Violenze sulle donne: il governo apre ai fondamentalisti

violenza_donneL’Occidentale  2 ottobre 2007

di Hamza Boccolini

Per risolvere il problema delle violenze sulle donne, il governo tratta con associazioni islamiche come l’Ucoii, l’Uio e la Coreis.

Sono questi gli interlocutori con i quali martedì prossimo la sottosegretaria al ministero dei Diritti e delle Pari Opportunità, Donatella Linguiti, si confronterà per dare vita a un ”Protocollo di Intesa contro la violenza” sulle donne.

“L’obiettivo di definire con urgenza un Piano di intervento articolato contro la violenza di genere nasce dalla consapevolezza che essa ha assunto, in tutti i Paesi, il carattere di grave problema di rilevanza pubblica – si legge nella convocazione inviata dal sottosegretario Linguiti -. La violenza maschile contro le donne costituisce un problema strutturale delle società; da ciò discende la necessità di promuovere la partecipazione attiva degli uomini in azioni finalizzate a combattere la violenza nei confronti delle donne”.

Il problema è delle donne, italiane ed immigrate, ma a discutere della violenza che loro subiscono sono stati invitati a partecipare quasi esclusivamente associazioni islamiche guidate da uomini (tre sulle cinque interpellate).

Oltre l’Opera nomadi e all’associazione Maschile Plurale, figurano tra gli invitati l’Unione delle Comunità e organizzazioni islamiche in Italia (Ucoii) presieduta da Nour Dachan, la Comunità Religiosa islamica (Coreis) di Yahya Pallavicini e l’Unione islamica in Occidente (Uio), sezione italiana della Wics libica (World Islamic Call Society) guidata da MansurTantush.

“Il Sottosegretario sbaglia a chiamare l’Ucoii al tavolo sulle violenze alle donne, noi che ci battiamo da 10 anni in difesa delle donne marocchine ci sentiamo per l’ennesima volta abbandonate”, denuncia Souad Sbai, presidente dell’Associazione delle donne marocchine (Acmid-donna). “E’ sbagliato confrontarsi su questo tema con chi gestisce l’85 % delle moschee in Italia – spiega – quando sappiamo che alcuni Imam predicano in favore della violenza e in quasi tutte le moschee si predica l’obbligo del velo per la donna”.

Oltre al problema della partecipazione dell’Ucoii, la Sbai sottolinea l’anomalia di convocare solo associazioni guidate da uomini. “E’ un approccio sbagliato – aggiunge – perché a questo genere di incontri bisogna chiamare sia uomini che donne, è la prima volta che vedo una cosa del genere”.

La presidentessa delle donne marocchine si chiede, infine, come mai la sua ed altre organizzazioni femminili italiane non vengano invitate a prendere parte a questo genere di iniziative. “Chiediamo a tutte le associazioni femminili italiane di intervenire”, conclude la Sbai, denunciando “un senso di solitudine quando vediamo che nessuno ci interpella su questioni di cui ci occupiamo da più di 10 anni”.

Critiche giungono anche da Jole Santelli, responsabile sicurezza e immigrazione di ForzaItalia. ”Dispiace che il ministro per la pari opportunità dopo tanto parlare di sicurezza e soprattutto di violenza sulle donne, organizzi un gruppo di lavoro invitando i rappresentanti dell’Ucoii. Trovo veramente assurdo che si possa pensare di parlare di un protocollo di intesa contro la violazione dei diritti umani fondamentali e per la libertà e la dignità delle donne con un’organizzazione di stampo fondamentalista”.

Rincara la dose Isabella Bertolini, vicepresidente dei deputati di Forza Italia, che la definisce ”Una decisione assurda”, e aggiunge: ”In molte moschee si propone un’interpretazione del Corano che autorizza gli uomini a battere le donne, perché così scritto nella sacre scritture. Alcuni esponenti dell’Ucoii hanno spesso rivendicato il diritto di importare nel nostro paese il modello familiare poligamico nel quale la donna viene considerata poco più di un oggetto”.

Replicano a queste accuse i diretti interessati, seppur in modo diverso. Il portavoce dell’Ucoii, Ezzedin el-Zir, sostiene che “la violenza nei confronti delle donne esiste, da parte di uomini musulmani ma anche di quelli di altre fedi o senza alcuna fede religiosa. Ma ciò è condannato dall’Islam, e noi dell’Ucoii teniamo molti sermoni sui diritti della donna nell’Islam e sul rispetto reciproco”. Conferma che l’Ucoii ammette il ricorso alla poligamia. “Quanto alla poligamia, l’Islam dà questa possibilità – aggiunge ancora l’esponente dell’Ucoii – ma non èdetto che la si debba praticare”.

Il sottosegretario Linguiti risponde invece direttamente alle accuse della Sbai, ”al Tavolo per il protocollo delle associazioni maschili contro la violenza sono state convocate associazioni a carattere nazionale – chiarisce – l’affermazione di Sbai che l’Ucoii gestisce l’85% delle moschee italiane ci rafforza nella convinzione che fosse necessario, proprio per questo, considerarli interlocutori necessari”.

”Bisogna aprire spazi di dialogo per incidere nella cultura maschile”. Eppure proprio in questi giorni, forse per far conosce meglio questo tipo di cultura, è stato inserito sul web all’interno del sito‘youtube’, (http://it.youtube.com/watch?v=ye9uQ70aAUg) una puntata della trasmissione di Bruno Vespa, ‘Porta a Porta’, andata in onda qualche tempo fa nella quale alcuni esponenti dell’Islam organizzato e delle moschee sostenevano il diritto di eseguire la lapidazione sulle donne accusate di adulterio.

(A.C. Valdera)