Ecologia dell’uomo senza omissioni dall’embrione in poi

laudato_enciclicaAvvenire, 25 giugno 2015

di Giacomo Samek Lodovici

Quasi tutte le sintesi e i commenti della Laudato si’ di Francesco ne hanno tralasciato alcuni passaggi scomodi, relativi alla famiglia fondata sul matrimonio uomo-donna, all’essere umano che va difeso da abusi sulla vita e all’ideologia del gender.

Questi temi non sono il focus dell’enciclica, ma è quantomeno curioso che siano stati pressoché ignorati, visto che sono la necessaria conseguenza della metafisica e dell’antropologia esposte dal Papa: «Non c’è ecologia senza un’adeguata antropologia» (n. 118). Da esse derivano tutte le forme di ecologia, che si prende cura della natura vegetale e animale, ma anche e soprattutto della natura dell’essere umano, configurando una «ecologia umana» (nn. 5, 148, 152, 155, 156). Per Francesco, nel solco di Papa Ratzinger, «“il libro della natura è uno e indivisibile” e include l’ambiente, la vita, la sessualità, la famiglia, le relazioni sociali, e altri aspetti» (n.6) ed esiste un’«ecologia dell’uomo» perché «anche l’uomo possiede una natura che deve rispettare e che non può manipolare a piacere» (n.155).

È un discorso inserito in una visione metafisica: «Il modo migliore per collocare l’essere umano al suo posto […] è ritornare a proporre la figura di un Padre creatore e unico padrone del mondo» (n.75). L’uomo, rispetto al creato è dotato di «una dignità infinita» (n. 65), che impedisce di «equiparare tutti gli esseri viventi e togliere all’essere umano quel valore peculiare», il quale «implica allo stesso tempo una tremenda responsabilità» (n. 90) e gli affida il compito di «amministratore responsabile» (n. 116).

Alla luce di queste premesse succintamente esposte, ecco allora alcuni dei passi dell’enciclica eclissati sui media. «Invece di risolvere i problemi dei poveri […], alcuni si limitano a proporre una riduzione della natalità. Non mancano pressioni internazionali sui Paesi in via di sviluppo che condizionano gli aiuti economici a determinate politiche di ‘salute riproduttiva’» [nota di Rassegna Stampa: è un concetto che nei documenti internazionali significa aborto e contraccezione], quando invece «la crescita demografica è pienamente compatibile con uno sviluppo integrale e solidale» (n. 50).

E «non è […] compatibile la difesa della natura con la giustificazione dell’aborto. Non appare praticabile un cammino educativo per l’accoglienza degli esseri deboli […] quando non si dà protezione a un embrione umano benché il suo arrivo sia causa di disagi» (n. 120), o se si «giustifica […] lo scarto di bambini perché non rispondono al desiderio dei loro genitori’ (n. 123). È anche «preoccupante il fatto che alcuni movimenti ecologisti difendano l’integrità dell’ambiente e […] reclamino dei limiti alla ricerca scientifica, mentre a volte non applicano questi medesimi princìpi alla vita umana», al punto che «si giustifica che si oltrepassino tutti i limiti quando si fanno esperimenti con embrioni umani» (n.136).

Infine, scrive ancora il Papa, «apprezzare il proprio corpo nella sua femminilità o mascolinità è necessario» e «non è sano un atteggiamento che pretenda [nota di Rassegna Stampa: come fa l’ideologia gender,] di cancellare la differenza sessuale» (n. 155).