«Basta alle Messe-spettacolo, d’ora in avanti sobrietà e rispetto della liturgia»

messa_spettacoloPetrus, quotidiano on-line sull’apostolato di Benedetto XVI, 26 ottobre 2007

Intervista esclusiva al nuovo cerimoniere del Papa – Monsignor Guido Marini

di  Bruno Volpe

CITTA’ DEL VATICANO – E’ arrivato da poco in Vaticano: accento genovese marcatissimo, 42 anni, cresciuto alla scuola del Cardinale Giuseppe Siri e fidato collaboratore degli Arcivescovi Dionigi Tettamanzi, Tarcisio Bertone e Angelo Bagnasco, il nuovo maestro delle celebrazioni liturgiche del Papa, Monsignor Guido Marini, successore dell’omonimo Piero, parla per la prima volta dopo il conferimento del prestigioso incarico e lo fa con ‘Petrus’.

Monsignore, innanzitutto benvenuto e buon lavoro…

“Grazie dell’augurio, ne ho davvero bisogno. Sa, sono a Roma da pochissimo tempo, e mi guardo intorno, studio, sto facendo mente locale: c’è tanto da fare e da lavorare, mi creda”.

Intanto si passa da un Marini… all’altro: che dice a Piero, il suo predecessore?

“Lo ringrazio di cuore. Ha dato tanto alla Chiesa, ha servito due Papi, e io mi trovo soltanto all’inizio del mio cammino”.

E’ stato chiamato ad un compito arduo…

“Chiaro. La vita di ogni capo delle cerimonie liturgiche del Santo Padre è cosparsa di problemi. Siamo sotto i riflettori della ribalta, non ci possiamo permettere il lusso di commettere svarioni”.

In molti hanno sostenuto che Lei sia stato chiamato perché liturgicamente più sobrio e tradizionalista di Monsignor Piero Marini. Ma quale è la Sua concezione di liturgia?

“Come vuole ed insegna la Chiesa, nè più nè meno. Non sono un personaggio che cerca invenzioni e stranezze. Posso anche sembrare banale, ma la liturgia è rispetto delle regole dettate dalla Chiesa, e non vedo la ragione per la quale io debba disattenderle”.

Si dice appunto che a Genova, dove Lei ha operato sinora, la liturgia fosse ben curata, sobria ed elegante, senza svolazzi fantasiosi…

“Ma la liturgia è per sua natura così. Ripeto: nessuno può derogare alle norme liturgiche della Chiesa. La Messa è dono, grazia, non spettacolo. Quindi nessuna invenzione, ma assoluto rispetto delle norme liturgiche”.

Papa Benedetto XVI, oltre che un grandissimo teologo, è anche un fine liturgista. Egli attribuisce alla liturgia, correttamente eseguita, notevole importanza…

“Collaborare con il Santo Padre sarà per me una grazia. E’ sotto gli occhi di tutti la popolarità del Pontefice, la sua predicazione di verità e di coraggio. In quanto alla liturgia, condivido in pieno le tesi del Papa: la Messa è sacrificio”.

A Suo avviso, ci sono stati abusi liturgici negli ultimi tempi?

“Sa, la Chiesa è grande. Ma, come ha riconosciuto lo stesso Pontefice nella lettera illustrativa al Motu Proprio ‘Summorum Pontificum’, gli abusi e le interpretazioni stravaganti ci sono state. Quello che posso dire è che sicuramente io non sarò autore di nessuna  invenzione, mi limiterò ad applicare con scrupolo le regole oggi esistenti”.

A proposito: cosa pensa del Motu Proprio che ha liberalizzato la Messa con rito tridentino?

“Condivido il Motu Proprio al 100%, un atto di buon senso, di giustizia, libertà e lungimiranza”.

(A.C. Valdera)