Ciò che in gioco è l’identità della Germania

Colonia_capodannoNewsletter dell’Associazione Tradizione Famiglia Proprietà – gennaio 2016 n.1

I fatti di Capodanno a Colonia hanno messo allo scoperto una grave “crisi esistenziale” in Germania, che è poi quella dell’Europa intera. Addormentata dal clima di sterminato ottimismo creatosi nella seconda metà del secolo scorso, la Germania si trova oggi largamente impreparata per gestire la peggiore crisi sociale e culturale della sua storia recente. Il risveglio non è stato facile, scatenando un rovente dibattito interno, del quale i mezzi di comunicazione italiani non hanno dato adeguata copertura.

Che cosa sta succedendo in Germania? Lo abbiamo chiesto a Mathias von Gersdorff, scrittore, analista, direttore della campagna Kinder in Gefähr (Ragazzi a rischio), della TFP tedesca.

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Tradizione Famiglia Proprietà: I mezzi di comunicazione hanno impiegato più di ventiquattro ore per riportare i fatti di Capodanno a Colonia. A cosa attribuisce Lei questo ritardo, in un’epoca in cui le notizie volano in tempo reale?

Mathias von Gersdorff: I fatti di Capodanno a Colonia hanno portato all’attenzione dell’Europa e del mondo una situazione che in Germania covava già da qualche tempo. Da noi, la questione dell’immigrazione domina completamente il dibattito pubblico almeno dalla scorsa estate. Da anni io scrivo su argomenti riguardanti i media e la pubblicità. Non mi ricordo di aver mai visto un tema così pervasivo e duraturo. Si tratta, per noi tedeschi, di una questione esistenziale che avrà molteplici sviluppi. Ciò che è in gioco è la nostra identità, il nostro spirito, il nostro essere tedeschi ed europei.

Dal dopo-guerra, è stata attuata in Germania una tremenda rivoluzione culturale tendente ad attenuare, fino a eliminarli, tratti psicologici e culturali che, per più di un millennio, avevano caratterizzato la nostra personalità, la nostra cultura, la nostra civiltà. Questo processo è avvenuto in tutti i paesi europei, con sfumature diverse. Credo che un europeo della Belle Époque faticherebbe a riconoscersi nella cultura oggi dominante.

C’è stata poi una terribile crisi della Fede, la cosiddetta secolarizzazione. La pratica religiosa è crollata. La Chiesa cattolica, oggi, in Germania è materialmente ricca ma spiritualmente poverissima. Quella luterana sta anche peggio. Non si vogliono riconoscere le radici cristiane del nostro continente.

Le sinistre di ogni colore, e anche un certo tipo di “bon vivant” centrista, hanno applaudito questo processo, salutando con entusiasmo la scomparsa della Germania tradizionale. Hanno quindi elogiato l’apertura delle nostre frontiere all’immigrazione musulmana, vedendovi un fattore di disfacimento della nostra civiltà, tramite il “multiculturalismo”. Non posso non ricordare in merito le parole di Benedetto XVI sull’Europa che “odia se stessa”, un atteggiamento che egli riteneva “patologico”. Lo fanno per convinzione ideologica? Per ingenuità? Suppongo che c’entrino entrambi.

Il moltiplicarsi dei problemi provocati da un’immigrazione che rifugge ogni integrazione, sommato alla crescente percezione che la Germania non è in grado di assorbire un’immigrazione così sproporzionata, però, ha cominciato a covare un profondissimo disagio in crescenti settori dell’opinione pubblica, che si è quindi polarizzata sempre di più. E questo già prima dei fatti di Colonia. Negli ultimi mesi, il dibattito pubblico era diventato sempre più irritato e aggressivo, con innumerevoli articoli giornalistici e talkshow televisivi critici nei confronti della politica migratoria della cancelliere. La stessa Polizia, già da qualche tempo, sta facendo sapere che non riesce più a controllare certe situazioni.

In tale ambiente già surriscaldato, il “caso Colonia” ha avuto l’impatto di un terremoto, accentuando ancor di più il disagio nei confronti della politica delle frontiere aperte.

Ha contribuito al clima di insofferenza la figuraccia della Polizia, che si è dimostrata inadeguata per controllare tutte le aggressioni, cominciate alle 18:30, cioè molto prima del Capodanno, senza che da parte delle forze dell’ordine ci fosse la possibilità di una reazione proporzionata.

Tradizione Famiglia Proprietà: A cosa attribuisce questa inefficacia?

Mathias von Gersdorff: Un rapporto interno della Polizia, recentemente dato alla luce, mostra come le attuali strutture delle forze dell’ordine siano inadeguate per gestire una situazione che ormai rischia di sfuggire dalle mani. La folla di immigrati ha cercato di ostacolare la Polizia in ogni modo, anche lanciando contro di essa petardi.

Ha avuto un certo ruolo anche la cautela, a mio avviso a volte eccesiva, che le forze dell’ordine devono mostrare quando trattano con immigranti, per non cadere nella gogna propagandistica del politicamente corretto. Infatti, un’eccessiva fermezza nel controllare gli immigranti musulmani scatenati sarebbe suscettibile di essere bollata come “razzista” o “xenofoba”. I poliziotti ci pensano due volte prima di intervenire.

Come se non bastasse, la strategia di comunicazione della Polizia non potrebbe essere stata peggiore. Il primo gennaio è stato emesso un comunicato stampa dicendo che la festa era andata in modo del tutto pacifico e ordinato. Ciò era palesemente falso. Oggi sappiamo che, a notte inoltrata, le pattuglie che presidiavano la stazione centrale avevano chiesto rinforzi, puntualmente rifiutati.

Il caso è esploso soltanto un paio di giorni dopo, quando il numero di denunce per molestie sessuali era già salito a più di duecento. Poi è ancora aumentato. Oggi sono più di seicento. Per queste ragazze, il Capodanno è stato un incubo. I giornali tedeschi hanno cominciato a divulgare quanto accaduto soltanto il 4 gennaio, quando anche la Polizia ha cominciato a rilasciare comunicati più realistici.

Da allora, la rabbia che già covava nella pancia di tanti tedeschi si è moltiplicata. Il clima politico e sociale in Germania è cambiato in modo sostanziale. Uno sviluppo che, ripeto, era già visibile molto prima di Capodanno. Non ho mai visto una polarizzazione così accentuata.

Tradizione Famiglia Proprietà: Lei crede che queste aggressioni siano state programmate? Oppure si tratta di un fenomeno spontaneo?

Mathias von Gersdorff: Personalmente penso che tutto sia stato organizzato. È difficile coinvolgere più di mille persone in uno stesso luogo senza una convocazione. Gli stessi fatti si sono, poi, ripetuti in altre città: Francoforte, Stoccarda, Amburgo, ecc. Oggi si sa che la convocazione è corsa sui social network. Questi ragazzi si sono fissati un appuntamento. Molti avevano in tasca fogli con frasi in tedesco di contenuto sessuale, da rivolgere alle ragazze. Chi ha preparato questi foglietti? Chi li ha distribuiti? Anche se, forse, parte dei ragazzi erano semplici balordi che hanno approfittato della situazione, è innegabile una regia.

Tradizione Famiglia Proprietà: Come hanno reagito le femministe?

Mathias von Gersdorff: La rabbia è esplosa subito dopo, coinvolgendo quasi tutti i settori politici. Il movimento femminista, invece, si è mantenuto sulla difensiva. Le femministe hanno un’idea a dir poco ingenua della società multiculturale. Hanno quindi cercato di relativizzare le molestie, dicendo che non avevano nulla a che fare con l’immigrazione né tantomeno con l’islam.

Va notato che il femminismo in Germania è diviso sulla questione islam. Un settore, maggioritario, afferma che l’islam non c’entra niente con il problema immigratorio e le tensioni che ne derivano. Un altro settore, al contrario, comunque sempre di sinistra, denuncia la minaccia islamista contro le donne. Fanno parte di questo secondo settore anche alcune donne musulmane, come Nekla Kelek, di origine turca, che in questi anni ha denunciato la crescente radicalizzazione dell’islam. Nel suo libro «La sposa venduta» (Die verkaufte Braut), descrive molto bene l’islamizzazione della Turchia sotto Erdoğan.

Tradizione Famiglia Proprietà: È possibile che gli immigranti musulmani passino a praticare azioni violente sul territorio tedesco?

Mathias von Gersdorff: A dirlo è nientemeno che la Bundesnachrichtendienst, l’agenzia federale d’intelligence. Nel suo ultimo rapporto afferma che la situazione della sicurezza pubblica oggi è più grave che nel settembre 2001, all’indomani dell’attacco alle Torri Gemelle. Sempre a Capodanno, mentre a Colonia succedeva il finimondo, la stazione centrale di Monaco è stata evacuata per un allarme bomba, interrompendo tutto il traffico ferroviario dal sud dell’Europa.

Già una città ha annullato il tradizionale carnevale per paura di attentati. La presenza della polizia nelle strade è aumentata. Ieri parlavo con una signora che mi diceva di essere contenta perché sua figlia andava a lavorare in Messico, dove si sentirà più tranquilla. Figuriamoci! Sempre più tedeschi si ritengono ormai ostaggi nel proprio paese. Quanto potrà durare questa situazione prima di esplodere?

Tradizione Famiglia Proprietà: La Germania e l’Unione Europea sono preparate per affrontare l’assalto dei fondamentalisti islamici?

Mathias von Gersdorff: Se volessero, potrebbero affrontarlo. Devono, però, decidersi, se reagire o no. L’Occidente è in una profonda crisi di identità. Basti pensare alla grottesca ideologia del genere. Chi crede che non vi siano soltanto uomini e donne, ma una galassia di “generi”, non può difendere un patrimonio di civiltà, che è fondato comunque sui valori.

Per quanto riguarda la Germania, esiste il diritto all’asilo politico, tradizionalmente molto generoso. Poi ci sono i trattati di Schengen e Dublino. Siamo pronti a cambiare sostanzialmente questa impalcatura legale?

Tradizione Famiglia Proprietà: I tedeschi approvano la politica della cancelliere Angela Merkel di aprire le frontiere all’immigrazione di massa?

Mathias von Gersdorff: Frau Merkel si trova in un vicolo cieco. Lei continua a ripetere che la Germania è in grado di rispondere a questa sfida. Ormai, però, si tratta di mere auto-giustificazioni. Anche all’interno del suo partito, la sua popolarità è ai minimi. Il segretario generale della CDU è arrivato a chiedere di espellere mille rifugiati ogni giorno. Figure di primo rango della politica tedesca si sono pronunciate a favore di una politica restrittiva, tra questi l’ex-cancelliere Gerhard Schröder, il governatore della Bassa Sassonia Stephan Weil, e quello della Baviera Edmund Stoiber. Anche il Partito liberale è dello stesso parere. Il consenso ormai è di farla finita con questa politica. La grande domanda è come.

Tre ex-giudici costituzionali, dei quali due della Corte costituzionale federale (Bundesverfassungsgericht) affermano che la politica della cancelliere è incostituzionale. In molte città si stanno organizzando milizie e ronde cittadine. Più di un sindaco ha respinto la “quota” di immigranti allocata al suo comune. Perfino i vescovi, solitamente tanto loquaci in favore dell’accoglienza, se ne stanno zitti.

Il 13 marzo ci saranno elezioni regionali in alcuni Länder. Allora vedremo quanti tedeschi appoggiano Angela Merkel.

Tradizione Famiglia Proprietà: C’è il pericolo che questa reazione sia monopolizzata da una certa destra nazionalista?

Mathias von Gersdorff: Per adesso questa domanda è alquanto prematura. Rispondo a livello meramente ipotetico.

Credo che la reazione sia troppo vasta e profonda perché possa essere monopolizzata da una fazione. Può succedere, però, che in assenza di un’autentica leadership, alcuni elementi validi siano ammaliati da figure messianiche. Viene in mente, per esempio, il ruolo che certa propaganda sta attribuendo a Vladimir Putin.

La soluzione non può che poggiare su una vasta conversione delle anime a Dio e, quindi, su un ripristino dello spirito religioso cristiano. Laddove la grazia divina interviene, attraverso la Santa Chiesa, tutto è possibile. Il nostro punto di riferimento assoluto in questa situazione di crisi esistenziale deve essere la promessa del trionfo del Cuore Immacolato di Maria, enunciato dalla Madonna a Fatima nel 1917. In questi momenti così concitati, è assolutamente necessario avere una visione soprannaturale delle cose.