Chavez «rivoluziona» anche le scuole private

ChavezAvvenire 2 ottobre 2007

di Michela Coricelli

Il «socialismo del XXI secolo» arriverà anche sui banchi di scuola. Gli istituti privati che cercheranno di opporsi verranno nazionalizzati o chiusi. I presidi potrebbero finire in carcere. È il nuovo attacco frontale del presidente Hugo Chavez alla libertà educativa in Venezuela.

Due settimane fa, con l’apertura del nuovo anno scolastico, è entrato in vigore il nuovo programma di studi ispirato alla «rivolu­zione » di Chavez. Il contenuto della riforma non è ancora ufficiale, ma sono già circolate le prime ipotesi: agli alunni verrà spiegato che il «capitalismo è una forma di dominazione del mondo» in contrapposizione alla «nuova dottrina umanista bolivariana socialista». I modelli da seguire? Simón Bolívar, ovviamente, ma anche Che Guevara.

Una cosa è certa: le lezioni dovranno essere in linea con l’ideologia del presidente e con il marxismo. «La scuola che non rispetta (il nuovo programma, ndr) venga nazionalizzata! L’università che non rispetta, sia nazionalizzata! ». E «se il preside fa resistenza, va arrestato e nient’altro» ha avvertito l’ex parà dai microfoni del programma tv Aló Presidente.

La polemica va avanti da mesi, ma le minacce non erano mai state altrettanto esplicite. «L’educazione non può restare nelle mani di gente capricciosa. Nessuno può aprire in Venezuela una scuola o un’università solo perché ne ha voglia. Serve un permesso, come quello per guidare un’auto o una moto». Ma l’autorizzazione verrà concessa solo a chi accetterà l’educazione rivoluzionaria.

«Lo Stato, attraverso il governo, dà un permesso per aprire una scuola elementare. Ma se poi un ispettore nota anomalie gravi, contro la legge, come non seguire il programma scolastico» o cambiare i manuali, allora la «licenza verrà annullata, e il governo si occuperà degli alunni, nazionalizzando la scuola».

La maggior parte delle scuole private venezuelane sono cattoliche: oltre 700 istituti con centinaia di migliaia di studenti. L’avvertimento di Chavez riguarda anche loro. Opposizione, associazioni dei genitori e Chiesa temono l’ideologizzazione degli alunni fin dai primi anni di scuola. Ma Chavez non si ferma e avverte gli istituti indipendenti: «Li nazionalizzeremo e li metteremo agli ordini del governo. Possono essere cattolici, evangelici, di qualsiasi zona del Paese».

Nessun margine per il dibattito, dunque. E se ci saranno proteste (come annunciano le associazioni dei genitori delle scuole private), per Chavez fa lo stesso: «Non importa se dicono che si irriteranno. Ci attaccheranno attraverso la televisione o arriverà qualche condanna internazionale, ma avete già visto che è successo con il canale 2», la tv chiusa dal governo.

«Mi hanno condannato in mezzo mondo, ma non mi interessa. Sto rispettando una Costituzione ». L’obiettivo chiave del presidente è una riforma radicale della struttura stessa del paese, avviato verso uno stato socialista e bolivariano.

I suoi strali non hanno risparmiato neppure la sanità privata: le cliniche che non «seguono la linea» del governo verranno espropriate e nazionalizzate. E se non ci fosse personale sufficiente, si ricorrerà ai medici e ai professori cubani: in Venezuela sono già 8.000. L’opposizione denuncia: Chavez sta «cubanizzando » il Paese. Ma lui contrattacca e invita i suoi sostenitori a «radicalizzare» ancora di più la rivoluzione. E il suo populismo bolivariano, intanto, guadagna consensi anche all’estero, in particolare in Bolivia e Ecuador.

Libertà di istruzione sotto attacco: gli istituti non statali che si opporranno alla «linea» verranno nazionalizzati o chiusi. E i presidi dissenzienti rischiano il carcere

(A.C. Valdera)