Quando i giudici si fanno portavoce della cultura della morte

magistraturaZENIT.org, 9 luglio 2008

 Il dott. Renzo Puccetti denuncia il tentativo di praticare l’eutanasia

di Antonio Gaspari

ROMA, mercoledì, 9 luglio 2008 (ZENIT.org).- La sentenza con cui la Corte di appello di Milano ha autorizzato la morte per fame e sete di Eluana Englaro ha suscitato le reazioni indignate dei medici.

Intervistato da ZENIT, il dott. Renzo Puccetti, medico-chirurgo, specialista in medicina interna di Pisa, ha affermato: “Credo che la sentenza dei giudici di Milano sia un altro tassello di quella cultura della morte ormai pervasiva nelle nostre istituzioni. Un tempo si diceva ‘finché c’è vita c’è speranza’ ma queste decisioni sembrano fatte apposta per togliere speranza alla vita”.

Alla domanda se sia possibile ritenere Eluana già morta, il medico di Pisa ha risposto che “la risposta scientificamente corretta è no, perché i criteri di accertamento della morte cerebrale non sono assolutamente soddisfatti nel caso di Eluana, tanto è vero che nessuno si sognerebbe mai di richiederne gli organi”.

Per rispondere a chi sostiene che Eluana non ha alcuna possibilità di miglioramento, Puccetti ha poi spiegato: “Ancora una volta la risposta corretta è no. Lo stato vegetativo è una diagnosi; l’aggettivo ‘permanente’ è scorretto perché formula una prognosi di cui nessuno può essere certo”.

A proposito dell’attività della ricerca in questo campo, il medico-chirurgo, Segretario dall’Associazione Scienza & Vita di Pisa-Livorno, ha spiegato che “soltanto da pochissimo tempo la medicina ha imparato che, almeno in alcuni pazienti in stato vegetativo, sono conservate funzioni complesse riconducibili ad uno stato di coscienza; si tratta di trovare il modo per stimolare queste funzioni che sembrano sopite e farle venire a galla”.

Puccetti ha commentato che “siamo troppo poco fiduciosi delle possibilità terapeutiche disponibili nei prossimi anni”. “Purtroppo – ha aggiunto – di fronte alla sfida della malattia la strada che si sceglie è quella di eliminare il portatore della malattia”.

Inspiegabile poi, secondo Puccetti, la sospensione del trattamento di idratazione e alimentazione.

“Per chi è sproporzionato? Non certo per la ragazza – ha risposto –, le cui preferenze sono state appurate sulla base di criteri che definire aleatori è un eufemismo”.

“Sotto le spoglie di una falsa pietà, affermando che il valore della persona risiede non in quello che è, ma in quello che riesce a fare – ha sottolineato Puccetti –, la sentenza promuove una cultura devastante per tutti i soggetti deboli della società”.

“Una cultura di morte – ha denunciato il medico pisano – che nell’eutanasia attiva avrà il prossimo obiettivo, come è già stato candidamente ammesso in un intervento di un’associazione vicina al fronte radicale”.

“Fino ad ora Eluana non ha sofferto – ha precisato Puccetti – almeno così ci dicono le conoscenze scientifiche disponibili, ma se verrà interrotta l’alimentazione e l’idratazione prepariamoci ad un nuovo caso Terry Schiavo”.

“Le ulcere che si formeranno nella pelle, le labbra riarse, le emorragie, le convulsioni, la necessità di morfina, così come è avvenuto per Terry, tutto questo, sarà per il bene di Eluana?”, si è poi chiesto amaramente.

(A.C. Valdera)