CHIESA: il governo Prodi contro la famiglia

ProdiCorrispondenza romana n.972/01 -16 dicembre 2006

L’accusa viene direttamente dal Vaticano: il governo Prodi vuole distruggere la famiglia in Italia. Natale del 2006: sradicare la famiglia è la priorità della politica italiana, è infatti il titolo con cui l’“Osservatore Romano” del 9-10 dicembre ha attaccato l’ordine del giorno della maggioranza che impegna il governo a presentare un disegno di legge sulle unione civili entro le prime settimane del 2006.

Mancano quindici giorni a Natale, ma «c’è chi fa altri conti, pensa ad altre scadenze», scrive il quotidiano della Santa Sede. «Si parla del primo mese del prossimo anno come il traguardo per una battaglia senza senso. Una battaglia combattuta purtroppo anche da chi farebbe meglio a meditare, magari di fronte alla rappresentazione della Natività».

«Con l’annuncio dell’impegno del Governo a produrre un disegno di legge sulle unioni civili» continua l’“Osservatore Romano” «si è ribadito nuovamente il carattere ipocrita di queste iniziative che mirano esclusivamente ad accreditare una forma alternativa di famiglia. Si continua a dire che a gennaio si parlerà di “diritti individuali” e che la famiglia rimarrà una sola, quella tradizionale, che nessuno vuole mettere in pericolo. Si tratta di menzogne. Non ha senso parlare di diritti individuali di persone alle quali è riconosciuto uno stato di “coppia” e ancora di più di diritti che hanno uno spiccato carattere pubblico, come quelli relativi ai temi previdenziali ed assistenziali. La constatazione è talmente immediata da far pensare che chi esprime certe giustificazioni abbia oltre ad assai poco rispetto per la famiglia, anche un certo disprezzo per l’intelligenza degli uditori».

«Quali che siano le norme da inserire in quel disegno di legge è chiaro che il tutto andrà fatalmente a costituire una legislazione parallela a quella del diritto di famiglia, il quale diventerebbe, come lo stesso matrimonio, un istituto relativo. Chi difende le coppie di fatto, eterosessuali od omosessuali, spesso afferma anche che riconoscere queste unioni non arreca alcun danno alla famiglia. Anche questa è una, non sappiamo quanto inconsapevole, menzogna. La famiglia eterosessuale, fondata sul matrimonio, diventa inesorabilmente un fenomeno relativo: uno dei diversi fenomeni sociali, una delle diverse forme di accoppiamento. Il passo verso la completa equiparazione dei diritti tra coppie di fatto e coppie sposate è brevissimo. Di doveri all’interno delle coppie di fatto, poi, si parla ben poco. Si vuole dare un riconoscimento pubblico ad uno stato del tutto temporaneo e immediatamente revocabile in forma privata».

«Insomma» continua l’Osservatore Romano «le ipocrisie e le contraddizioni sono evidenti. Al momento, passando agli schieramenti politici, il Centrosinistra mostra soddisfazione per l’impegno assunto dall’Esecutivo. Nel Centrodestra, qualcuno dice “no” ai Pacs, parola quest’ultima temporaneamente bandita dalle espressioni dei politici, ma altri spiegano come “le coppie omosessuali debbano essere messe nelle condizioni di scegliere la natura giuridica del loro rapporto”. Intanto si sta già lavorando sul disegno di legge: il ministro per le Pari Opportunità Barbara Pollastrini ha fatto sapere che “nei prossimi giorni ultimerà il lavoro per presentare una prima bozza della legge”. È già al lavoro anche il ministro per la Famiglia Rosy Bindi che, vista la materia, è convinta della necessità di “raccogliere consensi e convergenze più ampi”. Il ministro della Solidarietà Sociale Paolo Ferrero ha spiegato quali devono essere i riferimenti del provvedimento: “L’equiparazione dei diritti delle persone che compongono la coppia di fatto con quelli di una coppia regolare” è per l’esponente di Rifondazione comunista, il punto essenziale. Ecco, appunto. L’ennesima conferma che certe dichiarazioni rassicuranti sono solo un paravento».