Quando l’ecologia sostituisce la teologia

ecoreligioneSvipop, 27 ottobre 2007

di Albert Mohler

La salvezza della terra è ciò che rimane quando le Chiese liberal non sono più interessate alla salvezza delle anime? Queste Chiese hanno rimpiazzato la teologia con l’ecologia? E’ la domanda che sorge leggendo un recente articolo del sociologo britannico Frank Furedi, che insegna nell’Università del Kent ed è noto per le sue posizioni controcorrente.

Furedi suggerisce che alcune istituzioni religiose sono “impegnate a reinventarsi promuovendo virtù ecologiche e predicando contro gli eco-peccati degli inquinatori”. Egli offre argomenti interessanti.

Per Furedi molte Chiese sono state scosse da una crisi di autorità, e le società moderne hanno abbandonato i loro valori morali tradizionali. Ecco le sue parole: “Negli anni ’80 le società occidentali hanno abbandonato il progetto di recupero dei ‘valori tradizionali. Di tanto in tanto politici conservatori hanno tentato di lanciare crociate di ‘ritorno alle radici’ promuovendo i ‘valori della famiglia’. Comunque, la mancanza di seguito popolare ha soltanto mostrato  chiaramente l’estraneità della società rispetto a queste tradizioni. In realtà negli anni ’80 anche le istituzioni religiose hanno trovato difficoltà a mantenere con convinzione la propria autorità”.

“Invece di influenzare la società, molte Chiese hanno cominciato a interiorizzare gli atteggiamenti associati con gli stili di vita del loro gregge sempre più individualista e consumista. L’ultimo quarto di secolo ha visto un’impressionante diminuzione di autorità religiosa nelle società occidentali. I dibattiti sul ruolo delle donne prete, l’omosessualità e il matrimonio indicano che le istituzioni religiose sono diventate confuse sul loro rapporto con i valori tradizionali”.

Per Furedi queste Chiese stanno ora cercando di trovare una nuova piattaforma per affermare nuovamente la propria autorità all’interno della cultura. Questa nuova piattaforma sembra essere l’ecologia e l’obiettivo di salvare la terra. Ecco il suo punto di vista:

“Negli ultimi anni, alcuni nella Chiesa hanno cercato di farsi ascoltare dall’opinione pubblica coprendo di verde la dottrina tradizionale, e Cristo il Salvatore sta diventando rapidamente il Cristo attivista ambientale. La società occidentale è continuamente in cerca di riti e simboli attraverso cui possa essere affermata la probità morale. E’ evidente che, per molti leader ecclesiastici, il progetto di salvare il pianeta offre più opportunità per ricostituire riti e simboli che non quello di salvare le anime”.

“Non è solo il caso dello strano sacerdote che offre l’assoluzione attraverso il rito dell’eco-confessione. I leader ecclesiastici hanno abbracciato i rituali dell’eco-moralità per dimostrare il loro impegno per un bene più grande. L’assoluzione attraverso la riduzione delle emissioni di carbonio sembra essere la via scelta (…) I cristiani davvero hanno la responsabilità di essere bravi custodi della terra. Non è certo una responsabilità facile nel contesto confuso dell’attuale dibattito ecologico.”

“Ma la Chiesa di Gesù Cristo ha la responsabilità prima di tutto di essere la custode del Vangelo, La tentazione di convertirsi agli interessi di questo mondo a spese degli interessi spirituali è molto forte. Del resto gli esseri umani pregheranno o il Creatore o la creazione. Quando l’autorità della Bibbia è minacciata e la speranza di poter conoscere il Creatore è compromessa, la creazione stessa diventa sempre più la passione prevalente”.

Quando declina la passione per vedere i peccatori convertiti alla fede in Cristo, la passione per convertire le persone all’ambientalismo appare come una missione sostitutiva culturalmente affascinante”.

Dovremmo interrogarci quando un sociologo come Frank Furedi vede il quadro così chiaramente. Come mai egli vede ciò che tanti altri non vedono? Quando una Chiesa viene meno alla sua missione di portare Dio, nessun’altra missione è davvero importante.

(A.C. Valdera)