La Chiesa cattolica è all’opposizione?

family_dayCorrispondenza romana n.951
8 luglio 2006

Sul ruolo dei cattolici in Italia si discute da sempre, ma due articoli apparsi nelle scorse settimane rilanciano la riflessione su questo tema. L’autore del primo intervento, pubblicato su “la Repubblica” dell’11 giugno, è il sociologo Ilvo Diamanti. Per la prima volta nella storia dell’Italia repubblicana, egli osserva, «la Chiesa italiana oggi è all’opposizione».

Nella prima fase di questa storia, la Chiesa aveva affidato alla Democrazia Cristiana la rappresentanza politica dei cattolici, considerando in qualche modo la DC come un suo “braccio secolare”. La crisi e la disintegrazione, dopo Tangentopoli, del “partito dei cattolici”, aprirono una nuova fase caratterizzata dalla fine del collateralismo e dalla trasformazione della Chiesa in “gruppo di pressione”, con una posizione di “equidistanza” tra gli schieramenti politici.

Oggi il clima è nuovamente cambiato, anche perché con il pontificato di Benedetto XVI i temi etici si sono sostituiti a quelli della solidarietà e della pace fino a ieri dominanti. Da ciò gli interventi sempre più pressanti dei vescovi sulla procreazione assistita, sull’uso delle cellule staminali nella ricerca, sui PACS.

Siamo entrati in una fase in cui la Chiesa, secondo le parole del cardinale Camillo Ruini, «interviene contro la privatizzazione dell’etica», affrontando di petto la Sinistra. «Così oggi – conclude Diamanti – la Sinistra al governo deve misurarsi con una Chiesa d’opposizione. Posizionata a destra».

Il problema dei rapporti tra i cattolici e la politica è anche al centro delle riflessioni di Ernesto Galli della Loggia sul “Corriere della Sera” del 18 giugno. Per Galli oggi, «senza troppi clamori si sta consumando sulla scena politica italiana un decesso illustre: quello del cattocomunismo».

Le ragioni di questo fenomeno sono complesse, ma ciò che è accaduto è, in ultima analisi, la sostituzione del tradizionale elettorato di Sinistra, costituito da una prevalente base operaia, contadina e di popolo minuto, con una nuova borghesia, impregnata di spirito edonista e individualista.

Il compromesso storico di marca “catto-comunista” era fondato sulla prospettiva dell’incontro tra due “culture popolari” all’insegna della solidarietà sociale e del rifiuto dello spirito gretto e utilitaristico imputato alla borghesia. I nuovi ceti di riferimento della Sinistra sono invece immersi in una atmosfera relativista e libertaria e rifiutano ogni riferimento ad una oggettiva legge morale.

La conclusione di Galli della Loggia è analoga a quella di Diamanti. Il mondo cattolico e la Chiesa si trovano necessariamente all’opposizione. E l’opposizione è condotta in nome di valori etici e culturali opposti a quelli professati dalla Sinistra oggi al governo.

Aggiungiamo che la posizione dei cattolici che sono stati eletti nelle liste dell’Unione è, tra tutte, la più scomoda. Se essi contano qualcosa di più dei ventiquattromila voti con cui la Sinistra ha vinto le elezioni, hanno la pesante responsabilità della vittoria di un governo, di cui non sono in grado di condizionare le posizioni etiche.

Lo scontro sulla libertà di ricerca tra il ministro Mussi e il mondo cattolico, che ha inaugurato la nuova legislatura, è stato rivelatore.  Non si tratta di un evento marginale, ma della prima avvisaglia di una battaglia politica e culturale che sarà al centro dello scenario dei prossimi anni (R.d.M.).