L’orchestra rock diretta dal demonio

rock satanicoIl Corriere della Sera 26 agosto 1986

Le sorprendenti analisi di un pastore protestante su complessi e solisti della «hit parade»

 di Mario Luzzatto Fegiz

E se Satana avesse scelto il rock’n’roll per corrompere la gioventù e propagandare il suo nefasto regno delle tenebre? Lo psichiatra, criminologo e pastore canadese Jean Paul Regimbal non ha dubbi: nel 1983 ha pubblicato nel saggio «Le rock’nroll (Viol de la conscience par les messages subliminaux)» i risultati d’una complessa ricerca condotta con una équipe di collaboratori sui segni, i suoni, le parole e i gesti del rock, da Presley al punk, nel quale tende a dimostrare che in trent’anni il beat e il rock sono divenuti «la più potente rivoluzione del corpi, degli spiriti e dei cuori mai uscita dalle viscere dell’Inferno».

Ci sarebbe da sorridere per un linguaggio del genere: ma i recenti richiami del Papa e soprattutto una serie di prove documentali inserite nell’opuscolo (che è stato stampato In limitato numero di copie anche in Italia dal dottor Mario Caldera di Roma, presidente d’una associazione che si occupa del trasporto di ammalati a Lourdes) rendono l’argomento di attualità, pur con le dovute cautele che la dichiarata faziosità del pastore-studioso impongono.

Accanto a valutazioni arbitrarie come il fatto che l’ancheggiare di Presley abbia indotto milioni di adolescenti al libertinaggio sessuale (mentre è forse vero il contrario: cioè che l’artista colse l’ansia libertaria delle nuove generazioni), vi sono tuttavia alcuni aspetti della ricerca che meritano attenzione. E sono quelli relativi a così detti messaggi subliminali inseriti nei dischi di alcuni artisti rock e quelli del simboli satanici presenti nella grafica di molte opere rock.

Pulsazioni

Per Regimbal non è casuale che sul plano del ritmi artisti come Jerry Lee Levis, Stevie Nick e Alice Cooper siano andati a pescare fra quelli del vudù dell’America Latina e di Haiti proprio per l’effetto che quelle pulsazioni hanno nel provocare «un bisogno irreprimibile di liberarsi dalle inibizioni». Ma accanto a ritmiche che per natura e intensità sono psichicamente destabilizzanti, l’insidia, per lo studioso si nasconde nel messaggio subliminale. Questo genere di messaggi, da tempo vietati in cinema radio e tv, consistono nella proposta d’un codice che non è avvertibile alla coscienza ma arriva a livello inconscio.

Un teschio scomposto in vari pezzi in una pagina di giornale o irriconoscibile perché rovesciato, viene in genere ricomposto dalla nostra mente che in qualche modo lo percepisce. Così il reverendo si è divertito a riversare su nastro una serie di successi del rock. Ascoltando poi il nastro a rovescio, ha scoperto che dietro la frase dei Led Zeppelin «And the voices of those who stand looking» (E le voci di quelli che stanno in piedi aspettando), si distingue la battuta «I’ve got to Uve for Satan» (Bisogna che lo viva per Satana); e dietro il celebre successo dei «Queen» Another one bites the dust» (Un altro ancora morde la polvere) c’è la frase «Start to smoke marijuana (Datti alla marijuana)». Ancora, nei Led Zeppelin, suonato al contrario il verso «There is stili Urne to change the road you are on» (E’ ora che tu prenda un’altra strada) diventa «My sweet Satan, no other made a path» (Mio dolce Satana nessun altro ha tracciato una strada).

Ma se molte tesi del reverendo Regimbal sono in qualche modo tirate per i capelli (come esser certi che nel verso dei Led Zeppelin «Fremo d’emozione quando guardo verso l’Ovest» si nasconda emozione da malefìcio ed ammaliamento della persona orientata a Ovest» dal momento che questo punto cardinale «è simbolo della morte poiché Gesù si leva a Oriente mentre Lucifero brilla a Ovest»), alcune tendenze diaboliche di molte rock star appaiono obiettive.

Negli AC/DC (il cui nome non sarebbe il simbolo delle correnti alternata e continua ma starebbe a significare «Anti-Christ-/Death to Chrlst») c’è una scenografia da rito sacrificale e l’Inferno è di casa nei titoli delle canzoni (Higway to Hell, Hell’s bells).

Ed è proprio casuale che Alice Cooper (all’anagrafe Vincent Fournier) abbia preso il nome d’arte d’una strega morta un secolo prima, i suoi occhi nei manifesti pubblicitari siano fosforescenti e che molti testi delle sue canzoni inneggino alla masturbazione e alla necrofilia? E che dire di Mick Jagger (che sarebbe stato iniziato alla magia nera da Anita Pallemberg e Marianne Falthful) che ha scritto canzoni come Sympathy for the Devil, To their Satanic Mayestìes e Invocation of my demon brothers (Simpatia per il diavolo. Alle loro maestà sataniche e Invocazione a mio fratello, il diavolo). E del Black Sabbath i cui dischi portano spesso il «666» simbolo dell’Anticristo, e hanno un leader, Ozzy Ossborne, che dichiara di cantare sul palco in stato di trance medianica?

Ampio materiale per il cacciatore di Satana nel rock viene fornito dal Kiss, il cui nome sarebbe composto dalle iniziali delle parole «Kings in Satan Service» (laddove i «kings» nel linguaggio della stregoneria sarebbero i ministri ordinari per il culto di Satana). Per non parlare degli Who nella cui rock opera «Tommy» firmata per il cinema da Ken Russell, egli vede «una metafora blasfema contro Cristo» (dal vivo gli Who spaccano gli strumenti In scena).

Quello che Regimbal non dice — ma la cronaca racconta — è che gli Who hanno avuto Keith Moon morto di overdose in circostanze poco chiare (e detengono il record di morti ai loro concerti) e che pure il batterista degli Zeppelin ha fatto una fine analoga.

Nella sua invettiva Regimbal comprende anche artisti che noi consideravamo al di sopra di ogni sospetto come gli Abba, che nelle copertine usano la seconda «B» rovesciata e ciò significherebbe «non Abba, padre del Cielo, ma il suo opposto, padre della menzogna e dell’Impurità», e perfino i Beatles dove in «Revolution Number 9», ci sarebbe a rovescio, il messaggio «Turn me on dead man» (eccitami sessualmente, uomo morto).

Lo studio torna ad essere più attendibile e obiettivo quando riferisce delle ricerche mediche condotte sugli effetti del rock ad alto volume. Una intensità di 120 decibel produce, secondo il dottor Larson, disturbi all’udito, ma anche, nel tempo, aumento delle malattie cardiovascolari e disturbi all’equilibrio. Per il musicoterapeuta Adam Kniste, l’intensità sonora procura sfinimento, narcisismo, panico, indigestione, ipertensione e strane forme di narcosi» (abbiamo constatato personalmente che le spettatrici delle prime file nel concerti di Zero o degli Spandau Ballett vivono una sorta di anestesia totale).

Ancora il dottor Bob Larson spiega che «le vibrazioni di bassa frequenza, dovute alla chitarra basso, sommate all’effetto ripetitivo della batteria, producono un effetto considerevole sul liquido cerebrospinale che a sua volta influisce direttamente sulla ghiandola pituitaria che presiede alla secrezione ormonale». Ne deriva «uno squilibrio degli ormoni sessuali e surrenali, un cambiamento del tasso di insulina». Ergo: Le inibizioni morali si attenuano o sono completamente neutralizzate».

Nell’elenco del solisti e band in odore di Satanismo Regimbal mette David Bowie, i Bee Gees, i Jethro Tull, Elton John, gli Styx, ma dimentica gli Afrodote’s Child, che nell’album 666, che è tutto una sorta di sabba all’insegna dello slogan «Fire the system» (brucia il sistema) mettono un orgasmo esplicito, mistico e plurimo di 11 minuti, mirabilmente interpretato con assoluto realismo dalla brava Irene Papas. Difficile contestare che su molte copertine di dischi appaiono segni simbolici satanici, anche se la stella, la piramide e il cerchio possono essere spesso creatività casuali degli art director.

Provocazione

Fantasia? Caccia alle streghe? Semplici provocazioni sceniche e verbali, o deliberate volontà di far propaganda al Maligno? In ogni caso il consiglio municipale di Chattanooga nel Tennessee ha preferito non correre rischi e ha emesso, ancora nel febbraio del 1983, un’ordinanza In cui esige che ogni membro del Kiss firmi prima di ogni concerto una dichiarazione attestante il fatto che egli non pratica il culto satanico. Niente dichiarazione, niente concerto. Precauzione che forse fa sorridere. Ma davanti a un testo come quello di «God of thunder» (Dio del tuono) («Fui elevato da un demone/ Preparato a regnare come “colui che è”/ Sono il signore del deserto/ Un uomo di ferro del tempi moderni/ Chiamo le tenebre per farmi piacere/ E ti ordino di metterti in ginocchio/ Davanti al Dio del tuono/ al Dio del rock’n’roll) francamente la prudenza non è mai troppa.