La vita come scelta di campo

Tratto dalla mail circolare de il Cavaliere della Verità

(cavalieridellaverita@virgilio.it)

San Giorgio

La vita è una lotta, si realizza nella scelta tra il bene e il male, tra Dio e il demonio. Ogni ipotesi diversa contraddice il senso cristiano della vita e, non caso, ha trovato terreno fertile nella mentalità moderna…e mondana

Sant’Ignazio era un militare, ma prima di essere un militare, era un uomo pratico e molto attaccato alla concretezza. E’ famoso non solo per aver fondato l’Ordine dei Gesuiti, ma anche per aver donato a tutti i cristiani quel capolavoro che sono gli Esercizi spirituali.

In realtà, questi Esercizi non furono solo “farina del suo sacco”: si trovava nella grotta di Manresa, dove stava meditando per essere davvero certo che il Signore lo chiamasse a diventare sacerdote, quando la Madonna gli apparve e gli ispirò (c’è chi dice: gli dettò) questi Esercizi. Basterebbe solo questo per capire quanto diversi e quanto molto più importanti siano questi Esercizi rispetto a tutti gli altri.

Ebbene, in questi Esercizi sant’Ignazio invita, per le meditazioni, a fare la cosiddetta ‘composizione di luogo’, cioè ad immaginare quanto più possibilmente i misteri che si vanno a contemplare, cercando di coinvolgere tutti i sensi. Per esempio, riguardo alla Natività, bisogna immaginare se la stalla fosse grande o piccola…quanto pungente era i freddo? quanto intenso l’odore della paglia?…Questo non per gioco, ma perché l’uomo è unione di spirito e di corpo; e più facilmente arriva alle vette più alte se conduce anche il corpo in questo viaggio. Il Cristianesimo non ha mai tollerato, né tollererà mai, alcuna separazione di sorta riguardo il rapporto corpo-anima.

Ma non è di questo che dobbiamo parlare, quanto di una meditazione degli Esercizi di sant’Ignazio, quella cosiddetta dei “Due stendardi”. Il Santo dice (provateci anche voi che state leggendo) di immaginare una vasta pianura (la vedete? bene!) all’estremità della pianura vi sono due città. Una è brutta, disordinata, sporca, chiassosa; l’altra è bella, ordinata, pulita, silenziosa. La prima è Babilonia; la seconda, Gerusalemme.

Fuori le mura di Babilonia c’è un mostro seduto su un trono fumante; il suo viso è terrificante, gli occhi fiammeggianti. E’ Satana che, sotto il suo stendardo infernale, chiama a raccolta i suoi.

Presso le mura di Gerusalemme, invece, c’è Gesù, bello, ordinato, pulito, che, sotto lo stendardo celestiale, chiama anche Lui a raccolta i suoi.

Ebbene, proprio nel vivo della meditazione, sant’Ignazio invita ognuno a porsi questa terribile domanda: e tu, sotto quale stendardo decidi di combattere?

Domanda terribile, a cui non si può sfuggire. Ma io, veramente, a quest’ora, terrei un servizio da fare…No!! Devi rispondere! Ma io sono pacifista…No!! Tu devi decidere per chi combattere!

Eh già! Perché il dramma è proprio qui: sant’Ignazio fa capire che se si decide di non decidere, se si decide di non schierarsi, già si è fatta una scelta, già si è scelto Satana.

E il motivo è molto semplice.

Non solo Gesù dice che chi non è con Lui è contro di Lui, ma già nel Protovangelo i termini della questione sono chiarissimi. Dopo il peccato originale, Dio dice al serpente che avrebbe posto inimicizia tra lui e la Donna (l’Immacolata), tra la stirpe di Lei e la stirpe del serpente, tra coloro che si schiereranno sotto il manto della Vergine e coloro che si metteranno sotto colui che cercherà di rendere inutile la Redenzione. Dio non indica una terza stirpe, perché non c’è: o si è con Cristo o contro di Lui.

D’altronde chi vive nel peccato è come se dicesse al Crocifisso: che sei morto a fare? Potevi benissimo fare altro, per me inutilmente hai effuso il tuo sangue sulla croce. Che terribile responsabilità!

Questo cosa significa?

Che la storia non è una burletta! Che la vita è più seria di quanto possiamo immaginare. Dalle nostre scelte dipende il destino eterno di ognuno di noi; e la vita che viviamo è una scelta di campo, una battaglia. Guai a ritenerla un gioco dove basta solo partecipare.

I medievali, che pur con tanti limiti hanno avuto il merito di incarnare queste convinzioni nella vita quotidiana, nei loro costumi e nelle loro manifestazioni culturali, quando giocavano erano convinti che valesse partecipare nella misura in cui era possibile la vittoria. Nel celebre Palio di Siena, per esempio, vince chi vince e il secondo, paradossalmente, non arriva secondo ma ultimo, nel senso che vince solo il primo e tutti gli altri è come se arrivassero ultimi.

E’ nella modernità che nel gioco, nello sport, si fa strada la mentalità non solo di premiare il secondo, il terzo…ma anche di ritenere che “basta partecipare”.

Sciocchezza! Immaginatevi le anime dannate che dicono: ma sì, che ci importa, abbiamo comunque partecipato. Loro che desidererebbero non essere mai nate!

Nel medioevo il gioco era metafora della vita; e la vita, cristianamente, è fatta per vincere e per conquistare il Paradiso.

Se non si taglia questo traguardo, a cosa serve la vita?

Ancora una volta –lo dobbiamo capire…e lo dobbiamo dire!- il Cristianesimo, con la sua “scelta di campo”, si presenta come la Verità vera (chiediamo scusa per il gioco di parole), la Verità vera per la vita di ognuno di noi.

Dalle nostre scelte dipende il nostro destino. Grande responsabilità questa; ma affascinante e gratificante: è la scelta che nobilita il percorso dei nostri affanni e che rende sempre nuova ogni nostra esperienza e ogni nostra fatica…e soprattutto che rende eroico il quotidiano.

Molti pensano: se fossi quel tale personaggio, quell’uomo illustre che fa cose tanto importanti…sciocchezze! Ciò che rende importante le scelte non sono i palcoscenici più o meno importanti, né tantomeno le conseguenze sul piano politico, culturale o spettacolare…ciò che rende importante le scelte della vita è la consapevolezza del perché si ha il dono della scelta e del per chi e per che cosa si sceglie. E questo può essere dato sono nella consapevolezza di vivere ogni scelta per costruirsi l’abbraccio eterno con il Signore (il Paradiso).

Ed ecco perché il Cristianesimo può dire con coerenza logica una cosa che per la mentalità mondana è inconcepibile, e cioé che può essere molto più eroica la scelta nascosta di una madre di famiglia che si sacrifica senza che nessuno lo sappia…che quella di un potente della Terra, che può non sapere nemmeno perché e per chi sceglie…e che crede che quella scelta si riduca solo a quel momento e a quel suo apparente e ingenuo destino.