Il purgatorio una invenzione del medioevo?

Dalla mail circolare de il Cavaliere della Verità

(cavalieridellaverita@virgilio.it)

Siamo nel mese dei defunti…è dunque importante che chi vuol essere servitore della Verità (cioè Cavaliere della Verità) abbia le idee chiare anche sul Purgatorio, per saper bene combattere tante sciocchezze che su di esso vengono dette: prima fra tutte che sarebbe stato (il Purgatorio) un’invenzione della chiesa medievale.

purgatorio

Spesso sui testi scolastici (e non solo) si afferma che il Purgatorio sia una verità cattolica che non abbia alcun fondamento biblico e che sia una sorta di “invenzione” della Chiesa medievale per incrementare indulgenze e Messe di suffragio…

E’ davvero così? Niente affatto.

Prima di tutto va detto che la Sacra Scrittura fa riferimento al Purgatorio.

Nell’Antico Testamento vi è l’episodio riguardante la morte di Aronne, allorquando vennero offerti sacrifici per trenta giorni. Ora, se è possibile offrire sacrifici per un defunto, vuol dire che il defunto può espiare anche dopo la morte.

Sempre restando all’Antico Testamento ancora più importante è il capitolo 12 del Secondo Libro dei Maccabei, dove si narra che Giuda Maccabeo, dopo che gli Ebrei ebbero vinto un’importante battaglia per la loro indipendenza, si recò sul campo di battaglia e si accorse che sotto la tunica di ciascun caduto vi erano oggetti idolatrici, fu così che decise di pregare lui stesso e fece pregare il popolo d’Israele affinché Dio perdonasse il peccato di quei soldati. Si legge ancora che Giuda Maccabeo fece fare una colletta e la inviò a Gerusalemme affinché fosse offerto un sacrificio espiatorio. Dunque un sacrificio espiatorio per i defunti, il che vuol dire che vi era la convinzione che si potesse pregare per i defunti, il che vuol dire anche che si era convinti che nell’aldilà ci fosse un “luogo” di espiazione.

Passando al Nuovo Testamento importante è ciò che è scritto al capitolo 5 del Vangelo di San Matteo: “Mettiti presto d’accordo con il tuo avversario, perché l’avversario non ti consegni al giudice e il giudice alla guardia e tu venga gettato in prigione. In verità ti dico: non uscirai di là finché tu non abbia pagato fino all’ultimo spicciolo.” (5, 25-26).

Ancora il Vangelo di San Matteo: “Perciò io vi dico: qualunque peccato e bestemmia sarà perdonata agli uomini, ma la bestemmia contro lo Spirito non sarà perdonata. A chiunque parlerà male del Figlio dell’uomo sarà perdonato; ma la bestemmia contro lo Spirito non sarà perdonata né in questo secolo, né in quello futuro.” (12, 31-32).

Significativo è anche ciò che è scritto nella Prima Lettera ai Corinti: “Secondo la grazia di Dio che mi è stata data, come un sapiente architetto io ho posto il fondamento; un altro poi vi costruisce sopra. Ma ciascuno stia attento a come costruisce. Infatti nessuno può porre un fondamento diverso da quello che già vi si trova, che è Gesù Cristo. E se, sopra questo fondamento, si costruisce con oro, argento, pietre preziose, legno, fieno, paglia, l’opera di ciascuno sarà ben visibile: la farà conoscere quel giorno che si manifesterà col fuoco, e il fuoco proverà la qualità dell’opera di ciascuno. Se l’opera che uno costruì sul fondamento resisterà, costui ne riceverà una ricompensa; ma se l’opera finirà bruciata, sarà punito; tuttavia egli si salverà, però come attraverso il fuoco.” (1 Corinti 3, 10-17).

Basterebbe questo per capire quanto la verità del Purgatorio abbia un fondamento biblico.

Ma aggiungiamo anche altro.

Un esempio si può trarre dal diario di santa Perpetua, santa che fu martirizzata a Cartagine il 7 marzo del 203. Mentre si trovava in prigione, Perpetua ebbe una duplice visione. Nella prima vide suo fratello Dinocrate, “morto a sette anni per un cancro che gli aveva devastato la faccia” al punto che, scrisse la Santa, “la sua morte aveva fatto inorridire tutti.” Perpetua vide il suo fratellino uscire “da un luogo tenebroso dove vi era molta altra gente; era accaldato e assetato, sudicio e pallido. Il volto era sfigurato dalla piaga che l’aveva ucciso.” E, sempre in questa prima visione, santa Perpetua vide suo fratello che cercava, senza riuscirci, di bere ad una piscina e con ciò capì che Dinocrate stava soffrendo. Impietosita da questa visione, pregò per l’anima del suo fratellino. Il Signore ascoltò le sue preghiere e in una seconda visione potè vedere Dinocrate perfettamente guarito, in grado di bere, capace di giocare come fanno tutti i bambini. Interpretando questa seconda visione, Perpetua scrisse: “Mi svegliai e compresi che la pena (del Purgatorio) gli era stata rimessa.” Ebbene, questo diario è sicuramente prima del 203, anno di morte della Santa. Quindi in un periodo molto precedente al medioevo!

E’ del II secolo una famosa iscrizione tombale, quella di Abercio, forse vescovo di Ierapoli in Asia Minore. Fu proprio lui a comporre, prima di morire, il suo epitaffio, che dice: “Queste cose dettai direttamente io, Abercio, quando avevo precisamente settantadue anni di età. Vedendole e comprendendole, preghi per Abercio.” Dunque, Abercio invita colui che sulla sua tomba a pregare per lui, il che vuol dire che Abercio (II secolo!) è convinto dell’esistenza del Purgatorio.

Un’altra preziosa testimonianza ci viene data da Tertulliano (155-222), che nel De Corona scrive: “Nel giorno anniversario facciamo preghiere per i defunti.”

Ancora un’altra testimonianza da Tertulliano. Egli scrive nel De monogamia: “La moglie sopravvissuta al marito offre preghiere per la gioia di suo marito nei giorni anniversari della sua morte.”

Un’altra preziosa testimonianza ci viene data da Tertulliano (155-222), che nel De Corona scrive: “Nel giorno anniversario facciamo preghiere per i defunti.”

Ancora un’altra testimonianza da Tertulliano. Egli scrive nel De monogamia: “La moglie sopravvissuta al marito offre preghiere per la gioia di suo marito nei giorni anniversari della sua morte.”

Anche sant’Agostino ci è di aiuto. Nel De fide, spe et caritate scrive : « Non si può negare che le anime dei defunti possono essere aiutate dalla pietà dei loro cari ancora in vita, quando è offerto per loro il sacrificio del Mediatore (la S.Messa), oppure mediante elemosine.” E sant’Agostino è vissuto tra il IV e il V secolo!

E per finire: sant’Efrem di Siro (306-373) scrive nel suo Testamentum: “Nel trigesimo della mia morte ricordatevi di me, fratelli, nella preghiera. I morti infatti ricevono aiuto dalla preghiera fatta dai vivi.”

Pensiamo che tutto questo possa bastare per smontare la menzogna di un Purgatorio “inventato” nel medioevo.