Le menzogne di Cernobil

CernobilIl Giornale sabato 25 aprile 1992

Clamorose rivelazioni sul comportamento dei leader sovietici durante la sciagura atomica

Cosi Gorbaciov mentì deliberatamente all’Occidente

Dal nostro inviato

Mosca – A sei anni di distanza dalla tragedia di Cernobil, il cui anniversario cade proprio domani, vengono finalmente alla luce i reati da codice penale commessi dalla classe politica sovietica nel celare, minimizzare e distorcere le informazioni sulla reale entità della sciagura che ha provocato fra i 6 e gli 8.000 morti. Se Eltsin e i suoi cercavano un appiglio per mandare in galera i loro predecessori, con in testa Gorbaciov e il primo ministro Ryzhkov, da ieri questo appiglio l’hanno trovato grazie ad uno scoop giornalistico, sicuramente pilotato, del quotidiano del pomeriggio «Izvestia».

Il giornale moscovita ha pubblicato infatti i passi principali dei verbali di uno speciale gruppo operativo creato da Gorbaciov all’interno del Politburo del comitato centrale. Questo groppo operativo era presieduto dallo stesso primo ministro dell’epoca, Nikolai Ryzhkov, ne facevano parte gli esponenti più in vista della nomenklatura e si riunì quotidianamente dal 29 aprile, cioè tre giorni dopo la catastrofe. I verbali delle sedute sono divisi in protocolli, ciascuno preceduto dalla sigla «segretissimo» e in alcuni passi, come vedremo, sono di un cinismo che nessuna ragion di Stato potrà mai giustificare. Ne elenchiamo quelli più tristemente significativi.

Protocollo n. 5 del 4 maggio 1986: fino ad oggi sono state ricoverate in ospedale 1.882 persone mentre sono 38.000 quelle che hanno dovuto ricorrere ai medici.

Protocollo n. 7 del 6 maggio: dalle informazioni ricevute dal viceministro della Sanità, i ricoverati in ospedale sono fino ad oggi 3.454.

Protocollo n. 8 del 7 maggio (a questa seduta prese parte anche Gorbaciov): nelle ultime 24 ore ricoverate 1.821 persone, e il totale dei bambini è salito a 1.351.

Protocollo n. 12 del 12 maggio: nelle ultime 24 ore ricoverati 2.703 cittadini, che portano il totale a 10.199.

Protocollo n. 21 del 4 giugno: alle autorità che stavano per tenere una conferenza stampa a scienziati sovietici e stranieri, oltre che ovviamente ai giornalisti, si raccomanda di fornire i seguenti dati: «Finora sono state contaminate dalla radioattività solo 187 persone, tutte dipendenti della centrale atomica, e di loro 24 sono morte. Non ci sono tracce di contaminazione fra la cittadinanza».

Protocollo n. 9 dell’8 maggio. «Il ministero della Sanità ha adottato dei nuovi ammissibili livelli di radiazione, da ottenere moltiplicando per 10, e in alcuni casi anche per 50, i livelli precedenti». Il che significava in pratica che, con questi nuovi parametri, persone contaminate sono state dichiarate perfettamente sane senza ricevere alcuna assistenza.

Protocollo n. 32 del 22 agosto. «Per evitare che le popolazioni, specie quelle più vicine all’area di Cernobil, mangino carne eccessivamente contaminata dobbiamo fare in modo che queste partite di carne vengano distribuite in tutto il Paese, e siano anche mischiate con quella non contaminata per la preparazione degli alimenti in scatola Lo stesso dicasi per il latte». Solo cinque anni dopo Cernobil la procura generale apri un’inchiesta sulla vendita di cibo contaminato ed emerse che «nel periodo 1986-1989 sono state prodotte nelle zone radioattive oltre 47.500 tonnellate di carne e 2 milioni di tonnellate di latte. Ciò induce a ritenere che in pratica l’intera Unione Sovietica ha mangiato cibi contaminati».

Protocollo n. 3 del 1° maggio. «Inviare nelle zone vicine a Cernobil un groppo di corrispondenti sovietici perché raccolgano materiale che di­mostri l’assoluta normalità delle condizioni di vita in quelle zone».

Postilla al protocollo n. 21 del 4 giugno. «In occasione di conferenze stampa per giornalisti sovietici e stranieri cercare di sottolineare l’inesattezza dei dati e delle informazioni fornite dalle autorità e dai media occidentali, secondo i quali la situazione sarebbe molto seria a causa dei venti che trasportano in altre regioni le particelle radioattive fuoriuscite da Cernobil».

Abbiamo volutamente tenuto per ultimo il primo di questi protocolli, datato 29 aprile. «Confermare il rapporto governativo ad uso della nostra stampa. Confermare il testo delle informazioni sull’incidente di Cernobil e sulle misure da noi prese ad uso dei leader di alcuni Paesi capitalisti Confermare il testo sulla neutralizzazione delle conseguenze dell’incidente per i leader di alcuni Paesi socialisti». Il che, come fanno amaramente osservare le «Izvestia», significa che «fin dal primo giorno erano state battezzate tre verità: una per uso interno, una per i fratelli socialisti ed una per i maledetti capitalisti».

r.pe.