vita, promuoverle, non farle chiudere per convenienza politica… Abbiamo bisogno di persone competenti a livello Associativo e politico per non fare della vita un titolo demagogico ma davvero un buon punto di partenza!

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Condivido l’appello della d.ssa Ceni Longoni e lo rilancio al Popolo della Famiglia. Del resto nelle “Sette priorità del PdF a Roma”, la prima non dice che la Capitale «deve tornare a fare figli e per questo l’amministrazione sosterrà i Centri aiuto alla vita e le associazioni similari nella loro quotidiana lotta contro la piaga dell’aborto»?